La sensazione è che, al contrario di quanto avverrà dal punto di vista meteorologico, la temperatura qui comincerà a salire proprio al ritorno dalle vacanze. Dove per “qui” si intende a centrosinistra. Il termometro, o il sismografo se preferite, più sensibile nel rilevare variazioni e sbalzi è, certo non da oggi, la cooperativa “La Familiare”, una storia parallela alle sezioni di partito (dal Pci in poi), un legame che con il Pd rimane forte anche in questi giorni, sebbene le appartenenze politiche non sono forse più quelle di una volta. E se con pragmatismo Fabio Vinciguerra considera aperte le porte della “sua” cooperativa a tutti, altrettanto vero è che il cuore del presidente della Familiare è tutto rivolto alle vicende della sinistra del paese...
Al cui interno, dal suo osservatorio privilegiato, continua a vedere segnali contradditori che lo portano, ad ormai soli due anni di distanza dalle prossime elezioni, se non ancora a lanciare un vero e proprio allarme, quantomeno a porre sul tavolo alcune questioni.
“Quattro anni fa – spiega – è mancata la volontà di raggiungere insieme obiettivi comuni, dando ognuno il proprio contributo”. Il risultato è noto: complice anche la scelta di Rifondazione di correre da sola, il centrodestra nel 2007 otteneva lo storico risultato di espugnare una città rossa ininterrottamente dal dopoguerra. “Quelle divisioni hanno rovinato tutto, anche dopo le elezioni il Pd, e la cooperativa sono diventate realtà chiuse in sé stesse, è mancato il rinnovamento e non si sono attirate forze nuove”. La contrapposizione interna al Pd cui fa riferimento Vinciguerra sarebbe dovuta a quello che lui definisce il “gruppo storico” e sarebbe proseguita anche dopo le elezioni. Turbolenze all’interno del circolo pievese si erano manifestate in particolare tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, con il caso legato al consigliere comunale Luigi Angelone, da cui gli altri consiglieri avevano preso le distanze ma che contava sull’appoggio dell’allora portavoce Leone Greco e di una parte rilevante del coordinamento locale. Era dovuto intervenire l’allora segretario metropolitano Ezio Casati per dirimere la questione decretando che la linea ufficiale della sezione era quella di Paolo Festa e degli altri consiglieri. Linea che sembrava essersi affermata nel gennaio 2010 con la vittoria di Paola Battaglia su Gerardo Amantea alle consultazioni per il rinnovo del coordinamento. Ma le divisioni interne, a quanto pare, sono proseguite.
“Si tratta di personalismi – racconta Vinciguerra – ma devono essere abbandonati perché bisogna iniziare a viaggiare tutti sullo stesso binario. Sia nel circolo che alla cooperativa, ci sono persone che pensano sia loro dovuto tutto e si permettono di criticare a prescindere, calunniare ed insultare il lavoro degli altri. Non accetto tutto questo: posso anche riconoscere che certi temi posti dal gruppo storico possano essere giusti, ma le modalità con cui le cose sono poste è importante, non si può vivere in un clima di guerra perenne”. Anche perché tra poco sarà tempo di pensare alla volata verso le amministrative del 2012: “E’ mancata la vera ondata di cambiamento che realtà come Milano hanno invece dimostrato di voler gestire. Ma ora è il momento che tutti facciano un passo indietro, per costruire un progetto con persone nuove e con un vero spirito associativo, con le personalità migliori e senza escludere il contributo della società civile o di altre forze politiche come l’Italia dei Valori. In molti sono delusi dall’attuale maggioranza, bisogna che i pievesi tornino ad essere orgogliosi della loro città”.
E speriamo davvero che alle prossime elezioni un po' più di italia dei valori a pieve possa ridimensionare certe personalità tutte sorrisi e niente concretezza che con argeri hanno gestito il comune come fosse "cosa loro".
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