Il terremoto delle primarie milanesi con epicentro la vittoria di Giuliano Pisapia, continua a mietere vittime e colpisce anche i quartieri alti: Filippo Penati, candidato plurisconfitto a provinciali e regionali e celebre anche per aver espresso il suo compiacimento per aver ottenuto buoni risultati nei quartieri del centro di Milano in occasione delle ultime consultazioni, ha rassegnato le dimissioni da capo della segreteria politica di Pierluigi Bersani. In una lettera scritta al segretario nazionale del Pd ha spiegato che di fronte al risultato delle primarie "credo sia necessaria una mia assunzione di responsabilità"...
Con involontario umorismo Penati scrive anche"perché credo che con Giuliano Pisapia si possa vincere, intendo rinunciare all'incarico di responsabile della segreteria politica che tu mi hai affidato". Laddove non si capisce se la rinuncia sia dovuta all’amarezza che la possibile vittoria di Pisapia gli procura o sia un gesto di generosità nei confronti dello stesso Pisapia libero così dell’ingombrante fardello del poco beneaugurante contributo dello stesso Penati.
La Velina Rossa, foglio molto vicino a Massimo D’Alema, aveva chiesto subito ed esplicitamente le dimissioni di Filippo Penati. "Non è più possibile, di fronte al responso delle primarie milanesi, non chiedere un atto di umiltà politica con le dimissioni dagli incarichi nazionali e locali per Filippo Penati" ha scritto il foglio politico dalemiano. Anche la presidente del partito Rosi Bindi aveva preso immediatamente le distanze dai dirigenti, milanesi e non ,artefici della naufragata “Operazione Boeri”: "Avevo consigliato il mio partito a non schierarsi nelle primarie di Milano - ricorda Bindi - Non per ignavia ma perché eravamo di fronte a tre autorevolissimi candidati.
I dirigenti locali hanno deciso il contrario ed era inevitabile, anche per lealtà verso il Pd, sostenere la loro scelta. Ora, immagino, ne trarranno le conseguenze per capire meglio i bisogni della città". Si può a buon diritto affermare che Penati sia stato in questi anni il più tipico rappresentante di quella sinistra presa di mira da Antonio Polito sul Riformista del 16 novembre scorso dove il giornalista così scrive tra l’altro: “Da anni la sinistra milanese si nasconde dietro la società civile, quasi per farsi dimenticare, come se si vergognasse del suo essere sinistra, pur avendo la sinistra, nella versione riformista di rito meneghino, una splendida e nobile storia.
Che sorpresa è se poi gli elettori del Pd disertano le urne? Avrebbero dovuto entusiasmarsi per l’architetto Boeri? E che sorpresa è se poi scelgono un uomo di sinistra come Pisapia, con una storia di impegno e di passione politica, e non solo di tecnocratico successo nelle professioni?”.
non sto piu nella pelle dalla felicita...finalmente libera milano...da penati & co....iauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu...
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