Gentile sig.ra,
riscontro la sua 16 c.m. con la quale lamenta il trattamento ricevuto da lei e da suo figlio il giorno 14 c.m. presso la piscina di Lacchiarella, gestita dalla nostra Associazione.
Pur comprendendo la passione da lei posta per il raggiungimento del benessere per il proprio figlio, non condivido in alcun modo, il resoconto da lei fatto dell’accaduto, né nei termini formali né in quelli sostanziali.
Alle sue richieste di informazioni telefoniche, la Sig.ra Elena G. responsabile delle attività acquatiche, le ha spiegato che le norme previste dall’A.S.L. (all’interno di un regolamento esposto al pubblico nei locali della piscina) esigono l’obbligo del costume e della cuffia per i bagnanti che accedono all’impianto, nessuno escluso; che tali norme, se non rispettate, espongono il gestore (NOI) a sanzioni con grave pregiudizio per l’attività...
Pertanto, nulla impediva a lei e suo figlio di accedere alla piscina ma nel rispetto di tali norme.
Le veniva anche suggerito di contattare gli uffici A.S.L., spiegando il particolare caso di suo figlio onde ottenere un documento di deroga alle norme che lei potesse esibire per il momento contingente e per il futuro.
La sua poca conciliante risposta è stata che ove non soddisfatta, si sarebbe rivolta agli organi di stampa.
Il giorno 14 c.m. presentata nell’impianto, pagato l’ingresso, ne ha avuto legittimo accesso e suo figlio è rimasto tantissimo tempo in acqua cosa confermata nella sua lettera, fino a quando, uscito sul bordo vasca un assistente bagnante le ha fatto rilevare che avrebbe dovuto indossare il costume di cui era privo.
L’intervento della sig.ra Elena G. chiamata in causa, non poteva che portare ad una conferma dell’argomentazioni già espressa telefonicamente, di cui lei signora non aveva tenuto conto. Ciò non di meno, lei e suo figlio siete rimasti nell’impianto fino alla sua quotidiana chiusura (ore 18:30) e in alcun modo sollecitati ad abbandonare l’impianto.
Questo è l’accaduto nella sostanza dei fatti, non posso esimermi dal constatare che lei ha inviato la sua lettera ad una serie di destinatari, scelta assolutamente legittima, tranne all’A.S.L. di Rozzano che come le avevamo suggerito è il soggetto che direttamente o indirettamente può contribuire alla soluzione del suo problema.
Lo abbiamo fatto noi, il giorno successivo, per telefono e successivamente per iscritto e della risposta che riceveremo gliene daremo informazione.
Questo, e concludo, per dimostrarle che l’accusa da lei rivolta all’Associazione ed ai propri collaboratori di poca sensibilità verso le problematiche della disabilità e di rientrare noi nel muro “di ignoranza” su tale tema suonano, e lei se ne assume la responsabilità, per noi estremamente offensive.
E’ se mai frutto di sua ignoranza (nel senso di non conoscere) non essere al corrente delle varie attività che da anni la nostra Associazione svolge nella piscina di Lacchiarella rivolta alle persone diversamente abili.
Cordialità
A.S.D. Oasi Sport
Il Presidente
Sig. Gianruggero Colombo
Dopo aver letto la Sua risposta alla mia collega mamma, non posso esimermi dal metterLa al corrente di quanto segue:
RispondiElimina1. per poter organizzare quelle due ore con i nostri figli ci abbiamo messo circa una settimana proprio perchè la mamma in questione ha dovuto perdere del tempo per telefonare alla piscina per chiedere il consenso di quanto poi accaduto.
2. Con la fatica che ci mettiamo per organizzare un'uscita se pur di poche ore con i nostri figli disabili, non credo che la signora si sia presa la briga di mentire a Voi e a me sull'informazione ricevuta dal "responsabile del sabato e della domenica" a maggior ragione che sapevamo della tollernza zero di quell'impianto inquanto l'anno scorso è successo a noi di essere ripresi perchè mio figlio che all'epoca aveva 23 mesi con capelli rasati non riusciva a tollerare la cuffia.. per fortuna che almeno questo problema quest'anno non lo abbiamo più!
3. E' vero che nessuno è stato messo alla porta ma è altresì vero che la discussione si è verificata a fine giornata e che la frase "sarei disposta a rimborsare il biglietto" è stata detta.
4. Oltretutto abbiamo scelto quell'orario ovvero dalle 16 perchè proprio l'impianto ci ha riferito che sarebbero usciti i ragazzi del centro estivo e che ci sarebbe stata molta più calma.
5. per quanto all'informazione in ASL, io stessa mi sono recata presso la ASL di Via Magnolie e oltre ad avermi dato il numero di telefono per ulteriori consigli di un responsabile che ho girato alla Signora in questione, mi è stato detto che la ASL non può dare nessun permesso e che era solo questione di buon senso capire la situarzione e che qualora dovvesse capitare situazione analoga in futuro di rivolgerci immediatamente ai carabinieri.Ovviamente se il bambino anzichè avere 5anni avesse avuto 15anni sarebbe stato diverso!!.
Pertanto come vede, quella mamma che dalla Sua lettera appare fissata depressa che si ostina a voler far fare cose normali al proprio figlio, prima di uscire di casa si è preoccupata di prendere tutte le informazioni sulla fattibilità delle sue intenzioni, forse è per questo che fa più male la Sua risposta, se fosse stata una vera menefreghista probabilmente non ci si sarebbe nemmeno messa a discutere con Voi!!
Di certo a me viene da dire, e parlo per la mia di famiglia, e per l'evento dell'anno scorso, che noi ce la stiamo mettendo tutta per insegnare a nostro figlio con paralisi celebrale a far rispettare le regole, perchè è questo che ci si richiede, ma che Voi in questo anno non avete insegnato ai Vostri collaboratori a far rispettare TUTTE LE REGOLE COME FAR MANTERE L'IGENE NEI BAGNI E I PRATI PULITI!!! CREDO CHE LA LEGGE DOVREBBE ESSERE UGUALE PER TUTTI.
Concludo dicendo che Lei dovrebbe pretendere più sincerità dalle persone che ha interpellato, visto che quanto Le hanno riferito no è tutta la verità, anche perchè noi siamo libere di venire o meno presso quella struttura, ma Lei con quelle persone ci collabora!!!
Pertanto cosciente che Lei ha solo svolto il Suo lavoro come noi facciamo il nostro lavoro di mamme, Le porgo i miei più cordiali saluti.
Maria Mazzara
Già, regole...regole...regole. Ma le regole come dice la collega-mamma qui sopra dove sono quando bisogna PULIRE I SEVIZI IGENICI. Quanta INSENSIBILITA' e poca tolleranza ed una mamma non solo deve combattere tutti i giorni per la diversità del suo bambino ma deve anche essere umiliata cosi???? che società di M....
RispondiEliminaPiera Scarpinato