giovedì 8 aprile 2010

Bareggio - Cornaredo: Storie di omicidio e spaccio


Per scelta editoriale, raramente “Sì o no magazine” si occupa di fatti di cronaca nera. Ma è indubbio che certe tipologie di reato raccontano molto del territorio nel quale avvengono, ne fotografano il tessuto sociale e, da “semplici” episodi criminali, diventano  elementi centrali nel dibattito sulla realtà del paese. Soprattutto laddove, come accade a Bareggio e Cornaredo, la parola “sicurezza” ritorna con frequenza nei luoghi della politica e della socialità.




Ci è sembrato opportuno dunque fare un’eccezione alla regola e raccontare due episodi che hanno riguardato i nostri Comuni. Da una parte, a Bareggio, hanno un nome ed un volto le persone responsabili della morte, lo scorso giugno, di Salvatore Sarullo, custode del bar della cava di Cascina Bergamina. E’ una banda di quattro rom che ha imperversato con furti e scippi tanto nel milanese quanto nel legnanese, fino all’escalation di un omicidio non programmato. Naturale dunque che il fatto ponga nuovi interrogativi su questioni d’estrema attualità da queste parti come integrazione ed immigrazione irregolare. Due immigrati clandestini erano invece la semplice manovalanza del nucleo tutto italiano che gestiva il traffico di cocaina e eroina a Cascina Croce, Cornaredo, dove da tempo i cittadini lamentavano il degradante via vai nelle campagne (e scene simili si susseguono anche alla Brughiera bareggese). Qui i discorsi si complicano, e sarebbe sicuramente limitativo dare tutta la responsabilità ai flussi migratori: perché ad essere italiani non sono solo i vertici dell’organizzazione, ma anche i numerosissimi clienti. Tutti studenti ed imprenditori. Tutti, ovviamente, insospettabili.






Bareggio – Quattro rom accusati della morte del custode del bar
Delitto della cava, presi i colpevoli

Ci sono quattro rom dietro la drammatica morte di Salvatore Sarullo, il custode del bar “Degli Amis” di Bareggio il cui corpo fu ritrovato senza vita nelle acque del laghetto in via Cascina Bergamina lo scorso 15 giugno. Due di loro sono stati arrestati: Dan Mihalache Neacsu, 46 anni, è stato fermato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano i primi di aprile, il suo complice Marius Elvis Draghici, 28 anni, era già in carcere a Biella per furto. Sulle tracce degli altri due, fuggiti in Romania, c’è ora anche l’Interpol. L’agguato della scorsa primavera non doveva terminare con l’omicidio: i quattro costituivano una banda che dal campo abusivo di Rho si muoveva tra legnanese e milanese per compiere razzie nei bar e negli esercizi commerciali. Ed il locale di fronte alla cava di pesca sportiva, con i suoi numerosi videopoker, era un obiettivo perfetto. Peccato che il suo custode, 46enne di origine siciliana a sua volta con precedenti per violenze sulla ex moglie, abbia cercato di frapporsi ai quattro. Ne è nata una colluttazione violenta ed impari, con un romeno, uno dei due ancora non catturati, che lo ha colpito più volte alla testa con un bastone, mentre gli altri tre infierivano a calci e pugni. Sarullo avrebbe a quel punto cercato di trovare una via di fuga immergendosi nelle acque del laghetto ma, per via delle ferite riportate, ha ceduto morendo annegato.  Le indagini dei carabinieri si sono subito indirizzate verso le bande di rumeni che imperversano nella zona: individuato il campo di Rho, alcuni militari si sono finti ufficiali dell’Asl ed impiegati dell’Anagrafe impegnati in una raccolta dati. E invece in realtà stavano trovando, con successo, gli elementi necessari per incastrare due dei quattro rom.  

Cornaredo – Spaccio nelle campagne
Cocaina a Cascina Croce, tre arresti

Che le campagne delle frazioni e dei quartieri di Cornaredo e Bareggio si prestino facilmente per essere teatro di attività  illecite è un sospetto che sta trovando con il tempo diverse conferme. E mentre ultimamente l’attenzione a Bareggio si sta concentrando sulla Brughiera, a Cornaredo una recente operazione dei carabinieri ha stroncato – almeno per il momento – uno dei più attivi nuclei per lo spaccio di droga a Cascina Croce. “Titolare” dell’impresa era un 44enne milanese, che contattava i clienti e gestiva i rapporti. Alle sue dipendenze c’erano due tunisini senza regolare permesso di soggiorno, di 38 e 30 anni, incaricati di recapitare materialmente la droga, in cambio di un 20 per cento sui proventi della vendita. Una squadra che i militari di Cornaredo, in collaborazione con i colleghi di Bareggio, sono riusciti a bloccare compiendo gli arresti nel pomeriggio del 2 aprile nella campagne cornaredesi. Un’azione giunta dopo giorni di appostamenti nei quali i carabinieri hanno potuto raccogliere importanti prove ed informazioni sul fertile traffico di eroina e cocaina, ricercate da studenti, professionisti, imprenditori della zona. Ed ora le indagini proseguono alla ricerca di eventuali complici e dei fornitori.



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