In questo periodo, con l’Expo sempre più imminente, è ormai usuale parlare di difesa del Parco Agricolo Sud Milano, di tutela del verde, di un’area metropolitana che deve tornare a ragionare rispettando l’ambiente che ha attorno. A Basiglio, però, all’interno di uno dei polmoni del Parco, in questi giorni c’è stata una piccola grande strage ambientale. E ciò che sorprende è che questa sia passata quasi sotto traccia...
Ci troviamo nel Bosco di Vione. Tale Bosco è celebre perché al suo interno vi sono (anzi, vi erano) le farnie, alberi dalla longevità enorme, sempre più rare in tutto il panorama europeo, Italia settentrionale compresa.
Il proprietario dell’area aveva richiesto al Parco Sud di poter abbattere un certo tipo di pianta, la robinia, straniera ed invasiva per gli equilibri del Bosco, ricevendo l’autorizzazione di farlo. Il problema è che il proprietario ha sfruttato l’occasione per abbattere anche molte altre specie di piante, tra le quali le farnie e non solo, con il risultato che il Bosco di Vione, prima rinomato per la sua enorme varietà, ora è diventata una zona morta, totalmente priva di quella ricchezza per la quale era diventata famosa.
Ad accorgersi della situazione sono stati alcuni volontari del WWF, che hanno lanciato immediatamente l’allarme, anche se invano; quando è stato effettuato da loro il sopralluogo, infatti, le operazioni di abbattimento erano state oramai già completate.
Difficile capire cosa potrà succedere ora. Di sanzioni pesanti, al momento, non se ne parla, né tantomeno di possibili guai economici per il proprietario del Bosco di Vione: la cifra potenziale che quest’ultimo potrebbe ricavare dalla vendita della legna degli alberi abbattuti è infatti di molto superiore ad ogni possibile multa che potrà ricevere nelle prossime settimane, dicono gli esperti.
Di certo rimane lo sgomento tra gli ambientalisti, che stanno discutendo sul web della notizia, conferendo ad essa quell’attenzione mediatica che si meriterebbe e che al momento non ha ancora completamente ricevuto. E sicuramente, sorge un dubbio: dove si trovavano i supervisori del Parco Sud Milano quando il proprietario del bosco stava radendo al suolo grossa parte dell’area, senza averne il diritto di farlo?
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