giovedì 3 novembre 2011

BUCCINASCO - Né case né lavoro, di sicuro per i Sinti c’è solo lo sgombero

La più piccola del campo è nata solo dieci giorni fa, il 23 ottobre. Suo papà la culla dolcemente mentre con altri cittadini sinti del quartiere Terradeo, alcuni rappresentanti dell’associazione Apertamente e l’ex sindaco Maurizio Carbonera ieri mattina si recano in Comune per poter parlare con il segretario comunale e le commissarie prefettizie. Non c’è nessuno, l’appuntamento è per oggi pomeriggio...


Quando l’associazione cercherà di disinnescare una bomba ad orologeria. Perché dopo l’ennesima ordinanza – l’ultima, la quarta risale a venerdì 28 ottobre – i sinti sono esasperati. Da giorni hanno iniziato a fare le valigie e a smantellare le famigerate casette abusive dove vivono sei famiglie numerose, con bambini piccoli e altri in arrivo, ma ancora non hanno la possibilità di una sistemazione alternativa. Eppure le ruspe – così prescrive l’ordinanza – sono in arrivo: l’ordinanza di demolizione è fissata per lunedì 7 novembre.

Ma le condizioni per un trasferimento non ci sono. Fino ad oggi infatti il magazzino messo temporaneamente a disposizione dall’Amministrazione comunale (grazie all’interessamento degli uffici) non stato è accessibile ai sinti. Che, soprattutto, non hanno ancora potuto visionare le prime quattro casette mobili arrivate lunedì 31 (ma ne erano attese per il momento solo due), con sorpresa di tutti. Lasciate in strada, fuori dal campo, nessuno ha potuto visionarle, valutarle, almeno pulirle visto che non sono nuove: “Ma le dobbiamo pagare 10 mila euro”, si lamentano i sinti, che ogni mese dovranno versare una quota di 250 euro al Comune, che però fino ad oggi non ha ancora dato risposte concrete circa il problema del lavoro.

Viste da fuori, le case sembrano vecchie, sono malandate e non riportano nemmeno una targa identificatrice”, continuano. Se risultasse che l’immatricolazione è antecedente al 2006, non sarebbero a norma secondo le nuove direttive europee sugli impianti.

“Va sottolineato che i sinti hanno imballato buona parte delle suppellettili e preso contatti per vendere gli arredi. Insomma, sono pronti. Il Comune no: non ha rispettato gli accordi, fornisce solo ordinanze”, attacca Ernesto Rossi di Apertamente.


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