mercoledì 4 luglio 2012

Nasce al Forum di Assago la Lega di Maroni

Davanti a una platea di centinaia di candidati tutti impegnati a tifare Spagna nella finale di Euro 2012 e tutti dimentichi della lotta per l’indipendenza del popolo basco e delle infinite rivendicazioni autonomistiche delle regioni iberiche, quindi o ingrati o semplicemente disinformati, è nata al Forum di Assago la nuova Lega di Roberto Maroni. I “Caballeros” leghisti lo hanno votato e acclamato massicciamente.
"Vorrei che domani si ricominciasse a lavorare tutti insieme". E' l'auspicio espresso da Roberto Maroni, nel suo intervento da candidato unico alla segreteria federale della Lega Nord. Maroni ha invitato tutti quelli che sono pronti a collaborare, a partecipare, ma ha avvertito: "Chi è qui per chiacchierare a vanvera se ne può andare domani mattina", ha aggiunto senza permettere di capire a chi si riferisse... 

L'ex ministro dell'Interno ha invocato "Patti chiari, amicizia lunga". "Non me l'ha ordinato il medico di fare il segretario, anzi mi ha consigliato di non farlo - ha detto – Insomma un bel discorsetto facilmente riassumibile nei foglietti dei Baci Perugina e nel quale è mancato solo il riferimento al fatto che le stagioni non sono più quelle di una volta.

“Ma io lo faccio, se il congresso mi eleggerà, e garantisco lo stesso impegno che ho messo negli ultimi tre anni nella lotta alla mafia – ha proseguito Maroni. Lo voglio fare perchè credo nella Lega. Senza tutele, senza commissariamenti, senza ombre, con il consenso di tutti. E io ho intenzione di farlo come prevede lo statuto". Maroni ha assicurato che "Il progetto della Padania non cambia. Finchè ci sarò io non si toccherà l'articolo 1 dello statuto. La Padania diventerà una regione dell'Europa".

E ancora. "E' finito il ciclo dell'Europa degli Stati nazione. Quindi via alleanze con chi sostiene il governo Monti, via dalle poltrone, via dalla RAI, via da tutto insomma. Le vituperate chiacchiere a vanvera evocate da Maroni si sono presentate per vendetta proprio nel suo intervento, ironia della storia (o meglio della cronaca).

Parla anche l’ex leader massimo Umberto Bossi, non cita mai Maroni, assicura che lui c’è e ci sarà e accusa i servizi segreti di avere saputo tutto dell’amministratore leghista traditore dei ben noti principi morali di Bossi e famiglia e di avere taciuto per dare vita al trappolone che ha incastrato la Lega. A vanvera insomma.

f.s.

Nessun commento:

Posta un commento