venerdì 7 maggio 2010

Grande Città - Auser: un “Filo amico” per combattere la solitudine degli anziani

La solitudine è uno dei grandi mali che affliggono il nostro tempo – le famiglie sempre più chiuse all’interno delle proprie quattro mura, la tv come unica compagnia, la comunità percepita come altro – e a soffrirne sono soprattutto gli anziani. Eppure proprio a loro sono indirizzati numerosi servizi e iniziative, dagli eventi nei Centri anziani, alle vacanze estive insieme e molti servizi di volontariato. In prima fila tra le tante associazioni c’è l’Auser che ha proprio come sua vocazione aiutare gli anziani considerandoli una risorsa per la società civile, sono quindi gli anziani stessi ad aiutare e prestare servizio per gli altri.
Ma il problema della solitudine resta. Restano in tanti coloro che le associazioni e i servizi comunali non riescono a raggiungere e intercettare. Per la difficoltà di alcuni di chiedere aiuto, per la diffidenza verso un mondo che – soprattutto se guardato attraverso la lente distorta della tv – appare ostile...

Per abbattere il muro della diffidenza, l’Auser di Corsico, attivo in tutta la Grande Città, ha attivato da poco più di un mese un nuovo servizio, denominato “Filo Amico” e rivolto alle persone anziane con il desiderio di comunicare. Anche “solo” telefonicamente. Oppure ad iniziare dal telefono per poi stabilire anche una relazione più ampia.
Per due mattine ogni settimana – il mercoledì e il giovedì dalle 9.30 alle 12 – è possibile chiamare il numero 02-4589216, per parlare con un volontario disponibile all’ascolto.


Siamo stati nella sede dell’associazione corsichese – il locale di via Sant’Adele confiscato alla mafia e recentemente intitolato a Felicia Impastato, madre di Peppino, ucciso nel 1978 – per capire meglio come sia nato e come funzioni questo progetto.
“Da quattro anni presto servizio all’Auser, facendo compagnia agli anziani”, ci racconta Cristina Romeo, tra le ideatrici di “Filo Amico”, “e ho sentito l’esigenza di andare incontro agli anziani soli, senza contatti: non tutti sono pronti a ricevere qualcuno nella propria casa e così abbiamo pensato al telefono, almeno per un primo contatto”.
Non è escluso poi che la compagnia telefonica si trasformi in altro. Cristina, infatti, ci racconta il caso di un’anziana signora sola, da poco trasferita nel nostro territorio, ma desiderosa di compagnia: “Dopo averla sentita al telefono, l’abbiamo invitata a partecipare ai pomeriggi dedicati al ricamo nella nostra sede: un nostro volontario la va a prendere e la riaccompagna in macchina”. Uno dei servizi dell’Auser, infatti, è il trasporto degli anziani (solitamente in ospedale per le cure). Ma c’è anche chi si occupa della spesa a domicilio e di altri servizi.
Tra i sei volontari c’è anche la psicologa Rita Chichiriccò che, oltre a dare la disponibilità telefonica, ha tenuto alcuni incontri per i colleghi, in modo da formarli alla comunicazione telefonica.
Ascolto e compagnia sono gli obiettivi primari del progetto che, tuttavia, può dare anche frutti maggiori. Spesso, infatti, la solitudine e la necessità di parlare con qualcuno nasconde altri problemi e l’associazione non si tira indietro.

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