sabato 20 marzo 2010

Aspiranti pubblicisti raccontano...Alle origini di Buccinasco


Buccinasco in bicicletta, di fronte al cimitero, mi trovo davanti ad un cartello: “Portale ingresso Terra di Mezzo”. Penso alla terra leggendaria narrata da Tolkien nei suoi romanzi e, incuriosita, proseguo lungo il percorso costeggiando un ruscello, attraverso un sottopassaggio e mi trovo al di là della tangenziale: la visione ha dell’incredibile, mi trovo in un ambiente completamente diverso dalla Buccinasco che conosco: una verde distesa di campi ed un insieme di edifici rurali sembrano sfuggiti al tempo e all’urbanizzazione selvaggia.
Mi addentro nel piccolo centro che scopro chiamarsi Buccinasco Castello ed essere il primo nucleo abitato, il fulcro in passato di tutto il paese.


Il complesso è formato da una grande cascina, un azienda agricola in piena attività, un ex convento-castello ed una chiesetta ancora in uso. Entro nella cascina piena di mucche e vitellini e fienili antichi ancora in ottimo stato. Vengo attirata da un’insegna: “Laboratorio per la cultura e le tradizioni milanesi e lombarde” ci lavora il signor Sergio Codazzi che mi racconta di aver fondato un’associazione culturale “L’Antica credenza di Sant’Ambrogio”. Il suo obiettivo è quello di recuperare foto d’epoca raffiguranti antichi mestieri, luoghi o eventi locali per creare una memoria storica per le generazioni future. Ha anche una foto del borgo scattata dall’alto e inizia a raccontarmi come si articolava la vita ai primi del Novecento. Avrebbe tantissimo da dirmi, anni di materiale raccolto, di storie e scatti che catturano aspetti perduti. Proseguo e mi rendo conto che questa è solo una delle tante realtà locali: il borgo di Gudo Gambaredo e le cascine intorno, i canali, le risaie sembrano essersi fermati in una dimensione senza tempo.

Ho sempre visto Buccinasco come un rigoglioso intervallarsi di rotonde e parchi, un paese con una struttura urbanistica un po’ anomala, senza un vero centro di ritrovo sociale, senza la classica piazza di paese… ma in realtà mi sono resa conto che ha anche un’anima contadina di campi, fontanili e cascine. Nella mia quotidianità sono una graphic designer diventata “Buccinaschese” lo scorso aprile, la mia giornata tipo è caratterizzata da orari e ritmi folli davanti ad un computer cercando di recuperare attimi preziosi per scambiare due chiacchiere con colleghi e amici. È incredibile essere catapultati in questi luoghi così vicini come distanza ma così lontani come stile di vita. Ti permettono di osservare la realtà sotto un altro punto di vista. Soprattutto quando i tuoi ritmi lavorativi ti alienano dalla realtà. Quando ti trasferisci in un nuovo paese e non conosci nessuno non hai chi ti illustra i luoghi caratteristici e non hai neanche idea di quello che puoi trovare, può essere scontato per un Buccinaschese ma può anche ridare al paese un fascino perduto e annebbiato dalla quotidianità e dal concepire i paesi nell’hinterland come semplici dormitori.


Silvia Schembari

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