Continuano le vivaci reazioni dopo l’approvazione del doppio piano integrato per la frazione di Fizzonasco: dopo la politica, si mobilitano i diretti interessati, ossia i residenti delle vie coinvolte dai progetti dell’Amministrazione. Chi è contrario al doppio intervento si è infatti riunito in un comitato per fermare quella che è ritenuta un’opera di degrado paesaggistico e ambientale, nella quale i benefici sarebbero “cavalli di Troia utilizzati per giustificare e massimizzare un intervento di speculazione da parte dei privati”...
Per quanto riguarda la parte di intervento sulla via Fizzonasco, i promotori del comitato contestano la realizzazione della tettoia da 400 metri quadrati che nelle intenzioni dell’Amministrazione dovrebbe favorire lo sviluppo del mercato comunale ma che rischierebbe di fare la fine del porticato di via Curiel. Ed anche il piazzale, secondo il comitato, potrebbe essere ricavato riconvertendo parte di via Curiel, mentre il parcheggio sotterraneo da cento posti non è una priorità della frazione, se non nell’ottica di servire ai nuovi interventi abitativi – ma in questo modo la valenza pubblica dell’intervento non sarebbe più quella di una riqualificazione dell’esistente. Si pone poi il problema relativo alla vicinanza della falda acquifera, andando a scavare sotto la superficie del terreno.
Diverse le obiezioni anche sul fronte di via Matteotti: il centro commerciale e la piazza previsti sono agli antipodi del resto della frazione e quindi difficilmente eserciteranno la loro funzione pubblica di aggregazione, mentre la nuova palestra non sarebbe che un doppione di quella già esistente. L’aumento di abitazioni e quindi di popolazione non sarebbe compensato da un potenziamento della già insufficiente rete fognaria o dall’introduzione di servizi fondamentali come asili o scuole, e c’è anche qui un problema legato alla falda captata: le nuove edificazioni possono prevedere volumi interrati che dovranno avere una distanza non inferiore ai cinque metri, ma con case alte 18 metri le fondamenta dovranno necessariamente avere adeguata profondità.
Nel complesso, le perplessità dei residenti in via Matteotti non sono per l’intervento in sé, ma per il modo in cui la parte residenziale risulti sovradimensionata: i precedenti progetti per la frazione parlavano infatti di 35 appartamenti e non 70 e di ville bifamiliari e non palazzine da cinque piani. Alcune delle quali, peraltro, sorgeranno a pochissimi metri dalle ville esistenti, togliendo letteralmente loro la luce del sole – con conseguente deprezzamento economico. Per questo non è solo un’ipotesi quella di ricorsi al Tar dopo la definitiva approvazione del piano.
Ma la partita dei due progetti vale circa nove milioni di euro, che sarebbero vitali per le casse comunali: per questo con ogni probabilità difficilmente l’Amministrazione potrà spontaneamente recedere dai propri propositi. Giovedì 20 maggio, la maggioranza ha infatti approvato definitivamente il doppio piano integrato, tra le proteste dell'opposizione e di un folto gruppo di persone presenti tra il pubblico. Proteste che nemmeno le garanzie sul potenziamento della rete fognaria hanno saputo sedare.
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