giovedì 19 settembre 2013

CESANO BOSCONE - La festa patronale e il banchetto della discordia

E’ sabato 14 settembre, a Cesano Boscone. Si tratta di una giornata soleggiata, anche se non eccessivamente calda. Sembra anche un sabato tranquillo, quando un tuono piuttosto intenso squarcia l’usuale cielo dell’hinterland milanese a metà tra l’azzurro e il grigio opaco...
No, non stiamo parlando di un temporale estivo. Bensì di un post pubblicato su Facebook, nel gruppo ‘Regno di Cesano Boscone’. Si tratta di una foto pubblicata da un esponente del Movimento 5 Stelle, Gianfranco Farina, che ritrae un banchetto con a fianco le bandiere dell’Italia dei Valori. Nulla di male, sia ben chiaro, se non fosse che ci troviamo nel pieno della festa patronale di Cesano Boscone: un periodo dell’anno in cui, in maniera usuale tanto quanto le tristi sfumature del cielo milanese, ogni tipo di banchetto politico-elettorale viene vietato dalla Polizia Locale.

Tanto che, in un comunicato pervenutoci in redazione, il Movimento 5 Stelle di Cesano Boscone ha così voluto esprimere il proprio disappunto: “Un nostro attivista nei giorni antecedenti l'inizio della Festa Patronale si era recato presso il Comando della Polizia Locale di Cesano Boscone per chiedere la possibilità di posizionare un banchetto del MoVimento 5 Stelle, nei week-end di svolgimento della Festa citata, all'interno del territorio del Comune di Cesano Boscone” si legge nel testo, che prosegue: “In tale sede era stato risposto al nostro attivista che durante le celebrazioni della Festa Patronale, e quindi fino a lunedì 16/09, non sarebbe stata data alcuna autorizzazione a banchetti politici all'interno del territorio Comunale”. 

Su Facebook si scatenano i commenti. Persone inalberate, altre incredule. C’è chi tiene un comportamento più moderato e chi si scaglia in modo netto contro i responsabili dell’accaduto. Il dibattito va avanti e ad intervenire in modo deciso è anche Nicola Pignataro, esponente della neonata lista ‘Cesano Cambia’ e personalità importante dell’ASCO, che afferma: “Questo è un precedente "pericoloso" ed è comunque un atto di arroganza un po' tipico di chi ci amministra (non tutti fortunatamente) che non perde mai occasione per pontificare e giudicare i cittadini stanchi di esser presi in giro”.

All’interno dei commenti, inizia poi anche un dibattito sulla concezione della parola ‘Casta’. Un termine doverosamente affibbiabile a quei quasi mille Parlamentari appena rientrati da più di tre settimane di meritata (?) vacanza, ma che viene difficile da accostare con le medesime modalità a persone che, per la maggior parte dei casi, fanno della politica una passione volontaria, più che una professione. Come accade, del resto, in quel di Cesano Boscone e in tutta la nostra Grande Città.

Al di là di queste disquisizioni, questo non può e non deve rappresentare un attacco alla lista cesanese dell’Italia dei Valori, che certamente avrà ricevuto il permesso di esporre il proprio banchetto da qualcuno. Il punto scottante e saliente, piuttosto, è quello riconducibile alla domanda: “chi è stato a concedere tale permesso?”. 
Non è certo la risposta a questo quesito a risolvere i problemi del Comune di Cesano Boscone e di tutte le amministrazioni locali del sud-ovest, ormai quotidianamente costrette a salti mortali per sopravvivere. Ma si tratta di una questione di correttezza e di legalità, concetti da sempre giustamente fatti riecheggiare in numerose manifestazioni ed eventi. E questione che, per questo motivo, meriterebbe di essere spiegata con la massima trasparenza e lucidità nei prossimi giorni da chi di dovere.

Davide Mamone

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