lunedì 17 maggio 2010

Corsico - Negozi aperti il primo maggio: la Federazione della Sinistra dice no

“Cos'è la destra, cos'è la sinistra così il titolo di una canzone di Giorgio Gaber. 1 maggio 2010: Milano centro destra negozi chiusi. Corsico centro sinistra centri commerciali aperti”. La Federazione della Sinistra di Corsico non ha affatto gradito la decisione di concedere l’apertura dei negozi nella giornata della Festa dei Lavoratori. Un decisione, va precisato, presa già da parecchi mesi e condivisa anche da tutti i Comuni limitrofi, da Cesano a Buccinasco, da Trezzano ad Assago.
Ma non importa, la Federazione della Sinistra non ha gradito e ha deciso di presentare una mozione da discutere nel prossimo Consiglio comunale in modo che “non accada più”, firmata da Ernesto Ferrario ma anche da Giacomo Di Capua... 
“Il 1 maggio scorso la Sindaca di centro destra di Milano Letizia Moratti ha deciso, aderendo alle richieste delle organizzazioni sindacali di non concedere la deroga all'apertura dei negozi richiesta della Unione del Commercio Milanese per la giornata di sabato 1 maggio. ‘Per rispetto della Festa del Lavoro ho convenuto di non concedere la deroga per l'apertura straordinaria dei negozi’ così ha dichiarato la sindaca di Milano il 28 aprile. A Corsico, invece, città amministrata da sempre dal centro sinistra, i centri commerciali hanno avuto la deroga sia il sabato 1 maggio che la domenica 2 maggio”, dice la Federazione della Sinistra.
“Consentire che anche una giornata festiva come il 1 maggio dedicata al ricordo delle lotte che il movimento dei lavoratori a portato avanti dalla fine '800 per migliorare le proprie condizioni, per passare dalle 14 ore alle 8 ore di lavoro giornaliero si trasformi in una giornata in cui gli stessi lavoratori che dovrebbero festeggiarla sono costretti ad andare a lavorare (perché sia chiaro la maggioranza dei lavoratori dei centri commerciali o dei negozi non a conduzione famigliare non può decidere se prestare o meno la propria attività non è affatto libero di accettare o meno la richiesta del proprio datore di lavoro) è una contraddizione palese. Che ciò sia accaduto dove chi amministra si richiama ai valori del lavoro è stato grave e non deve più ripetersi.



Non si tratta solo di evitare che una festa come quella del primo maggio si trasformi da festa del lavoro a festa del consumo.



Non solo perché in un momento in cui i lavoratori e pensionati hanno ben poco da spendere in consumi, ma perché sarebbe opportuno in occidente iniziare ad educare i cittadini a ridurre i consumi superflui. Non si può da un lato parlare sui giornali e in TV dei limiti del pianeta e poi continuare a stimolare i consumatori ad acquisti continui.



Ciò che vale per il primo maggio per noi deve valere anche per altre giornate di festa legate a ricorrenze civili o religiose importanti nella storia del nostro paese: capodanno, pasqua, il lunedì dell'angelo, il 25 aprile, il 1 maggio, il 2 giugno, il 15 agosto il 25 e 2 6 dicembre.



Ci sono giorni in cui la frenesia del consumo a tutti i costi dovrebbe far un passo indietro, non solo per consentire a tutti di star accanto alla propria famiglia ai propri figli di rinsaldare i legami famigliari e di amicizia, ma anche per ricordare che non tutto è legato al denaro, ai soldi, agli acquisti.



Già oggi il combinato disposto della legge nazionale, di quella regionale e delle deroghe comunali consente che in Lombardia siano 26 le domeniche all'anno in cui gli esercizi commerciali possono rimanere aperti. Nelle aree turistiche e nella cerchia dei navigli possono diventare 51.



Ci sono quindi decine di migliaia di lavoratori che non per garantire servizi essenziali, ne per la vendita di prodotti essenziali vedono gran parte delle giornate festive compromesse.



Per questo pensiamo che il consiglio comunale di Corsico debba tra i primi atti compierne uno che dimostri attenzione al lavoro e a quei valori che sono stati alla base della nostra repubblica e che non vanno sempre sottomessi alle esigenze di un consumismo sfrenato o dell'interesse delle grosse catene della distribuzione organizzata.



Abbiamo quindi deciso di sottoporre, come Federazione della Sinistra, un ordine del giorno che impegni il comune a non concedere deroghe all'apertura degli esercizi commerciali fissa nelle festività su indicate. Siamo certi che i consiglieri del centro sinistra e non solo accoglieranno questa proposta evitando così che in futuro per disattenzione o per sudditanza agli interessi dei grandi gruppi della distribuzioni si ripeta quanto avvenuto il 1 maggio.



Errare è umano perseverare sarebbe diabolico, siamo certi che i consiglieri di Corsico non lo faranno”.

2 commenti:

  1. Ok d'accordo, non c'è parola che non potrei che sottoscrivere. Ma vogliamo aggiungere qualcosa? Vogliamo dire che decine di migliaia di altri lavoratori, magari sindacalizzati e politicamente schierati a sinistra, non solo il primo maggio ma quasi tutte le domeniche, calpestano i diritti di altri lavoratori accorrendo in massa nei vari centri commerciali? La vogliamo fare una battaglia politica e culturale verso questi lavoratori che calpestando i diritti di altri lavoratori non si rendono conto che preparano il terreno perchè siano calpestati anche i loro? La vogliamo far sentire un po' di condanna politica e anche morale verso questi lavoratori che vivono ormai solo nella dimensione da consumatori? E che dire dei pensionati che dopo avere difeso i "loro" diritti per una vita ora sono tra i principali frequentatori domenicali di luoghi dove i diritti degli altri sono bellamente ignorati?

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  2. Jean sono d'accordissimo con te, infatti per questo primo maggio, come in altre occasioni di festività in cui i negozi sono aperti, è stato lanciato lo "sciopero della spesa".
    Purtroppo non basta, ma il problema dell'egoismo secondo me è il problema principale della nostra società.

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