lunedì 30 maggio 2011

ELEZIONI - Giuliano Pisapia è il nuovo sindaco di Milano


E’ Giuliano Pisapia il nuovo sindaco di Milano riconquistata dal centrosinistra dopo quasi un ventennio di governo di centrodestra. Il voto di ballottaggio ha infatti confermato l’intenzione dei milanesi di voltare pagina: Pisapia al momento in cui scriviamo (scrutinate la metà delle sezioni) raggiunge il 55% dei voti...

Non sono bastate a Letizia Moratti le promesse dell’ultima ora, da ecopass abolito per i residenti a al via libera al parcheggio, sempre per i residenti, sulle strisce blu. Né è stata sufficiente la più complessiva autocritica a proposito di una campagna elettorale aggressiva che ha prodotto il rovesciamento dei ruoli originari tra cosiddetti moderati e cosiddetti estremisti. Il ruolo interpretato dal premier Berlusconi, che ha trasformato il voto in un test nazionale per poi all’ultimo momento dichiararne la scarsa influenza sullo scenario politico più complessivo, ha certo danneggiato la candidata PDL che paga comunque anche il suo distacco dai problemi quotidiani di cittadini e cittadine e la sua propensione verso tematiche, come l’EXPO, che sono state affrontate più con l’occhio del business che con quello della grande operazione socioculturale che dovrebbe essere nelle ispirazioni originarie di simili eventi. In questo contesto anche la scarsa combattività della Lega Nord, che nelle due settimane precedenti il primo turno è parsa più preoccupata di sfilarsi e prendere le distanze da un possibile collasso elettorale del centrodestra, non ha certo portato acqua al mulino di Letizia Moratti. 


Un mulino che ha ricevuto meno acqua del previsto e spesso avvelenata (l’ “abbiamo sbagliato candidati” detto dal presidente del Consiglio a pochi giorni dal voto non è parso precisamente il miglior sprone alla mobilitazione elettorale). Difficile comunque che il voto milanese, cui si aggiunge la vittoria di De Magistris a Napoli in una misura del tutto inattesa, non abbia ripercussioni sulla stabilità del governo, tanto più che il dibattito, il riposizionamento delle forze in campo, il rimbalzare di accuse e vere e proprie prese di distanza, si sono avviati già a urne ancora aperte. 


Al di là del comprensibile entusiasmo che serpeggia tra le forze e l’elettorato di centrosinistra, comincia ora la fase più complessa per il neo sindaco Pisapia, chiamato a tenere insieme un’alleanza assai articolata e non del tutto politicamente omogenea e con una vittoria, insieme a quella di Napoli, che ha visto il principale partito della coalizione, il PD, non nel ruolo di forza trainante ma di forza di supporto, insostituibile per peso elettorale e organizzativo, a due candidati che hanno prevalso su quelli dei democratici alle primarie o addirittura, come a Napoli, nelle stesse urne elettorali.

12 commenti:

  1. Bella analisi. Unica cosa da eccepire, non si stupirà, sul PD.

    A Napoli, il partito democratico è stato giustamente punito dall'elettorato.

    A Milano pur avendo perso le primarie, si è affermato alla grande (circa il 29%) e sarà la principale (di gran lunga) forza di governo della città.

    In generale, invece, nella grande vittoria del centrosinistra, credo si tratti di un gran giorno anche per il PD bersaniano.

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  2. Caro Negri le faccio notare che ho scritto che il peso del PD all'interno della coalizione è "insostituibile per peso elettorale e organizzativo", quello che spero è che però passata la legittimissima voglia di far festa si faccia anche una qualche riflessione sulla scelta dei candidati. Ora tutto è passato e non vale la pena rivangare, ma ricordiamo, per l'ultima volta, che se fosse stato per l' "apparato" PD Pisapia non sarebbe stato candidato.

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  3. Bravo Fulvio come sempre. Nei prossimi giorni - a freddo - commenterò.

    Adesso a caldo mi viene in mente una cosa sola: queste elezioni hanno dimostrato, inequivocabilmente, che quando si fanno delle primarie vere, o come a Napoli quando si riesce a ridare entusiasmo e a generare speranza VERA di cambiamento... la buona politica vince.

