Una donna normale, una giovane e coraggiosa partigiana, un impegno politco portato avanti con passione e trasparenza, l’assidua ricerca della verità, sindacalista, primo ministro donna, in due parole: la storia del nostro paese, la vita di Tina Anselmi. Questo il tema dell’incontro e dibattito “Le donne che hanno fatto la storia: Tina Anselmi. Cosa succede alla nostra costituzione?” a cura del “Circolo Donne Sibilla Aleramo”, tenutosi sabato 20 marzo presso la sala Ilaria Alpi a Cesano Boscone...
Molti gli argomenti di rilevanza trattati nella proiezione della video-intervista a Tina Anselmi, realizzata da Anna Vinci, che ha ripercorso le tappe della storia recente del nostro paese attraverso i ricordi e le opinioni di una donna che, nonostante l’età, parla di tematiche e problematiche quanto mai attuali.
Si parte con il racconto di com’era la scuola fascista, imparare a memoria delle affermazioni senza capirne la gravità e rendersene conto solo quando iniziò l’eliminazione degli oppositori. Ci si collega quindi alla sua figura di riferimento: il papà che professava liberamente le sue idee e puntualmente veniva trascinato nella farmacia del paese a bere l’olio di ricino. Con tali valori cresce la Giovane Anselmi, diventando ad appena 16 anni e mezzo staffetta della Brigata Cesare Battisti. Inizia così il suo percorso di crescita con un forte impatto con la morte e la sua crudeltà, con i problemi di coscienza derivanti, per questo rammenta ai giovani il valore del 25 aprile e l’importanza della libertà. Finita la guerra inizia la sua attività politica, in una stagione quanto mai fiorente che le permise di conoscere politici e maestri di vita come De Gaspari, Pertini e Togliatti che le insegnano come la democrazia non è tale se non ha radici morali profonde e come sia possibile essere amici di avversari politici quando c’è stima di essi. Emozionante poi il racconto della sua prima volta in parlamento, dell’emozione dovuta alla responsabilità di rappresentare il paese, e di quando le annunciarono che sarebbe diventata il primo ministro donna, a lei sono dovute leggi sulle pari opportunità o sulla sanità nazionale. Si arriva poi agli anni 70, alle battaglie femministe e qui rammenta “Nessuna vittoria è irreversibile se viene meno la vigilanza, ogni giorno bisogna prendersi le proprie responsabilità, solo così può diventare permanente. Guai il disimpegno che vanifica le vittorie delle donne. Dico quindi alle donne: siateci, partecipate, fate sentire le vostre idee, non state a casa, ai margini”. Si passa poi alla morte di un leader: Moro, uomo scomodo per le sue idee e per le sue battaglie per la democrazia, sue le parole: “Se vogliamo che la democrazia e la libertà crescano, dobbiamo coltivarle nella coscienza della gente”. Si conclude infine con il suo incarico alla commissione d’inchiesta sulla P2 e gli interrogativi sul perchè non si è voluto portare avanti nel Parlamento e nelle istituzioni l’azione che conseguiva all’inchiesta: la trasparenza.
“Questo documento ci da spunti per molte riflessione che non possiamo più rinviare, non basta il sentimento di sdegno per quello che succede. Partire dallo sdegno per costruire qualcosa di alternativo” queste le parole della consigliera provinciale Bruna Brembilla che passa poi la parola alla Senatrice della Repubblica Marilena Adamo che parla degli ultimi scandali usciti sui giornali, come quello sulla protezione civile che scoperchiano un mondo che Tina Anselmi e la Resistenza hanno combattuto: “Senso di dovere, senso civico, la democrazia vissuta come questione di coscienza, queste dovrebbero essere le prerogative”. Patrizia Toia , anche lei fu ministro e ora parlamentare europea, interviene e racconta come l’Italia all’estero abbia un’immagine non positiva e distorta per alcune leggi e decreti. Parla infine del passaggio di testimone ai giovani, l’intervento conclusivo di Francesca Robbiati, col rimpianto delle figure del passato rispetto alle attuali e la difesa delle giovani generazioni e della loro sensibilità a tematiche politiche, augurandosi un impegno politico maggiore delle donne per le donne, anche se si è impegnate su tanti fronti come lavoro, famiglia, impegno sociale. Non scordiamoci quindi che più sono le donne nei luoghi di decisione, più le decisioni saranno vicine alle esigenze della gente.
Federica Dipaola
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