Aspiranti pubblicisti raccontano - Questa in-credibile realtà che mi circonda

A volte ci vuole tempo per rendersene conto. Perché la bellezza non è solo una categoria estetica, ma quotidiano sguardo sulla propria vita. è una scelta: di quelle che io, personalmente, adoro. Me ne sono accorta proprio lo scorso fine settimana, mentre visitavo l’affollatissima mostra fotografica di Steve McCurry al palazzo della Ragione in p.za Mercanti, in pieno Milano centro. Prima ancora dei volti ritratti, a colpirmi è stata una frase di Armando Torno, tratta dall’introduzione all’ultima sezione della mostra: «Lontane dalla demenza delle finzioni hanno cercato rifugio nella realtà». In un istante mi sono resa conto che questa sarebbe divenuta la chiave di lettura del mio presente. Non tanto un moralistico impegno di comportamento (ognuno si preoccupi di valutare e giudicare le proprie finzioni quotidiane), quanto stimolo utile a riconoscere in quello che vivo ciò che c’è di vero, buono e giusto: reale...
Solo così riesco ora a spiegare quali sono quei momenti di vita in cui, secondo me, si gioca la partita più importante. Questo non accade durante lo sfoglio del giornale nazionale di prima mattina, né nei momenti di chiacchiere monotematiche con i colleghi o di immobilità davanti alle immagini del telegiornale serale. La realtà che mi circonda è incredibile nei momenti più semplici e spontanei della giornata: quando un amico di ritorno da un viaggio racconta di una realtà lontana 3000 km, quando dedico un sabato mattina ad ascoltare i commenti di un gruppo di anziani che si trovano al bar per una partita a carte, quando mi accorgo con rammarico che nella mia città non esiste un centro di ritrovo attrezzato per organizzare una festa. Nelle difficoltà di tutti i giorni credo che la bellezza viva tra le strade, le vie e le case del proprio paese: in quelle biblioteche, scuole, associazioni, centri culturali, ospedali e volti che sanno dare continua risposta ai bisogni di chi abita la grande Città.

Francesca Caporale