    Devo dare atto al Pd (quando c'è da criticare non mi tiro certo indietro) che oggi questo successo se lo meritano al 100%, sia per il senso di responsabilità sia per la capacità di rimediare ad errori locali.

    Oggi in Italia c'è un Pd più maturo, più autorevole e politicamente "più giovane e moderno", se saprà stare al fianco della sinistra laica ed ecologista e della "società responsabile", politicamente organizzata o meno, si raggiungeranno dei risultati che ieri ci sembravano impossibili ma oggi sono a portata di mano.

    Rino Pruiti
    Per Buccinasco
    Lista Civica
    http://perbuccinasco.wordpress.com

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  4. Sinceramente leggere la vittoria di Giuliano Pisapia come una conferma delle primarie mi sembra molto, ma molto tendenzioso.

    Pisapia non ha vinto per la legittimazione derivante dalle primarie. Ai milanesi, delle primarie della sinistra importava poco, infatti non ci sono andati. C'è stato tutto un dibattito sullo scarso successo dell'iniziativa.
    Con Stefano Boeri lo schieramento avrebbe vinto lo stesso, perché la vittoria a Milano non è frutto dell'uomo o del programma, ma si inserisce in una richiesta nazionale di cambiamento di metodo.
    Ancora a marzo la destra avrebbe vinto, magari di poco e nonostante i suoi problemi.
    Quello che è accaduto da allora, è che in poche settimane questo schieramento, a partire dal suo capo, ha scaricato nella società italiana una quantità enorme di odio e aggressività. Finora aveva funzionato, ma il troppo stroppia.
    La gente, anziché ingoiare la solita dose di anestetico mentale, è stata urtata nella sua sensibilità. Forse è stata raggiunta la "bella dose" di cui parlava Montanelli.
    Le persone hanno iniziato a chiedersi, ma siamo sicuri che sia come dicono?
    Alle domande sono seguite le constatazioni.
    La mia personale sensazione, è che gli italiani abbiano finalmente ammesso con se stessi di stare male. I milanesi lo hanno negato a lungo, facendo spallucce a ogni questione morale, di metodo, di principio, rifugiandosi nel cinismo. Ma ora è diventato troppo evidente.
    Perciò una massa di milanesi e di italiani, che finora se ne era sostanzialmente fregata, ha votato per cambiare persone, stile e argomenti, sommandosi all'elettorato dello schieramento opposto e permettendogli di vincere.
    Sarebbe andata così comunque, con Pisapia, Boeri o un altro.

    Questo è molto importante perché ai milanesi e agli italiani al momento non importa nulla delle primarie, quanto di tornare a occuparsi dei problemi del Paese e delle città. Sarebbe persino facile, se ci fosse la volontà, dato che le cose da fare sono arcinote.

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  5. Può anche essere signor La Spada che sarebbe comunque andata così, la sua analisi sullo stato del Paese è sicuramente inconfutabile, ma ovviamente non abbiamo la controprova che sarebbe "in ogni caso" andata così. Continuo a credere che Boeri, al di là della stima che giustamente merita, rimanesse il classico candidato di vecchio tipo, espressione di una società civile che ci viene sempre rappresentata come composta solo da avvocati, medici, liberi professionisti in genere, piccoli e medi imprenditori (che restano comunque assai diffidenti verso la sinistra) mentre si esclude quella vasta area popolare che per comodità definiremo “delle periferie” in senso lato e non solo residenziale. Penso che Pisapia abbia rappresentato un valore aggiunto (anche se pure lui paradossalmente avvocato) che ha saputo coniugare il moderatismo dei settori di cui sopra con un autentico spirito di radicale cambiamento e di risposta ai bisogni, ma anche alla storia politica, dei ceti popolari , di una vasta area del mondo giovanile e di quell’insieme variegato che fa riferimento al mondo della cultura che a Milano ha sempre avuto un ruolo non secondario. Non trascuri anche il fatto che Pisapia non è mai stato considerato l’espressione di un “apparato” politico, ma come la scelta di una serie di aree e aggregazioni politiche parecchio disperse che in questa figura hanno trovato, finalmente direi, un momento di sintesi. Non credo che questa operazione sarebbe riuscita a Boeri nello stesso modo e non si può negare che questo percorso sia cominciato proprio con le primarie. Non mi è chiaro perché consideri un’analisi di questo genere “faziosa”, nessuno vuole sminuire il ruolo centrale del PD, ma i fatti raccontano di una candidatura appoggiata in conseguenza dell’esito delle primarie, che non è stato quello che il gruppo dirigente milanese del PD auspicava ovviamente, altrimenti non avrebbe contrapposto all’attuale sindaco di Milano un altro candidato.

