Riceviamo e pubblichiamo - Viste alcune ricostruzioni di taglio “minimalista” del consiglio comunale dello scorso 28 aprile, apparse su alcuni media locali, e visti anche i tentativi di spostare l’attenzione del dibattito politico cesanese verso fantasiose ipotesi riguardanti la situazione interna del PDL, riteniamo opportuno ribadire ulteriormente la lettura politica che il PDL cesanese dà degli accadimenti di questi giorni.
Il Consiglio Comunale lo scorso 28 aprile avrebbe dovuto discutere il bilancio consuntivo.
La giunta D’Avanzo era chiamata in tale occasione a una prima verifica sostanziale, dopo aver incassato meno di un mese fa una fiducia con tanti “se e ma” (quelli espressi dal capogruppo del PD Negri) e dopo le dimissioni dell’assessore Francica, richieste a gran voce dall’opposizione e caldeggiate con meno clamore ma altrettanta determinazione dal PD.
Al banco di prova, questa fiducia zoppa non ha retto e la maggioranza si è sgretolata. Dopo l’appello del presidente Bersani, il gruppo del PDL, verificato che la maggioranza non aveva i numeri sufficienti, è uscito dall’aula, subito seguito dagli altri consiglieri di minoranza presenti, facendo così mancare il numero legale. Dopo 15 minuti di sospensione, durante i quali dai banchi della giunta partivano febbrili telefonate al consigliere Ursino, assente ingiustificato, il presidente ha sciolto la seduta. Solo allora, quando era ormai troppo tardi, si è materializzato senza alcuna fretta il consigliere mancante: evidentemente l’annunciato rimpasto di giunta, reso necessario dalle dimissioni di Francica, ha destato qualche malumore in alcune aeree della maggioranza, dalle quali è partito l’ennesimo segnale diretto a D’Avanzo.
Il sindaco è sempre più un uomo solo al comando, che si ostina a rimanere in piedi sulle macerie del proprio fallimento nonostante tutto e tutti; purtroppo non farà mai il passo indietro che la logica delle cose gli imporrebbe, il culto della propria personalità glielo impedisce. E’ invece più difficile comprendere cosa impedisca agli scontenti del PD di prendere in mano la situazione una volta per tutte e interrompere l’agonia di questa giunta, che fa solo male alla città. Che cosa teme il PD? Forse il giudizio degli elettori?
A breve D’Avanzo porterà in Consiglio Comunale il bilancio di previsione 2011, che taglierà una serie di servizi ai cittadini. Alla seduta del 28 aprile erano presenti fra il pubblico le mamme dei bambini di Oltre il Nido, un bel progetto avviato qualche anno fa all’asilo nido Montessori del Tessera, dedicato a quei bimbi che non frequentano il nido e ai loro genitori e nonni. Un progetto che dopo l’approvazione del bilancio preventivo 2011 non esisterà più. E’ utile ricordare che il Nido Montessori, uno dei soli due presenti a Cesano, non ha nemmeno la sezione lattanti e ogni anno decine di neonati cesanesi non possono accedere agli asili nido per mancanza di posti, con gravissimo disagio per le famiglie ed enormi ricadute sociali.
Per la cronaca, non esisterà più nemmeno il servizio di navetta, inaugurato in pompa magna durante la campagna elettorale del 2009 (come la piscina).
Siamo certi che D’Avanzo giustificherà questi tagli addossando la colpa al Governo, come è solito fare. La verità è, però, ben diversa e noi abbiamo iniziato a dirlo anni fa, in tempi ancora non sospetti: da anni D’Avanzo tieni in piedi i bilanci esclusivamente grazie a entrate straordinarie, derivanti per lo più dalla lottizzazione degli ultimi fazzoletti disponibili di terreno edificabile. Nel frattempo non ha messo in campo le necessarie politiche di rigore ma, al contrario, ha scialacquato risorse pubbliche in opere mal progettate e destinate in partenza al fallimento, come la piscina, o in realizzazioni costosissime e di scarsa o nulla utilità come l’incompiuta palazzina di via Kennedy o la Sala della Trasparenza, i cui costi di gestione esorbitanti, paragonati all’effettiva fruizione da parte dei cittadini, farebbero propendere per l’abbattimento. Facendo un paragone, la situazione di Cesano è analoga a quella di una famiglia il cui padre, trovandosi disoccupato e senza reddito, andasse a vendere tutti i gioielli di famiglia e utilizzasse il denaro ricavato non per sfamare i figli, ma per acquistare un’auto di lusso.
Quanti danni dovrà ancora fare D’Avanzo, prima che il suo partito trovi il coraggio di liberarcene?
PDL Cesano Boscone - i coordinatori
Aurelio Agnusdei
Michele Valastro
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