Gent.ma Dott.ssa Ferrucci,
Le scrivo per avere alcune delucidazioni e, se possibile, risposte relative alle somme elargite nell’ambito dell’ F.S.A. (Fondo Sostegno Affitto).
Mio marito è proprietario di un appartamento, sito in Corsico, che è stato affittato con regolare contratto di locazione.
Dal novembre 2009 l’inquilino risulta moroso; ci troviamo quindi nella spiacevole situazione di non ricevere da quasi un anno l’affitto ma nella ancor più inaccettabile situazione di non poter rientrare in possesso del nostro immobile dato che in Italia la procedura dello sfratto prevede templi biblici...
Non vorrei soffermarmi troppo sullo scoramento che ha colto me e mio marito nel vedere come il proprietario di un’abitazione sia poco tutelato (nel nostro paese) nei confronti di un inquilino moroso che, anche con uno sfratto esecutivo, è autorizzato ad “OCCUPARE” un bene non suo.
Quello che mi fa indignare come cittadino e lavoratore onesto è sapere che l’inquilino, nel corso del 2009, ha presentato domanda al Comune per accedere all’ FSA (Fondo Sostegno Affitto), che tale domanda è stata accolta e che la relativa somma (superiore ai 1000 Euro) gli sarebbe stata pagata entri i primi mesi del 2010.
Ad oggi, 25 ottobre 2010, neanche un centesimo della somma erogata dal Comune per pagare il canone di locazione è pervenuta a mio marito per sanare, sebbene in piccola parte, il debito dell’inquilino.
Dato che, mi pare di capire, il contributo viene espressamente erogato come aiuto per pagare l’affitto mi sorge spontaneo un duplice quesito: il Comune, attraverso gli uffici competenti, controlla che tali soldi vengano utilizzati effettivamente per pagare l’affitto al proprietario di casa? possibile che l’inquilino non sia tenuto a presentare qualche pezza giustificativa attestante il corretto utilizzo della somma ricevuta ?
Mi rifiuto di credere che soldi pubblici, pagati tra l’altro anche dalle tasse della sottoscritta, possano essere concessi con tale facilità.
Ritengo che un minimo di tutela debba essere riconosciuta anche ai proprietari delle case “OCCUPATE” da tutti coloro che sono in prima fila per far valere i propri diritti e che dimenticano, molto opportunamente, che in un paese civile ci sono, in primis, dei doveri.
A chiusura di questa mia lettera chiedo cortesemente che il mio nome e cognome non vengano divulgati e/o pubblicati; l’inquilino moroso infatti occupa, a tutt’oggi, l’appartamento di mio marito e vorrei evitare oltre agli insulti, già incassati, eventuali danneggiamenti all’abitazione
Nell’attesa di un sollecito riscontro Le porgo i più cordiali saluti.
Lettera firmata
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