venerdì 30 aprile 2010

Grande Città - Quelli che…il Burraco

Un pomeriggio in università ho sentito un gruppo di ragazze che si davano appuntamento per incontrarsi la sera a casa di una di loro per la “solita partitina a burraco”. Mi si è aperto un mondo. Forse per i troppi film visti, il mio immaginario è subito andato al classico gruppo di amici che si dà appuntamento per la bisca serale di poker per soli uomini, immersi in una nuvola di fumo attorno ad un tavolo verde bevendo birra, non di certo a delle ragazze, nè tanto meno a delle signore che si riuniscono a turno a casa di qualche amica sorseggiando del buon vino o del the mentre giocano a carte degustando manicaretti. Eppure il burraco è riuscito a fare il miracolo.
C’è chi afferma che probabilmente sia nato in Uruguay negli anni 40 e che sia una derivazione dalla canasta, o chi lo fa derivare dal termine portoghese "buraco" che tradotto significa "setaccio o passino", sta di fatto che a metà degli anni 80 questo coinvolgente gioco di carte sbarca in Italia, per la precisione in Puglia. Non è passato molto tempo prima che si diffondesse a macchia d’olio in tutta la penisola, grazie anche alla nascita di veri e propri club o circoli...


Da qui alla costituzione nel 1997 della F.I.bur (Federazione Italiana Burraco) il passo è stato breve, con sede storica proprio a Milano e con lo scopo di “divulgare il burraco e offrire una sana dimensione agonistica a chi ama divertirsi e socializzare”. Si delinea così il primo regolamento e codice di gara uniforme per tutti e, ad oggi, si contano più di 280 associazioni affiliate da tutta Italia con più di 16000 tesserati, con un calendario ricco di eventi: campionati, tornei nazionali e manifestazioni a scopo benefico.
Forse per la sua facilità iniziale di apprendimento delle regole e proprio per tali regole che appassionano per la loro peculiarità, come il riuscire a prendere il famigerato “pozzetto”, o per il fatto che si possa a discrezione giocare in coppia, in 4 (2 vs 2) o in 3 o in 5, sta di fatto che per molti versi sta soppiantando molti giochi di carte forse più noiosi e in cui il fattore fortuna è predominante, mentre nel burraco la strategia la fa da padrona. Altro tratto distintivo del gioco è che si stima che i 2/3 dei giocatori siano donne, anche se, come ci ricorda la F.I.bur, il burraco è un gioco per tutti senza distinzione di sesso, età o estrazione sociale, sottolineando poi il fatto che apprenderlo è facile, giocarlo bene è un pò difficile, e su questo argomento la bibliografia è molto ricca di suggerimenti e tattiche di gioco.
Nell’hinterland milanese sono molte le associazioni che hanno adottato il burraco, come i Circoli Anziani presenti nel territorio, i vari Rotary Club, Banca del Tempo, ecc, e i tornei sono spesso in calendario e soprattutto legati ad iniziative benefiche, quindi basta tenerli d’occhio per passare qualche pomeriggio/sera divertendosi in compagnia. 
Federica Dipaola 

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