mercoledì 16 giugno 2010

Rozzano - Il tempo pieno non si tocca: Amministrazione e genitori sul piede di guerra contro i tagli della Gelmini

Dieci insegnanti in meno già l’anno prossimo
Giù le mani dal tempo pieno! A Rozzano è iniziata la mobilitazione di genitori ed insegnanti, appoggiati dall’Amministrazione, contro i tagli alla scuola previsti dalla riforma-Gelmini. Se, a livello nazionale, la manovra sembra prevedere tagli per otto miliardi di euro e 40mila posti di lavoro, quello di cui si è discusso in città in due distinte occasioni, il Consiglio comunale del 7 giugno ed un’assemblea pubblica il 10 giugno, è il destino delle scuole rozzanesi, elementari in primis ma non solo. Il punto è stato fatto in piazza Foglia dall’assessore Caterina Mallamaci assieme a diversi dirigenti scolastici: nell’anno scolastico 2010-2011 ci saranno i primi effetti con una sezione delle scuole primarie che dal tempo pieno passerà alle 24 ore settimanali...
 
Se quindi nelle altre classi il tempo pieno sarà mantenuto, parallelamente si assisterà ad una riduzione del corpo insegnanti, per un totale di dieci maestri in meno rispetto al fabbisogno reale (si salva dai tagli solo la scuola di Valleambrosia). Come conseguenza, gli insegnanti “superstiti” impiegheranno il loro monte ore in modo diverso, riducendo compresenze e laboratori. Ed alle medie, intanto, saranno eliminate quattro ore settimanali all’educazione tecnica, artistica e musicale.  

Amministrazione al fianco delle famiglie
Tante le mamme che hanno fatto sentire la loro voce nell’incontro del 10 giugno: oltre al futuro professionale dei docenti in esubero ed alle perplessità per la contrazione dell’offerta formativa, preoccupa in modo concreto la necessità di inventarsi delle soluzioni per  trovare una sistemazione pomeridiana ai propri figli. Una questione che riguarda i tanti genitori che lavorano e che temono di trovarsi svantaggiati rispetto a quanti possono permettersi di affidare i bambini altrove. Di fronte ai tagli, la Mallamaci ha spiegato che “ll Comune di Rozzano non può sostituirsi allo Stato ma intende continuare a stare al fianco dei genitori, degli studenti e dei docenti costretti a subire un modello di scuola che penalizza la qualità didattica e che non coincide con le necessità reali delle famiglie. In questi anni abbiamo messo in campo diversi progetti educativi in collaborazione con le scuole e valuteremo la possibilità di intraprendere tutti gli interventi che ci competono per rendere presente la situazione di Rozzano anche ad altri livelli istituzionali”.  

Il pretesto della crisi finanziaria?
La linea d’azione dell’Amministrazione era già stata anticipata durante il Consiglio comunale del 7 giugno, durante il quale si è svolto un ampio dibattito politico in merito. Ad introdurre l’argomento, con un ordine del giorno anticipato appositamente per permettere alle mamme presenti di assistere alla discussione, è stata la capogruppo Pd Stefania Busnari: “Una scuola primaria con insegnante unico e 24 ore settimanali non risponde alle esigenze delle famiglie che lavorano e costituisce un impoverimento dell’offerta formativa, con la riduzione di diverse discipline. Nella scuola del primo circolo mancheranno quattro docenti, tre sia al secondo che al terzo circolo. Noi siamo contro allo smantellamento del tempo pieno e vogliamo per questo dei tavoli di confronto istituzionale”. “La crisi finanziaria – ha argomentato Marco Masini, Rozzano per D’Avolio – si rivela un pretesto per scelte prettamente politiche: con questa riforma si favoriscono infatti in Lombardia le scuole private. In un contesto, quello rozzanese, dove i genitori già sono stati chiamati per dare contributi per il funzionamento standard delle scuole”. E dove, come ricordato dall’assessore Mallamaci, il tempo pieno ha svolto e continua a svolgere una funzione sociale per arginare la dispersione ed il disagio sociale.  

Parma e Perazzolo: “Solo aria fritta”
L’invito del Pd a esprimere contrarietà ai tagli e cercare tavoli di confronto è stato accolto da tutta la maggioranza, ma anche da Sinistra unita e da Io Amo Rozzano. Fortemente contrari invece Cristina Perazzolo della Lega e Marco Parma, rappresentante di Aria pulita ma anche preside dell’istituto superiore Calvino: “Dire alla gente – ha affermato quest’ultimo – che si faranno dei tavoli istituzionali per trovare soluzioni organizzative significa solo prendere in giro i cittadini. Non vuol dire nulla: se non ci sono i soldi, non ci sono i soldi” “Se l’Amministrazione – ha aggiunto l’esponente del Carroccio – non può fare nulla di concreto, allora questo punto è solo aria fritta, non so cosa possono attendersi i cittadini da tutto questo…”. Pdl ed Ermanno Valli, indipendente, hanno invece preferito non partecipare al voto, contestando anche nel metodo il modo in cui la maggioranza ha gestito la discussione.  

Moro, Pdl: “Ottimizzazione delle risorse. Ed il tempo pieno cresce”
Pietro Moro ha ad ogni modo cercato di spiegare informalmente ai genitori presenti lo spirito della riforma scolastica del centro-destra. Rifacendosi in primo luogo agli indirizzi della Comunità europea in termini di efficienza ed efficacia dell’intervento pubblico nei settori dell’istruzione e della formazione. E citando quindi il “Quaderno bianco” dei prodiani Giuseppe Fioroni e Tommaso Padoa Schioppa, nel cui ambito ha fino ad oggi operato il sistema scolastico italiano nei tagli agli organici del personale docente ed Ata. La riduzione del personale sarebbe per il prossimo anno di 25.67 unità, senza incidere su chi ha un contratto a tempo indeterminato e sui docenti di sostegno a ragazzi diversamente abili. A cambiare sarebbe piuttosto il modello organizzativo che, ottimizzando le 22 ore settimanali cui ogni docente è tenuto, dovrebbe addirittura portare ad un aumento del tempo pieno: i dati del Pdl parlano infatti di 782 nuove classi a tempo pieno per l’anno prossimo. Ma più della variabile tempo, nel centrodestra si punta l’attenzione sui contenuti formativi, ossia sul modo in cui si sfrutta tale tempo.

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