giovedì 22 aprile 2010

Appuntamenti - Corsico - Salami e formaggi a BuonMercato


Domani sera alle 20.30 nella sede di BuonMercato (via Roma) si terrà un incontro con Ottavio Rube presidente ‘storico’ della cooperativa agricola Valli Unite del Tortonese (AL), che produce il Salame della Valli Tortonesi, uno dei 177 Presidi Slow Food. In questa occasione, oltre che degustare questo speciale Salame e altri prodotti della cooperativa, sarà possibile confrontarsi con le scelte ‘multifunzionali’ che le hanno permesso di diventare esperienza di eccellenza sul piano agricolo, sociale, occupazionale ed ambientale a livello territoriale. 
La cooperativa, come racconta Carlo Petrini di Slow Food in un articolo inviatoci dall'associazione BuonMercato, è nata nel 1977 da tre amici figli di contadini, allora poco più che ventenni: "è diventata un'esperienza di vita e di lavoro eccezionale, dove i loro sogni hanno trovato concretezza e solidità...
 
Oggi a Cascina Montesoro di Costa Vescovado si coltivano un centinaio di ettari in biologico: una ventina a vigna - cortese, barbera, dolcetto, l'autoctono timorasso - altri 20 a pascolo per vacche da carne e da latte, un centinaio di suini, e poi polli, conigli e altri piccoli animali da fattoria, e ancora cereali, foraggio. Il ciclo è chiuso: il foraggio serve per gli animali che pascolano liberi almeno otto mesi l'anno, le loro deiezioni sono il concime naturale della vigna e dei campi; i cereali servono per l'integrazione alimentare degli animali e per il pane, i dolci, tutto viene prodotto in cascina per l'autoconsumo e l'agriturismo. Con la carne si producono i salumi (presidio Slow Food). Nello spaccio aziendale si vendono il miele, le confetture e la carne. Ma all'inizio è stata dura: tutti erano contrari, a cominciare dai genitori. Fare cooperativa in una realtà contadina come quella piemontese, mettere in comune gli animali e la terra, era pura eresia. La prima stalla - negli anni in cui i finanziamenti erano abbondanti, purché si costruissero cattedrali di cemento armato per ospitare le vacche, chiuse e legate alla catena - fu costruita con materiali di recupero: traversine delle ferrovie, pali della Sip. Un viaggio in Francia convinse i tre amici che si poteva allevare diversamente. Là non c'erano capannoni, bestie chiuse. E si produceva, si viveva del lavoro della terra e fare il contadino  non voleva dire marginalità. Ma in Italia i pompieri non davano l'autorizzazione per l'insolita stalla in legno, dove le vacche erano libere e l'aria circolava". 
"Di recente sono stati installati pannelli fotovoltaici che forniscono energia per l'acqua calda e il riscaldamento e garantiscono da 22 a 24 mil kWh. Le colture non sono irrigue: si innaffia solo l'orto, ma con l'acqua piovana delle grondaie e il recupero dell'acqua dei lavaggi di cantina. Il rispetto della terra implica anche attenzione a non chiedere troppo e sfruttare al meglio quello che c'è". 
Giovedì 29 alle 21 tocca ai formaggi con l'incontro con Massimo Tomasoni, produttore di formaggi e latticini biologici. 

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