Riceviamo e pubblichiamo - The Nielsen Company è la società leader, a livello globale, nelle ricerche, informazioni e analisi di mercato, presente in oltre 100 paesi nel mondo.
In Italia l’azienda conta oggi 372 dipendenti così distribuiti: 73 a Milano, 3 a Roma, 296 a Corsico (Milano).
Nel 2008 Nielsen mise in atto una procedura di mobilità che causò il licenziamento di 27 lavoratori cui si è accompagnato negli ultimi anni un pesante piano di incentivazione all’esodo per un totale di circa 80 dipendenti fuoriusciti da Nielsen negli ultimi 3 anni.
Nonostante questo, in data 15 Aprile, l’azienda ha avviato una nuova mobilità che prevede il licenziamento di altri 30 lavoratori.
Come il management italiano ha sottolineato, si tratta di un percorso, una “disciplina continua” di cui non è dato di conoscere i confini e gli obiettivi finali...
Fin dal giorno dopo la chiusura della precedente mobilità era stato chiesto con forza e chiarezza, da parte delle RSU e delle OO.SS., di optare per una un’inversione di tendenza rispetto alla linea adottata, avviando un percorso condiviso che permettesse di conoscere il Piano Industriale aziendale nel periodo medio-breve e, tenendo questo come punto di riferimento, attivare tutti gli strumenti e gli spazi necessari per raggiungere gli obiettivi di salvaguardia del posto di lavoro e del patrimonio di competenza e professionalità oggi ancora esistente in Nielsen.
Invece, ancora una volta, l’azienda ha optato per una scelta unilaterale e traumatica, cancellando posti di lavoro in Italia per cedere settori produttivi e commerciali alla società indiana TCS del gruppo TATA.
Va anche sottolineato che la procedura di mobilità, diviene ancora più pesante e drammmatica per i lavoratori in quanto Nielsen, essendo una società di servizi, non può avvalersi nè della cassa integrazione nè di nessun altro tipo di ammortizzatore sociale; inoltre l’azienda ha dichiarato di non voler prendere in considerazione altri strumenti di protezione del posto di lavoro, come la CIGS in deroga o i contratti di solidarietà, in quanto orientata a procedere solo nell’ottica di una razionalizzazione delle risorse attraverso il ricorso all’outsourcing.
Compreso chiaramente che non vi è l’interesse, da parte di Nielsen, di procedere ad una difesa occupazionale condivisa, è naturale la forte preoccupazione da parte dei lavoratori per il proprio posto di lavoro, in un mercato dove è difficile trovare una rapida e soddisfacente ricollocazione, situazione maggiormente acuita dall’attuale condizione di crisi diffusa. Le conseguenze del licenziamento, oggi, significano impatti devastanti sulle famiglie dei lavoratori coinvolti e conseguentemente sul tessuto sociale.
Per questi motivi i lavoratori della Nielsen riuniti in Assemblea, unitamente alle OO.SS., hanno dichiarato lo stato di agitazione e mobilitazione permanente.
R.S.U. Nielsen
Nessun commento:
Posta un commento