Come spesso accade negli ultimi anni, attorno all’8 marzo sui giornali si sprecano commenti e interventi sul senso di questa giornata che per le generazioni passate ha rappresentato un significato importante. Un significato, a detta di alcuni (spesso uomini ma non solo) oggi svuotato dal risvolto commerciale della festa (che festa non è). Innanzi tutto, anche se a Natale ci riempiamo di regali, il significato dell’Evento rimane. Così dovrebbe essere l’8 marzo: è vero i fiorai ci guadagnano, le mimose costano il doppio del giorno prima. E allora? Il significato della Giornata rimane: il simbolo delle lotte per i diritti delle donne. Non un amarcord per vetero-femministe senza tinta e reggiseni, ma un momento di necessaria riflessione per le donne che oggi, nel 2010, guadagnano meno degli uomini, non superano il famoso “tetto di cristallo”, devono ancora scegliere (perché di fatto così è) tra figli e carriera.
E se poi qualcuna per uscire dalla monotonia di una quotidianità fatta di mariti disattenti e poco presenti, la sera dell’8 marzo decide di uscire con le amiche e comportarsi un po’ sopra le righe, è da condannare? Diventiamo moralisti e puritani solo con le donne? Ma per favore…
be', io l'8 marzo preferirei divertirmi in famiglia. però se vuole uscire, sempre meglio del grande fratello
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