Sarebbe bello, in questi giorni di ritrovata “istituzionalità” del nostro Paese (inteso come Stato), poter affermare che gli effetti della svolta abbiano “illuminato” anche i cittadini e, soprattutto, i governanti del mio paese (qui ed in seguito inteso come Comune di Assago e volutamente con la p minuscola).
Gli italiani stanno vivendo ed affrontando una delle situazioni più tragiche in cui si siano mai ritrovati dal secondo dopoguerra ad oggi; ora, come allora, i giovani si sono svegliati in un nuovo mondo da un momento all’altro...
Parlo di quei ragazzi che, nati negli anni ’80, non hanno mai provato sulla loro pelle cosa significasse realmente Democrazia, se non nel suo aspetto dopato e lisergico che ci è stato inculcato “dall’alto”, con proclami altisonanti delle istituzioni e, “dal basso”, con l’attacco televisivo del braccio armato delle predette.
I ragazzi degli anni ’80, così come quelli degli anni ’20 prima di loro, hanno vissuto con la speranza che tutto un giorno potesse finire e che potessero finalmente manifestare legittimamente il loro pensiero in maniera piena e completa. Hanno immaginato che finalmente avrebbero avuto un governo più attento alle loro esigenze che non alle proprie. Hanno pensato che la loro parola avrebbe riacquistato quel peso che aveva negli anni in cui usciva dalle bocche dei loro padri.
Oggi quel giorno sembra essere arrivato e tutti vogliono, devono e possono esserne parte… già, farne parte. Questo concetto si interrompe alle porte del paese di Assago.
Come noto alla maggioranza dei lettori si tratta dell’unico paese del circondario in cui il Ventennio pare non essere mai finito ed anzi, seppur con qualche cedimento e qualche rosea parentesi, sembra si avvii a battere ogni record e trasformarsi in Trentennio. Quello che probabilmente i lettori ignorano è che qui nessuno, né chi una volta aveva una parola con un peso né chi auspica, prima o poi, di averla, ha diritto ad esprimere le proprie idee critiche nei confronti dei propri governanti/gerarchi.
L’ultimo deprecabile atto di purga delle idee e della realtà si è consumato nella notte tra il 18 ed il 19 Novembre. In quelle ore gli “spazzini” della Democrazia assaghese hanno provveduto a stracciare i manifesti di una parte dell’opposizione che non facevano altro che dire la verità sullo stato dei fatti e, soprattutto, sui numeri della maggioranza.
Infatti, la maggioranza, se ancora così la si può definire, cammina ormai su di un filo come un equilibrista, la cui asta è marchiata a fuoco dalla parola ricatto. Quel ricatto, figlio di una campagna elettorale senza esclusione di colpi e di appoggi insperati, cercati e trovati, cui deve costantemente soggiacere per non cadere (non solo in senso metaforico) dal filo del governo. È fatto noto che i pezzi continuino a perdersi lungo la strada ed è ormai palese come il sindaco/gerarca/equilibrista debba vivere il suo mandato cercando di non cadere piuttosto che facendo del bene per il paese.
Caro equilibrista, da cittadino di quello che vorrei tornasse ad essere un Paese, le dò un consiglio: nel ripercorrere i passi del suo illustre mentore nazionale, lo segua fino in fondo. Si faccia da parte e porti con sé tutte le corrotte illogiche logiche di governo che ha insinuato nel corso del suo Ventennio.
R.V.
Un ragionamento politico di livello altissimo sul valore della Democrazia quando molto probabilmente è colpa di qualche ragazzino che, essendo molto annoiato, ha deciso di strappare dei manifesti politici per dare un senso alla sua serata. Dare la colpa a Musella, come suggerisce la frase nell'immagine mi pare un po' ridicolo.
RispondiEliminaPeccato che "qualche ragazzino" fosse talmente annoiato da fare il giro dei manifesti in tutta Assago per strapparli!
RispondiEliminaQuanta "noia" ad Assago...
Ma basta piangere... e questa democrazia messa a repentaglio da qualche buontempone che strappa manifesti...
RispondiEliminaE poi non pensiate che "...quei ragazzi ..., nati negli anni ’80, non hanno mai provato sulla loro pelle cosa significasse realmente Democrazia...".
Cosa ne sapete voi "saggi" della politica del senso di democrazia dei ragazzi nati negli anni 80? Loro la sanno cos'è.
Ne sanno sicuramente di più di chi piange per 4 manifesti strappati. Che non attentano alla democrazia ma solo all'ego di qualcuno.