Vivono a Cesano Boscone, Buccinasco e Trezzano sul Naviglio, sono giovani e partecipano alla vita sociale dei propri comuni, ma non solo. Ad accumunarli è soprattutto la passione per la letteratura, non solo come lettori ma anche come autori. Se Valentina Bufano, che i nostri lettori già conoscono, ha già alle spalle diverse pubblicazioni, Attilio Bergamin di Buccinasco è al suo romanzo d’esordio, mentre il cesanese Domenico Del Coco è al suo secondo libro...
Trentenne, dopo la pubblicazione de Il Cammino di Henry, ha sentito il bisogno di continuare a scrivere, perché – ci ha confessato – “ero convinto di non aver detto tutto quello che pensavo di trasmettere sul tema della legalità”.
Perché la scelta di parlare di legalità e mafia?
“Questi argomenti, già di per sé molto impegnativi, sono stati finora riportati sui libri con un taglio o di cronaca giudiziaria o di indagine poliziesca e per questo è stato adoperato un linguaggio non sempre accessibile alla grande massa dei lettori. Mi sono quindi prefisso di avvicinarmi a tutti i lettori mettendo la letteratura al servizio della legalità, scegliendo la forma del romanzo, che è quella più usata e nello stesso tempo riesce a tenere desta l’attenzione”.
Il protagonista del tuo romanzo, Piero, giornalista schierato contro la mafia, fugge in Spagna: cosa rappresenta questo Paese?
“Questa nazione è molto amata dall’autore, che, talvolta immedesimatosi nello stesso protagonista, si è sentito a proprio agio perché ritiene la Spagna un paese accogliente e stimolante per le ricchezze culturali e storiche oltre che turistiche. Piero trova in Spagna un clima ideale di libertà e democrazia che lo aiutano a ritrovare la forza e il coraggio di continuare a lottare per i suoi ideali di giustizia e solidarietà”.
Quando hai capito di voler fare lo scrittore e quanto c'è di te nei tuoi libri?
“A me piace scrivere, nei miei due romanzi spesso riesco a trasmettere i miei messaggi attraverso il protagonista. Salvo rare eccezioni, Piero trova sempre del buono nelle persone. È molto più riservato rispetto ad Henry ma se può si apre per poter aiutare chi gli è vicino”.
Di tutt’altro genere il romanzo d’esordio di Attilio Bergamin, 38 anni: vive da sempre a Buccinasco, è sposato e ha due figli, di 7 anni e 13 mesi: “Da sempre coltivo una passione smisurata per la letteratura e per la filosofia e nonostante sia diplomato, preferisco definirmi un autodidatta”, spiega al Sì o No.
Il suo primo romanzo, “Arteo il segreto di Nekao” apre a mondi lontani già dal titolo (per ottobre è prevista la pubblicazione del seguito).
Come mai un libro d’avventura?
“Il romanzo nasce dalla volontà di creare una trama in grado di distinguersi nel panorama editoriale, rendendola piacevole e di facile comprensione per qualsiasi lettore, nonostante si tratti di un’ambientazione storica e geografica inusuale. Il romanzo d’avventura è un genere che appassiona e io ho fatto di tutto per coinvolgere il lettore attraverso una trama incalzante, ricca di colpi di scena e di contenuti. È una storia avventurosa che mantiene una ricostruzione storica fedele, ma si tratta pur sempre dal tono favoleggiante.
Raccontaci la trama in poche righe.
“Il romanzo tratta le vicende di un giovane marinaio di grande talento della città fenicia di Tiro. La prima sequenza vede come protagonista il padre di Arteo, nella seconda si riassume brevemente l’infanzia del protagonista fino al giorno che diventa un abile marinaio e vive un’intensa storia d’amore con la principessa di Tiro. Ma non è tutto, ne leggerete delle belle, ve lo garantisco. Vi tufferete in un mondo antico e vivrete una storia incredibile, dai risvolti epici, che vi lascerà senza fiato dalla prima all’ultima riga.
Come nasce l’idea di scrivere un romanzo?
“Un romanzo si scrive perché non se ne può fare a meno, perché fa parte del tuo modo di essere, non ci può essere nessuna altra motivazione. E l’amore per quest’arte che ti anima, non di certo la voglia di guadagni facili o chissà cos’altro di razionale”.
Da quanto ci pensavi e quanto ci hai lavorato?
“Probabilmente ci pensavo da sempre, anche se non me ne rendevo conto. Tuttavia ci sono voluti quattro anni per terminarlo: due per le conoscenze necessarie al contesto storico e strutturare la storia, altri due anni per scriverla materialmente. Credo proprio che ne sia valsa la pena, le librerie indipendenti più importanti di Milano hanno deciso di venderlo dopo averlo letto, perché lo ritengono un romanzo molto interessante. Per un autore esordiente ottenere il loro interesse e appoggio mi rende fiero del mio lavoro.
Valentina Bufano in finale a Subway
Per votarla e commentare le sue tre poesie basta entrare nel sito subway-letteratura.org, cliccare a destra su “Finalisti 2010” e poi naturalmente sul suo nome. Il concorso, arrivato alla nona edizione, ha “sfondato” da tempo i confini milanesi per giungere fino a Palermo. Poesie e racconti si sfidano per entrare a far parte dei libretti che saranno poi distribuiti nelle metropolitane e nelle stazioni dei vaporetti a Venezia. Verranno installati nelle città di Milano (maggio), Bologna e Napoli (giugno), Roma (luglio), Venezia (settembre), Palermo (ottobre).
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