martedì 20 luglio 2010

Verso Expo 2015 ma non solo - Parte2 - Un tavolo di lavoro per i sindaci della Grande ©ittà



Tocca a Caterina Praticò, esperta in materia di finanziamenti di progetti a livello europeo, nazionale e regionale avviare questa prima fase di “conoscenza” mettendo in rilievo che esistono progetti già finanziati nei quali è possibile inserirsi. Si tratta in concreto di compiere un’operazione di trasferimento delle informazioni e cercare di capire in quale modo risorse e progetti del territorio possono trovarvi una collocazione tenuto conto anche che vi sono bandi già aperti che molti ignorano...



E a scanso di equivoci Caterina Praticò anche a proposito di EXPO mette in evidenza come non si tratti di una sorta di competenza riservata al capoluogo “poiché non si tratta di proporre Milano, ma il territorio nel suo complesso”.
Con tre elementi al centro il sistema costituito da “accoglienza, trasporti e turismo”, intorno ai quali delineare una traccia per configurare un’idea condivisa di progettazione.

Anche per Patrizia Grifoni, del CNR, lo snodo sta nella capacità di fare comunicazione e nella gestione e sviluppo delle competenze in relazione alle caratteristiche socioeconomiche del territorio.

Mentre da Tiziano Saggiomo, che si occupa di finanziamenti nel campo dell’impiantistica sportiva è necessario cogliere l’occasione EXPO ma soprattutto saper guardare oltre tenuto anche presente che, proprio in tema di impianti sportivi, la situazione non è certo rosea, basti un esempio per tutti: “54 piscine olimpiche a Roma e zero a Milano”.

Roberto Portinari, direttore generale della Piattaforma Sistema Formativo Moda di Milano, sottolinea come a Milano “si registri l’80% della formazione della moda italiana, le scuole sono numerosissime, 20-25 quelle d’eccellenza. Prima queste scuole non si parlavano e c’era uno scollamento con il mondo delle industrie e le aziende. Abbiamo fatto “sistema”, partendo dalla formazione: abbiamo capito il bisogno di rinnovamento senza guardare solo al proprio orticello, e stiamo diventando un punto di riferimento nazionale”.


Un’altra testimonianza che mette in luce la necessità di trasmettere conoscenze ed esperienze, condizione necessaria perché dalla atomizzazione dei soggetti in campo, penalizzati proprio dalla dispersione e dalle risorse singolarmente limitate (e non solo sotto l’aspetto finanziario ma anche sotto quello della “forza culturale”) si passi alla fase del “fare rete”.



Continua...


A cura di Maria Ficara e Fulvio Scova

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