Oltre al danno la beffa, si suol dire. È quello che è accaduto ad una cittadina cesanese che ha inviato un pacco ad una parente stretta tramite il servizio postale, sostenendo un costo che poi è quasi raddoppiato perché – per motivi ancora non chiari – il pacco è tornato indietro con un corriere che si è fatto pagare. Ma non è finita qui: il pacco non solo non è arrivato a destinazione, ma è tornato anche sgualcito, praticamente aperto. Tanto che anche in posta ne sono rimasti esterrefatti.
Ecco quanto è accaduto. A fine marzo la signora si è recata in posta e ha compilato l’apposito modulo con attenta precisione, indicando l’indirizzo esatto al quale inviare il materiale. La settimana scorsa la sorpresa del corriere e dell’ulteriore spesa. La signora, di conseguenza, arrabbiata per il pagamento, per il mancato recapito e per le condizioni del suo scatolone, si è recata presso l’Ufficio postale di via Garibaldi per chiedere spiegazioni.
Controllando lo stato dell’invio al computer, si è capito che il pacco non è stato consegnato perché l’indirizzo del destinatario sarebbe risultato inesistente. Informazione falsa: l’indirizzo esiste e – alla verifica – era scritto correttamente. Perché sia tornato al mittente in condizioni pessime, nessuno la sa. Perché la signora abbia dovuto pagare di nuovo? “È normale”, dicono in Posta, il corriere ha svolto un servizio.
Controllando lo stato dell’invio al computer, si è capito che il pacco non è stato consegnato perché l’indirizzo del destinatario sarebbe risultato inesistente. Informazione falsa: l’indirizzo esiste e – alla verifica – era scritto correttamente. Perché sia tornato al mittente in condizioni pessime, nessuno la sa. Perché la signora abbia dovuto pagare di nuovo? “È normale”, dicono in Posta, il corriere ha svolto un servizio.
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