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  6. Accetto i suoi argomenti, a questo punto entriamo nelle opinioni quindi ognuno ha la sua.
    Potrei rispondere che "l'esito delle primarie" ha creato il rischio per la sinistra di perdere tutto, mettendo una personalità targata e sostenuta da una minoranza, al posto di una personalità civica più adatta ai tanti milanesi liberali (come è noto i "moderati" sono già ovunque, intestarseli tutti è un altro esempio del poco rispetto berlusconiano per l'intelligenza).
    Comunque buon lavoro al nuovo sindaco e alla sua squadra, ci mancherebbe, siamo tutti sulla stessa barca!

    Riguardo al "tendenziosa": inteso come suggerire una lettura dei fatti che non emerge dai fatti stessi.

    Le primarie all'italiana sono una versione pasticciata di un modello chiaro, in questo caso statunitense.
    Che le primarie le vinca Obama o la Clinton, sono esponenti Democratici. Che vinca Palin o Romney, sono Repubblicani.
    Le primarie italiane sono tra partiti diversi, con elettori diversi e sensibilità diverse. Creano contrasti, non unità. Infatti sono già in crisi, con partecipazione calante. Anche questo purtroppo "raccontano i fatti".

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  7. Dire che ognuno ha la sua opinione, mi permetta, ha la stessa carica di dirompente originalità di proclamare che la pioggia bagna. Comunque morta lì. Le faccio osservare, ad ogni modo, e qui non siamo nel "regno dei se" ma in quello del "già accaduto", che di candidati che corrispondevano al suo profilo ideale e non a quello da lei definito rischioso, il centrosin
    istra ne ha già presentati due in passate occasioni: l'imprenditore Fumagalli e il prefetto Ferrante, entrambi non a rischio sconfitta ma sconfitti del tutto. In politica, mi creda, i teoremi che vogliono a tutti i costi mettere le mutande alla storia reale funzionano, temporaneamente,
    solo per il futuribile, ma quando hanno già alle spalle smentite clamorose sono solo una dimostrazione di "utopismo idealistico" che può, a quanto pare, appartenere anche a chi fa mostra di realismo e pragmatismo. La realtà dice che Pisapia ha vinto e i Fumagalli e i Ferrante hanno perso. E questa non è un'opinione.

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  8. La teoria di La Spada è un classico di chi non frequenta la società reale, quella che soffre e quella che spera, quella frustrata e incazzata, quella che chiede unità ai progressisti.

    Quelli come La Spada guardano la società attraverso un vetro culturale così come si guarda un vetrino al microscopio, senza toccare niente, senza contaminarsi o farsi contaminare.

    Si teorizza lo stesso errore che hanno fatto gli spindoctor della Moratti consigliandole tutta una serie di errori che l'hanno poi portata a perdere.

    Se c'è una coalizione eterogenea ci devono poi essere delle primarie e, onore al Pd, vanno poi rispettate.

    Qualsiasi altro candidato milanese che non fosse passato dalle primarie avrebbe perso, non solo per i voti mancanti ma soprattutto perchè non avrebbe generato quel miracoloso entusiasmo che ha poi generato un contagio civile vincente.

    Siamo umani, non viviamo di statistiche ma di sentimenti, di amore e di piacere.

    Ovunque questo non è accaduto si sono perse malamente le elezioni, dove invece si è rispettato e incoraggiata l apartecipazione si è vinto.

