Ancora una volta maggioranza e opposizione sono venute allo scontro e gli animi si sono scaldati. Eppure per una volta, durante il Consiglio comunale del 30 giugno, sarebbe stato possibile trovare un accordo ma così non è stato. Il Partito democratico ha presentato un Ordine del giorno che impegna il Consiglio comunale “a sostenere e partecipare all’azione delle regioni, delle province e delle associazioni di enti, volta ad ottenere maggiore equità della manovra economico-finanziaria, nella direzione di una maggiore incisività nell’abbattimento della spesa improduttiva e degli sprechi”, deliberando di trasmettere lo stesso OdG al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Economia, al Presidente della Regione Lombardia, al Presidente della Provincia di Milano, alle associazioni degli enti locali...
La manovra economico-finanziaria, che ha un’entità complessiva di 25 miliardi di euro, inciderà in modo rilevante, infatti, sui bilanci di Regioni, Comuni e Province: così come è concepita oggi (ma si discute in questi giorni di una ripartizione a favore delle amministrazioni virtuose) distribuisce i tagli nella misura dell’1,2% sulle amministrazioni centrali, del 3% su comuni e province e del 13% sulle regioni (e quindi nuovamente sui comuni che avranno meno trasferimenti dalle regioni). Per Cesano significa meno 150 mila euro nel 2010, meno 750 mila nel 2011, meno 1 milione e 200 mila euro nel 2012.
Come si sa la protesta è bipartisan, per questo anche l’opposizione sarebbe stata disponibile ad approvare l’ordine del giorno, se il consigliere Giovanni Addonisio non avesse proposto una mozione, poi appoggiata dalla sola maggioranza, per sospendere il Consiglio comunale subito dopo il dibattito sulla manovra, in segno di protesta nei confronti del Governo e della stessa manovra: “Una proposta strumentale”, l’attacco di Raimondo, “soprattutto alla luce del possibile riproporzionamento dei tagli per i Comuni virtuosi”.
Tre gli aggettivi utilizzati dal sindaco per definire la manovra, “necessaria” sì, ma altrettanto “iniqua” e “incompleta”. Va a colpire, infatti, gli enti più deboli, come i Comuni, senza comunicare ai cittadini che “riduce le funzioni e le autonomie degli enti, a cui non spetta più il welfare”.
“A Cesano”, ha comunque precisato D’Avanzo, “cercheremo di non ridurre i servizi”. Ma gli effetti si vedranno e le “avvisaglie già le abbiamo avute negli anni passati con l’abolizione dell’Ici e ora l’abolizione della Patrimoniale avrà effetti sui bilanci del Comune, sulle opere, la progettazione, i dipendenti”.
Che fine faranno i lavoratori della manutenzione?
Dopo la discussione sulla manovra, il Consiglio si è sciolto. Non si è parlato quindi della squadra di manutenzione del Comune: la minoranza aveva presentato un ordine del giorno proponendo il blocco del passaggio alla Patrimoniale.
“Sono peggio degli struzzi!”, ci ha detto Marco Panaro, del sindacato Sdl-Usb, “ancora una volta l’Amministrazione D’Avanzo decide di nascondere la testa sotto la sabbia sulla questione della esternalizzazione della squadra di manutenzione, facendo sospendere la seduta del Consiglio che avrebbe dovuto discutere l’argomento”.
“Per parte nostra ribadiamo che il progetto di esternalizzazione è una sciagura per la città e per i lavoratori interessati”, ha continuato Panaro, “e dopo la manovra estiva, anche un atto illegittimo”.
In realtà già nella giornata del 30 (di ieri), il sindaco aveva diffuso una nota in cui precisava di ritenere pleonastica la richiesta dei partiti della minoranza: "C'è un decreto legge che sarà convertito entro la fine di luglio, quindi non verrà ovviamente fatto, al momento, alcun trasferimento. Ci adeguiamo a una norma, anche se siamo convinti che la scelta rispondesse a criteri di efficienza interna ed efficacia nelle risposte ai cittadini".
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