Ospitano 12 persone con disagio mentale. Un progetto nato grazie all'impegno della Cooperativa “La Vita” con l'ausilio del Dipartimento Salute Mentale dell'Ospedale San Carlo
Vengo accolto in una delle Residenze di primo mattino. C'è chi si sta preparando per andare al lavoro, chi prepara la colazione, chi va a comprarsi le sigarette, chi domanda qualcosa. C'è qualcuno che tutti i giorni è pronto ad ascoltare e rispondere. Oggi ci sono io come “intruso”, a casa loro, a far due chiacchiere davanti a un caffè...
“Questi ragazzi erano in diverse Comunità, sparpagliati e lontani da casa. Grazie alla nascita delle residenze leggere hanno avuto modo di rientrare e vivere non solo nel loro territorio “geografico”, ma anche nel loro territorio reale, fatto di affetti, rapporti, tessuto sociale”. E' con questa frase del Presidente – Giovanni Pozzi - che si può riassumere cosa la Cooperativa sociale “La Vita” ha costruito a Corsico in questi anni. Tre residenze “leggere” che ospitano 12 persone con disagio mentale, provenienti da Corsico e Comuni limitrofi, seguite costantemente da un responsabile della struttura, due educatori, due animatori e un pedagogista.
Un cammino duro e costante per riportare queste persone verso un'autonomia di pensiero e lavoro. Già sei dei dodici “inquilini” delle tre residenze hanno iniziato a lavorare. Cominciano a vivere il territorio che li circonda, vedono rinascere e rinsaldarsi il rapporto con le proprie famiglie, sollevate sempre più dalla sofferenza del genitore che vive la malattia del proprio figlio, scoprendolo e accompagnandolo invece nella propria “crescita” e acquisizione di autonomia.
Il mese di ottobre ha visto la prima dimissione e quindi il ritorno in famiglia di un ragazzo residente a Corsico e pronto al grande salto nella comunità locale.
Un progetto nato grazie all'impegno della Cooperativa con l'ausilio del Dipartimento Salute Mentale dell'Ospedale San Carlo di cui il responsabile è il dott. Biffi coadiuvato dal dott. Bilella, reso possibile grazie al coraggio dell'Amministrazione comunale di Corsico e degli altri Comuni del suo Distretto attraverso il Piano di Zona, che ha accettato e creduto in questo “cambiamento di prospettiva” nella gestione del disagio mentale sul territorio.
“L'Assessora Nadia Landoni prima e Sonia Longo nel successivo mandato – prosegue Pozzi - ci hanno fornito il massimo supporto, accompagnate dal dott. Papa, promuovendo questo progetto innovativo per l'intera area dei Comuni del Piano di Zona. Ci hanno aiutato a fare rete con le altre Amministrazioni interessate da questo intervento (le residenze ospitano 4 persone di Corsico, 3 di Cesano Boscone, 2 di Buccinasco, 1 di Assago e 2 di Trezzano, ndr). Hanno creduto nella forza della residenza leggera: un ambiente che non contempla più la persona solo nella sua condizione di malattia, ma come soggetto attivo capace di condurre in piena dignità la propria esistenza, anche se malata.”
La scommessa è ancora aperta per questa nuova metodologia di intervento. E' necessario rompere le “camere stagne” che separano gli Enti locali dalla Sanità Pubblica. E' necessario (ora più che mai visto il periodo “di magra”) fare rete tra i Comuni del territorio, le Istituzioni e il Privato per ottimizzare le risorse verso metodologie vincenti come quella delle Residenze leggere.
Una finestra aperta al bisogno, una vicinanza diversa a chi è “toccato” da questa soferenza, familiari e utenti. Una vicinanza che la Cooperativa chiede oggi più che mai a tutti.
Andrea Demarchi
Cosa si intende per residenze leggere
Si tratta di piccole unità abitative (max 5 persone) ubicate nelle vicinanze dei centri psico-sociali, che mantengono la presa in carico dei pazienti. Questo tipo di unità abitativa promuove l’autonomia dei pazienti che tuttavia sono supervisionati da operatori sociosanitari, soprattutto educatori e psicologi, presenti nei momenti critici del giorno.
La filosofia delle residenze leggere parte dall’attività consolidata di progetti individualizzati e microequipe dedicate per ogni utente. L’obiettivo è quello di garantire un’assistenza quotidiana prolungata, multidisciplinare e costante a domicilio al fine di evitare il ricovero, sia ospedaliero che nelle strutture di accoglienza. Si tratta di una modalità per rafforzare la capacità di autonomia e migliorare la qualità della vita degli utenti, nel progressivo dissolvimento dello stigma ottenuto dall’integrazione con la società.
Ciò che distingue l’iniziativa dalle residenze leggere è la scelta iniziale di non concentrare i pazienti in un edificio singolo, creando piccole comunità a bassa assistenza.
Quanto e a chi costano le residenze leggere
Dati precisi “alla virgola” non sono di facile reperibilità. Un paziente ricoverato in struttura ospedaliera costa al Servizio Socio Sanitario Nazionale (ASL) circa 180-200 euro al giorno. Diversamente il costo di una persona in residenza leggera è a carico del Comune di competenza e si aggira intorno ai 25 euro giornalieri più 45 euro a carico dell’ASL. Una differenza, in termini di costo e al di là delle competenze di spesa, decisamente elevata.
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