    Questo dicono i fatti. Per La Spada, non facendo lui parte del popolo del centro-sinistra, non è chiaro che c'è un dna comune, una cultura e una "fratellanza" che alla fine emergono sempre e comunque.

    Tra un vendoliano e un piddino, alla fine, quello che conta sono tre o quattro cosa che sono sempre sempre e sempre condivise.

    La panzana dei moderati, se mai è stata vera, oggi non ha più nemmeno senso citarla.

    Pisapia ha riportato al voto gente che non votava, è andato fisicamente la dove la sinistra non andava più, quindi ha vinto il candidato, ha vinto il Pd, ha vinto Milano e soprattutto ha vinto un ritrovato (non nuovo) stile e metodo di far politica.

    La cosa più bella è che adesso non si tornerà mai più indietro e questo ritrovato entusiasmo e consapevolezza faranno scuola in tutta Italia, anche a Buccinasco e nel sudovest Milano.

    Se ne faccia una ragione sig. La Spada, siamo stanchi di sciocchezze e siamo stanchi di divisioni politiche e finti candidati.

    Già si parla di nuovo Ulivo... e il cuore riprende a battere forte nonostante l'età.

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  9. Cari Scova e PD, già cominciate a deridere, tipo la "pioggia è bagnata", o addirittura il cavallo di battaglia dei mediocri, "non sai di cosa parli".
    Io non ho bisogno di sminuirvi per rafforzare le mie tesi, mi basta parlare dei fatti, che purtroppo per voi sono quelli che ho descritto:
    - Disinteresse crescente per le primarie. Quelle di Milano sono state un fallimento.
    - Ribellione generale al modello berlusconiano, che ha spinto dall'altra parte palate di voti in tutta Italia.

    Quando furono candidati Fumagalli e Ferrante l'Italia era felicemente berlusconiana. Voi credete che Pisapia al loro posto avrebbe vinto?
    Bene, ognuno darsi una risposta e capire la validità dei vostri ragionamenti.

    Guardate che per me il cambiamento è importante per fare tutto quello che serve a Milano e in Italia. Dalle vostre piccate risposte intuisco però che vi preme che si facciano le primarie di coalizione a Buccinasco (e dai Fulvio, diciamolo, mi baso solo sulla lettura del giornale), un ragionamento diverso vi scoccia e perdete rapidamente la pazienza.

    Concludo spiegando a chi legge come la vedo io.
    Ogni partito sceglie il suo candidato come preferisce, con o senza primarie. Dai partecipanti si vede anche se conta più di quanto dicano i voti (o se conta qualcosa, per chi non si fosse mai presentato).
    Poi è naturale che il più grande parli con i piccoli per trovare una sintesi, garantendo adeguata rappresentanza, in modo pubblico e trasparente, facendo almeno metà della squadra prima delle elezioni.
    Se il grande è troppo esoso, i piccoli hanno sempre la possibilità di allearsi tra loro.

    Questo
    - garantisce a ogni elettore di essere rappresentato dai suoi.
    - spinge tutti a impegnarsi per il risultato comune.
    - rassicura gli incerti sull'atteggiamento equilibrato che terrà la coalizione.

    Inoltre
    - impedisce al partitino di tentare il colpaccio scippando un consenso che non possiede.
    - fornisce agli elettori dell'altra parte una proposta ragionata e credibile.

    Per la cronaca, io faccio parte di una lista civica minoritaria, che chiede una politica moderna, oltre destra e sinistra, quindi ho scritto cose che non mi convengono.
    Ma nella vita ho imparato che fare le cose giuste da più soddisfazione.

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  10. Alessandro dice :"Concludo spiegando a chi legge come la vedo io.
    Ogni partito sceglie il suo candidato come preferisce, con o senza primarie. Dai partecipanti si vede anche se conta più di quanto dicano i voti (o se conta qualcosa, per chi non si fosse mai presentato).
    Poi è naturale che il più grande parli con i piccoli per trovare una sintesi, garantendo adeguata rappresentanza, in modo pubblico e trasparente, facendo almeno metà della squadra prima delle elezioni.
    Se il grande è troppo esoso, i piccoli hanno sempre la possibilità di allearsi tra loro."

    in pratica il vecchio schema della prima e seconda repubblica, 4 persone che si riuniscono in una stanza e decidono per tutti, se a tutti va bene ok, se no pippe!

