mercoledì 27 ottobre 2010

Anteprima Editoriale del 29 ottobre - Gaber ce le ha cantate…chiare!

L'appartenenza non è un insieme casuale di persone non è il consenso a un'apparente aggregazione l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé .
Mi piace, aggiungerei,  che l’appartenenza sia un fattore decisivo del nostro essere, qualcosa che ci costituisce ma rimane al di fuori di noi… con dentro gli altri guardando ad altro.
Così con questo desiderio si percepisce l’importanza di costruire aggregazioni non casuali. Guardare al territorio con la consapevolezza che ciascuno di noi ha qualcosa e qualcuno da seguire, da offrire, da condividere in ogni forma e responsabilità, significa creare le condizioni di considerare positivo ciò che abbiamo e ciò che siamo, siamo migliaia di piccole e medie imprese, centinaia e centinaia di associazioni. Siamo un territorio pieno di bellezze sia naturali che costruite da secoli da donne e da uomini che prima di noi ci hanno creduto...


Paesi e città, troppo spesso maltrattati, confinati e segnalati dalla cronache di chi osservando la realtà altro non vede che i suoi limiti. Ma oltre questi limiti c’è una realtà ambientale e paesaggistica, economica e produttiva, sociale e culturale che merita di essere valorizzata e sviluppata. 

Questo è il tentativo che abbiamo avviato nelle scorse settimane, questo il senso dell’espressione fare rete e dei possibili futuri “distretti” intesi come realtà unitarie. Di questa operazione dobbiamo sentirci protagonisti, tutti, dalle amministrazioni pubbliche nel loro ruolo di facilitatori alle associazioni nel loro ruolo di aggregazione. Tutti protagonisti di una realtà che quotidianamente, dal suo esterno, ospita e accoglie, qualcosa come 30mila visitatori, un valore aggiunto cui dare risposta. Anche attraverso una nuova economia di cui anche questo territorio ha bisogno.

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