giovedì 27 maggio 2010

Grande Città - A Madrid c’eravamo anche noi

Alla conquista di Madrid, un sogno che diventa realtà trovando il biglietto per vivere in diretta un nuovo record. Un bellissimo dono esserci e di questo non si può che essere grati.
Una squadra italiana che non solo raggiunge la Finale della Coppa dei Campioni d’Europa, ma che può centrare il record, per l’Italia, di vincere tutti i tornei che disputa nell’anno in corso: “el triplete”. L’Internazionale di Milano dopo aver vinto Coppa Italia e Scudetto è pronta per una nuova frontiera segnata dalla squadra nerazzurra di Milano. Dopo toccherà agli altri arrivare, e forse proprio il saluto di Mennea ha anticipato il nuovo limite a cui nessuno è mai arrivato (il suo record sui 200mt durò decenni), al massimo potrà ripetere l’impresa una squadra segnata per sempre dalla retrocessione nella serie minore...


Dopo la vittoria dell’Inter contro il Chelsea, nuovi Campioni di Inghilterra, matura la sensazione che la squadra impostata da Mourinho possa arrivare lontano. E l’Inter batte ed elimina anche i campioni di Spagna e campioni d’Europa uscenti, il Barcellona.
L’Inter vince, ce ne andiamo a Madrid.
Facile a dirsi, ma considerando solo il 10% di tifosi Interisti disposti ad andare a Madrid per la finale, fa circa 900.000 persone; sono disponibili circa 30.000 biglietti, fanno un 3% di probabilità. Ma vale la pena provare, con un po’ di tenacia e pazienza.

Una costante accompagnerà il percorso dell’Inter verso la leggenda e noi verso il Santiago Bernabeu di Madrid: “la Squadra - Equipo - Team”. Si perché l’Internazionale ha avuto in Mourinho, e nelle intuizioni del
Presidente Moratti che lo ha voluto, la capacità di fare e non solo enunciare che sempre di più oggi è necessario fare “squadra”.
Molti criticando Mourino hanno puntato ancora sulla critica distruttiva invece che sulla riconoscenza del merito, delle competenze e del lavoro. Un allenatore che da subito ha fatto capire cosa pensava e che ha dimostrato che oltre ai piedi buoni si può avere anche una notevole cultura e conoscenza non strettamente legata al calcio, una schiettezza a cui non siamo abituati. In Italia spesso diventano eroi furbi e scaltri e non i più bravi, ma come ci ha ricordato Mou il problema è nostro, lui come è arrivato se ne andrà.
Partire dal positivo, per far tesoro delle buone esperienze altrui. Unendo le capacità, i meriti e le caratteristiche di ciascuno si può fare squadra valorizzando differenze e condividendo gerarchie. Chi dovrà
guidare e chi dovrà ubbidire e seguire.

Così è stata anche la nostra conquista di Madrid, la squadra c’entra da subito ed è la Associazione Sportiva Dilettantistica di Calcio “Inter Femminile” e proprio l’amico Giorgio che è Direttore Sportivo, detta tempi e traguardo.

