Inceneritore nel sud Milano, anche la Regione dice no alla localizzazione nel Parco sud: il Consiglio di martedì 22 giugno ha approvato all’unanimità la mozione presentata da Filippo Penati e dal Partito democratico, esprimendo così “parere negativo alla costruzione di un nuovo termovalorizzatore” all’interno dei confini del Parco. “Per legge – ha osservato il consigliere Pd Franco Mirabelli - spetta alla Regione decidere dove autorizzare gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Grazie all'iniziativa del Pd, esce di scena definitivamente la possibilità che il termovalorizzatore venga realizzato nel Parco Sud. Ora ci aspettiamo che già dalla prossima Conferenza dei servizi venga completamente escluso da tutte le parti chiamate in causa”. Chiaramente soddisfatti i due sindaci dei due Comuni in prima linea in questa battaglia, il leghista Ettore Fusco di Opera e il democratico Massimo D’Avolio di Rozzano...
“Una vittoria del popolo che oggi ha spinto anche la Regione ad esprimersi a favore delle nostre istanze che individuano quella di Opera come un'area assolutamente incompatibile” – ha detto il primo, aggiungendo che “da mesi ad Opera sosteniamo che in Lombardia non vi è alcuna emergenza rifiuti, non vi è alcuna urgenza di correre ad individuare un'area idonea per la costruzione di un impianto che serve più a produrre utili alla municipalizzata di Milano che non a risolvere un reale problema della Provincia”. “E’ una vittoria – è stato invece il commento di D’Avolio, che è anche presidente dell’Assemblea dei sindaci dei Comuni del Parco agricolo – resa possibile grazie alla grande mobilitazione dei sindaci e dei cittadini. Attendo ora che Amsa ritiri il progetto e che si possa concertare l’eventuale nuova dislocazione, al di fuori del Parco agricolo sud Milano”.
Il significativo risultato ottenuto in Regione dal fronte del no è giunto dopo un mese di iniziative pubbliche e di pressing politico sul Pdl, proveniente sia dall’opposizione di sinistra e centrosinistra sia dagli alleati della Lega. Ecco la cronistoria degli ultimi avvenimenti:
Dopo la dimostrazione del 12 aprile che ha visto protagonisti presso l’Abbazia di Mirasole i sindaci di Opera, Rozzano, Pieve Emanuele e Locate di Triulzi e la manifestazione del 24 aprile sul pratone di Opera che ha visto la partecipazione di diverse centinaia di persone e l’adesione di dodici sindaci, alle 18 di giovedì 3 giugno si è svolta una vera e propria marcia su Milano, con un migliaio di cittadini che hanno bloccato il traffico di via Ripamonti, paralizzando la circolazione sulla Valtidone e sulla Tangenziale ovest. Un gesto forte che è parso fare breccia in Provincia ed in Regione, con Guido Podestà che ha presto dichiarato la necessità di individuare un’area diversa da quella prevista da Amsa, che sarebbe all’interno del Parco agricolo e non presenterebbe le caratteristiche necessarie di compatibilità ambientale e di infrastrutture.
Pochi giorni dopo, il 9 giugno, Amsa ha presentato alla Conferenza dei servizi della Regione il proprio progetto per il nuovo termovalorizzatore. Il presidente Sergio Galimberti ha incentrato il proprio ragionamento sui punti di forza dell’intervento, che serve per smaltire il deficit di 400mila tonnellate di rifiuti previsti per il 2011 nella Provincia. “L’impianto – aveva spiegato in tale occasione – è progettato applicando le migliori tecnologie disponibili di settore, usando l’innovazione scientifica e tecnologica per ottenere il massimo livello di tutela ambientale attualmente raggiungibile. Il termovalorizzatore in questione, infatti, recupera dai rifiuti energia e materia, e vanta performance ambientali eccellenti, emettendo nell'atmosfera quantità di Co2 ampiamente al di sotto dei limiti prefissati dall'Unione europea. Il nuovo impianto, sarà caratterizzato inoltre da una massimizzazione del recupero di energia dai rifiuti, attraverso la rete di teleriscaldamento che permetterà di dare calore pulito a oltre 20 mila impianti di riscaldamento civile, producendo energia elettrica, anch’essa pulita, per il fabbisogno di circa 100 mila famiglie”.
Sull’ubicazione dell’impianto, Galimberti aveva ribadito che “Funzionale all’ambiente è anche la proposta di localizzare l’impianto nella zona sud di Milano, permettendo così una significativa minimizzazione dei trasporti, e perciò anche dell’impatto ambientale, oltre che delle tariffe di smaltimento dei rifiuti per effetto della prossimità dell’impianto ad un’area che attualmente gravita ancora sulla parte nord della provincia. Ai cittadini, alle amministrazioni locali e a tutti i soggetti interessati proponiamo un percorso fatto di trasparenza e di condivisione, nella certezza di avere di fronte una grande occasione per attuare una politica lungimirante che si preoccupa dell’ambiente, di tutta l’area metropolitana di Milano e oltre. Amsa rimette a disposizione della nostra Provincia e della Regione una capacità di gestione e di innovazione tecnologica che rappresenta la punta avanzata sul fronte dei rifiuti per chi vuole perseguire l’obiettivo 'zero discarica', come sempre più spesso affermano voci autorevoli a livello tecnico e scientifico, in Europa e nel mondo”.
Quindi, lunedì 14 giugno è stata la volta del Comune di Milano, con un Consiglio comunale straordinario richiesto da 21 consiglieri di opposizione e coordinato dal vicesindaco Riccardo De Corato. Il centrosinistra voleva testare l’unità della maggioranza sull’opportunità di realizzare tale impianto, ma ha trovato un fronte piuttosto compatto nel ritenere necessaria la costruzione del nuovo termovalorizzatore. Più elusivi i discorsi sulla sua localizzazione, e qui ad incidere sembra essere stato il clima ormai da campagna elettorale che si respira nel capoluogo e che impone movimenti e dichiarazioni felpate.
Più decisa, come visto, la presa di posizione della Regione Lombardia, dove infatti il voto è stato da poco lasciato alle spalle. Tramontata probabilmente in modo definitivo la pista che portava ad Opera, resta a questo punto solo un dubbio: se alla fine, come pare probabile, l’inceneritore nel Sud Milano si farà lo stesso, magari spostato poco più in là ed al di fuori dei confini del Parco, sarà cambiato davvero qualcosa per la salute e la sicurezza dei cittadini alle quali il fronte del no si è giustamente finora appellato?
Perchè fare un impianto inutile per garantire entrate economiche ai soliti noti?
RispondiEliminaSe si analizzano i dati si evince che basterebbe aumentare la raccolta differenziata di pochi punti percentuali.
Rino Pruiti
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