lunedì 4 ottobre 2010

Corsico - Lettera - Perché dico NO ai fuochi. Dopo la provocazione, cerco di rispondere.

Dopo tanta pubblicità mi sento obbligato a rispondere, non solo ai lettori del SioNO che sono intervenuti nel merito e che ringrazio, ma anche ad alcuni cittadini che mi hanno personalmente detto la loro.
Premessa – Ho peccato di presunzione perché davo per scontato che i lettori interpretassero il No ai fuochi e alcune frasi espressive dell’articolo come uno stimolo e un pretesto, una provocazione quasi filosofica che, come sollecita la parola stessa, si potesse discutere con “ amore della sapienza” non solo del titolo, ma di due decisivi problemi elencati nel testo che ritenevo indispensabile affrontare...
 

La partecipazione –Troppe volte come Cittadini non ci rendiamo conto che vi sono diverse occasioni per essere informati, discutere e proporre le nostre critiche e le soluzioni ai problemi della città in cui viviamo.  Credo che non basti eleggere il Consiglio Comunale ogni cinque anni. Si deve seguire e partecipare alla vita amministrativa del nostro territorio.
Anche perché, così ho inteso l’accorato appello di aiuto lanciato dalla nostra Sindaca nel giorno solenne in ricordo del Sindaco Campano Vassallo ucciso dall’impero del male. Non lasciatemi sola !

Non dobbiamo lasciare sola LEI ed i nostri Amministratori in questi momenti difficili. Si tratta di gestione del territorio e tagli per milioni di euro sul Bilancio Comunale. Dunque non solo sostenendoli per partito preso o per la tessera di appartenenza, ma per costruire un confronto, un metodo partecipativo e di trasparenza, che certamente è iniziato, ma ha bisogno del coinvolgimento di tutti, anche di elettori indifferenti o contrari all’attuale maggioranza. 
Il nostro comportamento e stile di vita – Questi argomenti sono collegati strettamente alla partecipazione.  Conoscere, approfondire ed essere consapevoli della gravità della situazione è la premessa per poi scegliere e di conseguenza sopportare i cosiddetti “sacrifici”. Questo comporta “che tutti siamo invitati a cambiare per tornare a una sobrietà segno di giustizia”

E credo che la sobrietà debba essere uno stile ed un esempio politico/amministrativo delle nostre amministrazioni, le quali faticosamente stanno trovando non facili soluzioni. Ma per rendere fattibile questi intendimenti abbiamo bisogno di cimentarci inevitabilmente anche con la Politica, possibilmente con la P maiuscola ! Senza spaventarci della parola “POLITICA” che non necessariamente significa solo Partiti.  E’ impegnarsi personalmente con i tempi, l’esperienza e le proprie capacità maturate per  servire l’interesse  ed il governo   delle nostre comunità.
Tanti anni fa, uno scomodo sacerdote, mandato in un piccolo paese sulle colline Toscane, a Barbiana in Mugello scrisse “ Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio, sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia”  

Trovo il pensiero attuale e adeguato ai giorni nostri. Vogliamo praticarlo? 

Roberto Silvestrini

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