giovedì 20 maggio 2010

Grande Città - Lavoratori alla Stazione Centrale

Per martedì 25 maggio è fissato un nuovo incontro in Prefettura con sindacati e lavoratori. Intanto ieri una nuova azione forte e dimostrativa: i dipendenti della Maflow di Trezzano sul Naviglio, insieme a lavoratori di altre aziende dell’hitnerland, si sono spostati dal Pirellone – dove da giorni hanno organizzato un presidio giorno e notte – alla Stazione Centrale. Erano circa duecento e hanno bloccato un binario dello scalo ferroviario fino all’arrivo della polizia che li ha fatti allontanare. E i lavoratori hanno fatto sapere che l’asta per la vendita dell’azienda è stata ufficialmente invalidata: d’ora in poi si potrà procedere con il sistema della trattativa privata...

Le istituzioni – almeno secondo gli impegni degli amministratori regionali negli ultimi giorni – ci sono e intendono vigilare sulla situazione. 

Ma non c’è solo la Maflow. Da settimane - di nuovo - anche i dipendenti della Nielsen Company, società leader nelle ricerche, informazioni e analisi di mercato e presente in oltre 100 paesi del mondo, sono in rivolta per salvare il proprio lavoro. Lo ricordiamo, il 15 aprile ha avviato una nuova mobilità nella sede di Corsico, che costerà il posto di lavoro a 30 dipendenti. Si tratta di un’operazione di contenimento dei costi da parte dell’azienda. Una politica che i sindacati disapprovano. 
Dopo la chiusura della precedente mobilità – nel 2008 sono stati licenziati 27 lavoratori e successivamente è stato avviato un pesante piano di incentivazione all’esodo per un totale di circa 80 dipendenti fuoriusciti da Nielsen negli ultimi 3 anni – i rappresentanti dei lavoratori avevano chiesto di avviare un percorso condiviso che permettesse di conoscere il Piano Industriale aziendale nel periodo medio-breve e attivare tutti gli strumenti e gli spazi necessari per raggiungere gli obiettivi di salvaguardia del posto di lavoro e del patrimonio di competenza e professionalità oggi ancora esistente in Nielsen.
Ma la politica aziendale va in un’altra direzione: molti settori produttivi e commerciali alla società indiana TCS del gruppo TATA. A pagare i lavoratori corsichesi: attualmente la multinazionale (è presente in cento Paesi), in Italia la Nielsen ha attualmente 372 dipendenti, di cui 296 a Corsico.

6 commenti:

  1. Non e' un contemimento di costi: e' una speculazione finanziaria, mandano il lavoro in India dove un lavoratore costa 290 euro mensili
    e ci guadagnano 11mld di dollari , non sanno fare profitto che non licenziando: se potete rettificate

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  2. Gentile Anonimo, come vede pubblico con piacere il suo commento e la sua richiesta di rettifica.
    La giornalista che ha redatto l'articolo credo non leggerà fino a domani mattina ciò che cortesemente ci riporta.

    Le chiedo due gentilezze:

    1-può cortesemente firmarsi (anche con uno pseudonimo, se non vuole far comparire il suo nome)?
    2-l'accusa che porta è di una certa rilevanza e sicuramente molto grave. Ha da fornirci maggiori dettagli o una fonte che documenti tale condotta da parte della Società?

    grazie in anticipo
    cordialità

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  3. La rettifica purtroppo non spetta a me ma eventualmente all'azienda che, appunto, parla di "contenimento dei costi". Che il costo del lavoro in India, così come in altri Paesi dell'est asiatico, sia molto più basso che in Italia, è risaputo. Ma va anche precisato che kwow-how indiano è di qualità molto elevata. Con questo, tuttavia, non voglio giustificare la politica aziendale, sia chiaro.
    Mi scuso con i lettori, ieri non è stato pubblicato il post completo: ad occupare i binari della stazione Centrale infatti sono stati più che altro i "soliti" lavoratori della Maflow di Trezzano sul Naviglio. Più tardi la correzione.

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  4. Il know how indiano sara' pure elevato, il che e' poi tutto da verificare, ma manca di conoscenza del prodotto che trattano, e manca quella specializzazione e quella sensibilita' che i lavoratori italiani,europei e americani si sono fatti negli anni. Gli indiani della TATA, sono dei meri esecutori che prestano un servizio a Nielsen come lo prestano a tante altre aziende che purtroppo sono vittime di queste politiche scellerate, di conseguenza non sono per nulla focalizzati sule problematiche delle ricerche di mercato. L'assistenza che poi danno a livello software e' lenta e ferraginosa. Se prima i tecnici Nielsen in 10 minuti risolvevano
    un problema, ora passati alla TATA devono aspettare che si apri un Ticket in India dopodiche' devono intervenire loro portando l'attesa dell'intervento spesso anche sopra l'ora.
    E comunque non mi pare per nulla etico che un'azienda che fa dell'etica il suo biglietto da visita licenzi 30 lavoratori colpendo di conseguenza 30 famiglie tra l'altro in un periodo di crisi mondiale.

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  5. L'azienda non può rettificare, si tratta piuttosto di interpretare nel modo corretto le dichiarazioni: ovvio che pagare meno un dipendente, o meglio pagare una società terza, è "contenimento dei costi" secondo il modello di business in voga in questi anni.

    La speculazione finanziaria c'è, le private equity sono nate per questo.

    http://dealbook.blogs.nytimes.com/2010/04/26/buyout-firms-said-ready-to-stage-i-p-o-for-nielsen/?scp=1&sq=nielsen&st=cse

    L'accusa di anonimo non è grave visto che queste attività vengono fatte alla luce del sole, come ripeto, da tutte la aziende finite in mano ai fondi d'investimento.
    Le fonti sono già pubbliche e non riguardano solo Nielsen ma moltissime aziende italiane e non.

    Ultimo appunto, a sentire non solo gli europei ma anche gli americani, che per primi si sono visti impegnati ad insegnare il loro lavoro ai nuovi colleghi, il know-how indiano sembra più uno spot pubblicitario del paese emergente; probabilmente avvallato anche da chi ha l'interesse economico ad esportare lì il lavoro.
    Non basta una laurea per lavorare e chi lavora lo sa bene, sia chiaro non deve diventare una guerra tra proveri a chi è più bravo a fare il lavoro perchè a queste aziende non interessa chi è più bravo ma chi costa meno.

    Non smettiamo di dare spazio e voce a questi lavoratori.

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  6. Avete cambiato il titolo? Sembra la cronaca dei pendolari...che brutto titolo fa tanto mondo piccolo Don Camillo...

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