C’è anche un parere legale rivelatosi non molto lungimirante nella intricata ragnatela burocratica e giuridica che ha portato il Comune a dover approntare una variazione di Bilancio da poco più di 30mila euro, come illustrato dall’assessore Aristide Rossi. Pagare questa cifra dovrebbe consentire all’Amministrazione di chiudere senza ulteriori complicazioni una vicenda kafkiana iniziata nel 2001, quando il Municipio affidò ad una ditta, la Politi, una fornitura di arredi scolastici per 63 milioni di lire. Ma la fornitura si dimostrò talmente carente che l’Amministrazione scelse di non pagare.
Intervenne tuttavia una seconda società, la Ilsa, creditrice di Politi: il tribunale di Milano stabilì che la cifra che il Comune doveva per gli arredi scolastici dovesse essere “girata” come pignoramento alla società creditrice. Nel frattempo, e a questo punto non era una sorpresa, la Politi fallì ed il curatore fallimentare cercò di avvisare il Comune nel marzo 2002 di attendere ad effettuare il pagamento alla Ilsa: il credito rientrava nella massa creditoria e spettava quindi alla curatela. Invece il Comune, dopo parere legale, pagò la Ilsa...
A questo punto il curatore del fallimento Politi ricorse a Pesaro contro il Comune e vinse: in pratica i 61 milioni dati ad Ilsa erano irrimediabilmente andati, ma il Comune doveva corrispondere ancora la stessa cifra alla curatela della società fallita. L’Amministrazione non ci sta ma nel gennaio del 2009 Albo Amatista da Pesaro torna a chiedere la somma dovuta. Chi è Amatista? Il presidente della Pa.Po.Fin, che nell’aprile del 2007 era stata riconosciuta società assuntrice del concordato del fallimento Politi. Peccato che il 31 dicembre del 2008 anche la Pa.Po.Fin era fallita. Sulla richiesta di Amatista ha indagato quindi la Procura di Pesaro sequestrando il 17 luglio 2009 la somma richiesta dall’ex presidente presso il Comune di Rozzano e sottoponendo l’uomo ad indagine penale: la richiesta di soldi a Rozzano poteva profilarsi infatti come un’impropria sottrazione di beni alla sua stessa ex azienda fallita.
Ultimo ad entrare in scena, il 25 maggio del 2010, è il curatore del fallimento Pa.po.Fin, che chiede che la cifra già pignorata a favore di Amatista e sotto sequestro penale del gip presso il tribunale di Pesaro sia versata alla curatela.
Insomma, un intrico da perderci la testa: l’Amministrazione ha scelto di pagare. E di chiuderla qui una volta per tutte.
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