E’ stato distribuito nei giorni scorsi ad Assago un volantino di dura critica alle intenzioni della Giunta Musella contro la vendita delle aree verdi per un valore di 7 milioni di euro, operazione prevista nel quadro del bilancio preventivo 2001. Nel volantino si dice testualmente “Riproponiamo invece la filosofia del Piano di Governo del territorio dell’Amministrazione Raimondo”, e ci si ripromette di bloccare l’operazione avviata dal sindaco...
La polemica è nota e attraversa lo scenario assaghese da qualche settimana. Vale però la pena rimarcare le firme dei partiti e movimenti che stanno in calce allo scritto: oltre a PD e SEL, infatti, vi troviamo anche quelle di Italia dei Valori e Rifondazione Comunista. “Meglio tardi che mai”, potrebbe aver pensato Domenico Raimondo, assaporando una tardiva consolazione.
Come tutti pensiamo rammentino, non fu infatti secondario l’atteggiamento ostile del PRC nei confronti dell’allora sindaco ora rimpianto e la stessa IdV non si fece remora alcuna di presentare alle elezioni comunali una lista che certo non concorse a rafforzare la coalizione dello stesso Raimondo. Ogni ravvedimento è naturalmente il benvenuto e il cambiare idea in politica non può certo essere considerato un fatto delittuoso (sempre che questo non avvenga con una frequenza cui può essere difficile tenere il passo, naturalmente), ma forse dovrebbe stimolare una qualche riflessione autocritica sugli atteggiamenti tenuti nei confronti di una coalizione amministrativa la cui caduta spianò inevitabilmente la strada all’attuale amministrazione Musella, con tutte le conseguenze del caso, tra cui appunto la cementificazione delle aree verdi.
“Quel che ho detto ho detto! E qui lo nego!”, diceva Totò, e ha fatto scuola.
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