Condividiamo ubbidendo e garantendo massimo impegno. Giorgio, grazie ad un ottimo gioco di tutta la squadra, trova il biglietto magico. A guidare l’avventura sarà lui, noi più che altro guideremo la macchina. Niente rischio volo per le bizze del vulcano. Sarà un lungo serpentone in marcia attraverso i 1600 km. Si individua chi ha il GPS più aggiornato e detterà l’andatura in funzione delle segnalazioni degli autovelox sul percorso (su autostrade semi deserte e ben tenute come quelle spagnole o francesi è difficile mantenere i 120
km/ora), poi si identifica il più attrezzato (utile per tirare fuori una macchina in panne a pochi km da Madrid). Giorgio ha preparato le buste per i pagamenti al volo nei cestini dei caselli francesi e cosa importante organizza un preludio alla grande notte madrilena per arrivare freschi e riposati. Sosta sul mare e visita di Montpellier città natale di San Rocco. Un passaparola logistico per parcheggiare e godere dell’invasione dei due popoli delle squadre in finale, e l’incontro con il popolo madrileno grato per non vedere festeggiare
nelle piazze di Madrid la squadra della regione di Barcellona, rea di volersi distaccare dalla Spagna e da Madrid. La città è un incrocio di cori e colori Rosso-Bianco dei bavaresi e Neroazzurri. Una grande festa, mai tensione tra le tifoserie. Così passa la giornata a Madrid riscoprendo una bellezza imponente a misura d’uomo. Non nascondiamo la nostra fiducia nell’impresa, quando la squadra funziona non temi il risultato, e poi è un gioco e devi accettare la cosa più affascinante del gioco: “l’imprevedibilità”, altrimenti è una “ossessione”, sempre citando Mourinho.

La cronaca della partita la conosciamo. L’Inter vince e incorona il suo Principe, Diego Milito. Così dopo aver visto la grande Inter di Herrera e Mazzola giocare a Santiago del Chile nel 1967, e in quell’amichevole di lusso vederla perdere grazie al gol del “pelado Berly”, contenti perché era un giocatore dell’Audax Italiano de Chile la nostra prima squadra di calcio, riconosciamo i colori neroazzurri, l’Internazionale allora come oggi
“leggendaria”. Ora a Dubai, continuando a lavorare per costruire l’impresa più difficile, “fare squadra”, stare insieme valorizzando le differenze e unendo le forze per nuovi traguardi.

1 commento:

  1. Prima di tutto "chapeau" alla grande Inter di Mourinho: il rispetto nello sport viene prima di ogni cosa e l'Inter se lo è pienamente meritato.
    Finalmente (finalmente non mi arriva proprio dal cuore) un'altra grande inter oltre a quella del mago.
    Alcune precisazioni sono però doverose per un organo come il blog di SioNo.
    Andiamo per ordine:
    1) "...al massimo potrà ripetere l'impresa una squadra segnata per sempre dalla retrocessione."
    Vi ricordo che quando correva l'anno 1922, la FC Internazionale disputava il campionato C.C.I. girone b del nord; all'ultima giornata la squadra neroazzura si classifica ultima con 11 punti dietro Venezia e Brescia che ne collezionano 17 e con il Genoa che festeggia lo scudetto. Alla fine del campionato tale Emilio Colombo (che tanto assomiglia al più recente Guido Rossi)noto commendatore milanese di grande fama e direttore del già allora più autorevole quotidiano sportivo, decide di unificare i due campionati maggiori cancellando le retrocessioni e creando un unico girone di seria A. Anche sul sito dell'Inter alla sezione campionati si può leggere, alla pagina campionato 1922: FC Internazionale ultima classificata. La riammissione è una cosa ma la retrocessione la hanno provata tutti!!!

    2)"...nelle intuizioni di Moratti..." io le definirei più come gli ultimi colpi di spugna (certamente vincenti) di un Presidente che ha speso più di 900 milioni di € in 15 anni; come dire, prima o poi doveva accadere!!!La statistica nel calcio conta ed il condirettore del settimanale lo sa bene!

    3) "...sempre di più oggi è importante fare squadra..." be' il giorno dopo la vittoria ci sono giocatori campioni d'Europa che esternano desiderio di andare a fare altre esperienze (forse economiche): alla faccia dell'attaccamento alla maglia e al fare squadra!!!

    Non per ultimo vedo che nonostante il grande record (vi ricordo comunque che nello sport i record sono fatti per essere battuti)lo stile italiano rimane lo stesso: invece di godersi la Grande Vittoria perdiamo tempo (in maniera più o meno esplicita)a sparare sui perdenti: forse è anche per questo che Mourinho se ne andrà!

    Comunque alla fine è un gioco e chi vince ha sempre ragione....SEMPRE!!!

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