    Quindi se il "più grande sbaglia" , vedi esempio di Napoli, tutti dovrebbero soccombere e il centro-sinistra perderebbe quasi sempre...

    Perfino la Puglia oggi sarebbe amministrata da personaggi ignobili senza la catarsi della primarie che ha stravinto Vendola.

    Meno male che questo metodo proposto è superato e che il Pd ha capito (si spera).

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  11. Quante bellissime analisi da intellighenzia "sinistra". E' solo questione di,mi auguro poco, tempo. Nella speranza che non si arrivi a deteriorare il "gia' fatto", PRODI E L'ULIVO ......INSEGNANO. Comunque affinché non sia un post qualunquista, avete vinto e adesso provate a governare e basta con i bla bla da salotto

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  12. Giambattista Maiorano5 giugno 2011 alle ore 22:26

    Non capisco gli anonimi. Meno che mai coloro che pontificano attribuendosi qualifiche che dicono tutto e niente. Firmarsi PD, per quanto mi riguarda, è il nulla assoluto. Se questo signore/a fosse PD non avrebbe alcun timore a dichiararsi poiché parlare di primarie dovrebbe essergli familiare, una cosa di casa.
    Di primarie, ancorché non proprio americane, il PD ne ha fatto un costume avendo il coraggio, come per Napoli, di annullarle con la consapevolezza di un prezzo decisamente salato da pagare. Ma chi sbaglia è giusto che paghi!
    A Milano, certo che i democratici milanesi avrebbero preferito un loro candidato. Dal momento in cui l'esito delle primarie di coalizione ha detto Pisapia, il PD milanese non si è perso in stupide nostalgie e, pancia a terra, ha lavorato per la sua vittoria nel rispetto di regole che esigono che il vincitore sia il candidato sindaco dell'intera coalizione e vincola tutti. Un comportamento questo che è stato ampiamente premiato tanto che il PD contende al PDL il primato in città.
    Se c'è una cosa che Pisapia non ha mai nascosto è da quale parte stare. Non si è presentato dicendo né destra, né sinistra, né centro destra, né centro sinistra. Ha detto senza infingimento quali erano i suoi riferimenti ed anche questo ha contribuito alla vittoria. I suoi comportamenti, lo stile di moderazione, la considerazione nella Milano moderata e dei ceti produttivi, della borghesia illuminata hanno fatto il resto. Proprio il suo stile lo ha portato addirittura a prendere le distanze da talune affermazioni di Vendola più suggerite dall'entusiasmo della vittoria che dalla conoscenza della realtà milanese. Pisapia ha dimostrato rispetto per l'insieme della coalizione e sono certo che vorrà e saprà essere veramente il sindaco di tutti i milanesi.
    Primarie a Buccinasco? Perché no! Imbarazzante sarebbe se a candidarsi aspirasse chi ad oggi continua ad affermare che non vuole saperne nè di destra, né di sinistra, né di centro destra né di centro sinistra, dichiarando magari che di coalizioni non se ne sente il bisogno, chiedendo magari al PD di farsi pure da parte, di partecipare se ne ha voglia, ma senza troppe pretese perché se no si rischia di tornare a metodi di prima repubblica.
    Francamente di quei metodi non me ne frega nulla e tutto l'impegno del PD, posso garantirlo, è per superare astruse alchimie. Detto questo, nessuno speri che possa tornare in auge un altro metodo, ovvero quello delle utilità marginali con la pretesa illuministica di voler il tutto pur rappresentando poco più di niente.
    Le elezioni ci diranno quali saranno i destini di Buccinasco. C'è ancora tempo ed il centro sinistra intende allargare la propria capacità di espansione non costringendola agli attori attualmente presenti al tavolo programmatico. L'importante è avere il coraggio di presentarsi per quello che si è e di scegliere in anticipo il percorso che porta all'obiettivo.

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