venerdì 20 maggio 2011

BUCCINASCO - “Per Buccinasco” mette sui binari un treno di proposte

Un treno carico di proposte, è questa l’immagine emblematica che la neonata lista civica Per Buccinasco ha scelto nel corso della sua prima uscita pubblica di ieri sera alla Cascina Robbiolo. Non un treno ad alta velocità, dove si arriva presto e subito senza poter neppure catturare un’immagine del panorama. Ma un treno destinato a compiere un viaggio ben preciso, meditato, con un panorama che non sfugga agli occhi di passeggeri e manovratori e con tanto di fermate intermedie perché non vuole essere protagonista di un viaggio immaginario e illusorio ma di un tragitto davvero percorribile, passo dopo passo...


E per di più un treno che poggia su due binari ben precisi: uno fatto di legalità e codice etico di comportamento (obiettivo, una classe dirigente degna, mica poco di questi tempi) e un agire politico fatto di partecipazione e di progetti condivisi, due linee guida da cui non si potrà sgarrare perché dai binari chi sgarra, appunto, deraglia.
Stazione Futuro si chiama quella di partenza, Identità di Buccinasco quella di arrivo. In mezzo individuate almeno sei fermate: il disegno del territorio, la persona, l’ambiente, la sicurezza, i lavori pubblici, la cultura. Non necessariamente in quest’ordine di priorità, il progetto è appunto da costruire in modo partecipato. “Non è un treno su cui si sale gratis – ha detto Rino Pruiti, una delle anime delle lista – e non parlo di soldi, almeno non solo dato che serviranno anche quelli, il prezzo del biglietto è fatto dall’impegno, dalla creatività, dall’intelligenza e dalla volontà di mettersi in gioco di ognuno”. 

E di volontà di mettersi in gioco se ne è vista in questa prima uscita della Lista, che ha indirizzato il proprio dibattito su due temi emersi come centrali: territorio e cultura. Il territorio e la sua occupazione, o meglio sarebbe dire lo stop al suo consumo, senza dimenticare le esigenze e le “costrizioni” che vengono da una realtà comunque in sviluppo. Come costruire quindi, ma anche e soprattutto quali equilibri, sociali e ambientali, rispettare, come evitare crescite disordinate e incoerenti, come rispondere a bisogni reali senza essere eterodiretti dalle esigenze, spesso drogate, del mercato e della speculazione. 

La cultura come ricerca dell’identità di una comunità e dell’ambiente in cui vive, che sarebbe poi proprio gran parte dell’ultima fermata. Questioni trattate in modo a volte distinto, spesso venute a sovrapporsi e che Pruiti ha sintetizzato con il termine “vocazione territoriale”, richiamandosi esplicitamente anche al progetto che il nostro settimanale, affiancando la società consortile Soluzioni Territoriali e la Comunità europea, ha recentemente avviato. 

Discussione densa, a tratti appassionata, qualche volta, soprattutto nell’introduzione, un po’ troppo tecnicistica, ma di laboratorio appunto si tratta e risulta difficile non scivolare a volte nel tecnicismo. E il problema di non essere “autoreferenziali”,  bensì di avere la capacità di “fare rete” per allargare il consenso e la condivisione è stato posto da Maurizio Carbonera, sottolineando la necessità che la ricerca deve essere indirizzata soprattutto a non lasciare “talenti inespressi”. 

Serata all’insegna dell’assoluta concretezza programmatica (Milano insegna, la concretezza paga, il “trombonismo" la fa pagare), quindi, senza polemiche o spirito di rivalsa verso il recente passato, quasi mai citato come se la sua ingloriosa fine rendesse scontato che il capitolo è chiuso e sepolto, ma anche con l’idea ben chiara che la Lista non è qui per fare testimonianza ma, è ancora Pruiti a parlare, “per vincere, a fianco di chi vorrà esserci e confrontarsi, ma se necessario anche da soli”.


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