“Benvenuti a Pieve Emanuele”: l’ingresso di una città ne è spesso anche il suo biglietto da visita. Ed entrare in paese dalla rotonda tra via Fizzonasco e via Roma è da lungo tempo motivo di sconforto. Perché ad accogliere pievesi e visitatori è un’area tutta da rifare, per anni abbandonata a sé stessa. Un benvenuto davvero poco caloroso per una città che con fatica cerca di riscattarsi dalle brutture dei decenni passati. E dare una nuova dimensione al proprio accesso principale sarebbe sicuramente un punto a favore. Il progetto di riqualificazione c’è, ed esiste dal 1999: l’area era già divenuta di proprietà comunale passando dalle mani di Ligresti a quelle dell’Amministrazione...
Con poco più di 400 milioni di lire dell’epoca si intendeva realizzare un’area verde con annesso parcheggio, stante il deficit di posti auto nella zona. Ma questi soldi all’epoca non c’erano perché c’erano altre priorità come la sistemazione delle scuole. Le condizioni sembrarono essere più propizie nel 2006 quando, sindaco era Francesco Argeri, si diede avvio ad alcune opere preliminari, per un valore di 20mila euro. L’intuizione dell’ufficio tecnico, avallata dal primo cittadino, fu quella di iniziare a mettere mano al dislivello di circa 70 centimetri che caratterizzava l’area, colmandolo con l’utilizzo di materiale di recupero proveniente dai lavori su strade e marciapiedi cittadini. Un’idea che aveva il vantaggio di riutilizzare in modo diretto tali materiali. Ma la Provincia di Milano non la vide così e ravvisò che l’area era divenuta una discarica: ne seguirono formali denunce al sindaco ed all’ufficio tecnico, con conseguenti rinvii a giudizio. E l’area fu posta sotto sequestro.
Questo fino allo scorso luglio, quando dopo anni è stata emessa la sentenza. Una sentenza assolutoria nei confronti di Argeri e delle altre persone coinvolte, con una semplice sanzione a carico dell’ingegnere responsabile. E l’area è stata dissequestrata. Si può quindi tornare dall’estate scorsa ad intervenire su di essa, come richiesto ormai a gran voce da più parti. “E’ stato detto che i terreni erano inquinati – ha spiegato lo stesso Argeri – ma questo non era vero. Poi l’attuale Amministrazione ha sostenuto di non aver saputo che l’area da luglio era stata dissequestrata, ma è difficile crederlo perché, essendo il Comune costituitosi a suo tempo parte civile nella vicenda, ne ha potuto seguire le evoluzioni direttamente. Insomma: la riqualificazione ora può e deve essere fatta”. La pensa così anche Fabio Vinciguerra, presidente della cooperativa La Familiare la cui sede si affaccia sullo scempio: “Già ad un brindisi di Natale di due anni fa il sindaco Rocco Pinto promise che quanto prima la sua Amministrazione sarebbe intervenuta. Da luglio è possibile risolvere questo problema, che si traduce anche in un danno economico per i commercianti”. Nel progetto originario, anche il rifacimento della strada che porta alla cooperativa ed una pista ciclabile. Per sollecitare l’inizio dei lavori, è sorto all’interno di Auser un Comitato che ha già raccolto numerose firme tra i pievesi. Che vogliono al più presto cambiare il loro biglietto da visita.
Siete venduti da fare schifo. Perchè non dite che il presidente Auser ha fatto i soldi con la cooperativa la familiare organizzanto tutti i sabati serate danzanti non autorizzate per i pensionati? Perchè non dite che si trasmettono abusivamente le partite di Sky all'interno della coop la familiare? Forse non lo dite perchè siete cubani o nord coreani? Venduti.
RispondiEliminaVenduti a chi, mi perdoni?! Lascio la replica al collega giornalista. Posso solo dirle: "vuole vedere le nostre carte di identità?" :-) bah...
RispondiEliminaGentile Anonimo,
RispondiEliminase è convinto delle cose che scrive, credo sarebbe assai più opportuno andare a denunciarle alle autorità competenti. Anche perché, pure ammesso che fossero vere, con il tema dell'articolo non mi pare centrino granché, no?
Cordiali saluti
Federico Ughi