4 miliardi di dollari ogni anno fino al 2015 in aiuti bilaterali da parte dei paesi G8 per la salute materno-infantile: una cifra inferiore ai costi - stimati in 30 miliardi di dollari - per fronteggiare, per esempio, l’epidemia di Sars, che ha messo a rischio un numero contenuto di vite, o a quanto si spende annualmente per rispondere a bisogni non fondamentali, come per esempio per l’ acqua imbottigliata ; approvazione e finanziamento da parte dei paesi in via di sviluppo di piani nazionali per la salute che prevedano cure pre e post neonatali, assistenza specializzata al parto, cura e trattamento della diarrea, polmonite e malaria, accesso universale alle vaccinazioni; reclutamento e formazione da parte dei paesi in via di sviluppo di 2.5 milioni di operatori sanitari professionali e di 1 milione di operatori sanitari volontari di comunità entro il 2015...
La somma di tutto ciò fa: 6.5 milioni di bambini, di cui 4.5 milioni di neonati, e 1 milione di donne in gravidanza – in tutto 7.5 milioni fra bambini e madri – sottratti a morte certa entro il 2015.
Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente che lavora dal 1919 per migliorare concretamente la vita dei bambini in Italia e nel mondo, interviene alla vigilia del G8 e indica in pochi punti le azioni da intraprendere immediatamente se si vuole salvare la vita di 7.5 milioni di bambini e donne che, diversamente, sono destinati a morire per futili cause.
“Ancora oggi, ogni quattro secondi, 1 bambino muore prima di aver compiuto 5 anni, per malattie banali, prevenibili e curabili come diarrea, polmonite, complicazioni neonatali. Sono circa 8 milioni di bambini, quasi la metà dei quali appena nati. Inoltre sono circa 350.000 le donne ogni anno, che perdono la vita in gravidanza o a seguito del parto”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children per l’Italia.
“Non possiamo accettare che tutto questo continui ad accadere. Se ci fosse un’epidemia mondiale di influenza che facesse circa 8 milioni di morti tra i bambini, saremmo tutti scioccati, addolorati e faremmo l’impossibile per salvare le loro vite”, prosegue Valerio Neri. “Oggi noi chiediamo con forza ai leader del G8 lo stesso impegno, la stessa determinazione. All’Italia in particolare chiediamo di sostenere l’iniziativa del G8, lanciata dal Primo Ministro Canadese Harper, che ha identificato la salute di madri e bambini come l’iniziativa chiave del Summit, e di canalizzare il suo sostegno verso quei semplici e già internazionalmente ben identificati interventi che garantirebbero una migliore efficacia degli investimenti”.
“Mentre i Grandi saranno riuniti in Canada, in Niger e in altri paesi dell’Africa sub sahariana centinaia di migliaia di bambini, donne e uomini staranno lottando contro la morte per fame”, continua ancora il Direttore Generale di Save the Children per l’Italia. “Nel Paese africano è in atto una catastrofe umanitaria, dovuta alla carestia e all’aumento dei prezzi degli alimenti. Se non si interviene in modo massiccio e immediatamente, 400.000 bambini vanno incontro alla morte nei prossimi giorni”
Già prima della crisi alimentare, il 43% dei bambini sotto i 5 anni nel Paese era cronicamente malnutrito. Al momento più della metà della popolazione del Niger – 7.7 milioni di persone – ha bisogno di aiuti e assistenza umanitaria.
Save the Children sta fornendo cibo salvavita e trattamenti medici e sta espandendo il suo intervento anche nelle 3 remote aree rurali di Zinder, Maradi e Diffa.
fonte: Ufficio Stampa Save the Children Italia
www.savethechildren.it
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