martedì 14 settembre 2010

Pieve Emanuele - Quartiere delle Rose, alla ricerca di una soluzione

Ben due bandi consecutivi andati deserti sono stati un campanello d’allarme troppo forte per non provocare reazioni decise e, una volta tanto, una sostanziale unità di intenti tra maggioranza e opposizione – pur tra reciproci lanci di frecciatine. Il piano di recupero del quartiere delle Rose è ancora in stallo e settembre sarà il mese in cui le forze politiche cittadine si rimboccheranno le maniche per sanare questa ferita aperta nel tessuto cittadino...
 

Già il 19 luglio si è tenuta una riunione indetta dal Partito democratico e aperta a tutti, al termine della quale la coordinatrice Paola Battaglia ha commentato: “Ritengo che di fronte a cose tanto importanti come la realizzazione di un progetto che, oltre a ridare dignità e servizi ad un quartiere, ora totalmente degradato, avrebbe potuto anche risolvere la questione dei 150 sfratti per gli inquilini di via dei Pini 2 e 4, si debba assumere un comportamento responsabile, superare ogni visione di parte, e lavorare seriamente per risolvere i problemi dei cittadini, vera missione di chi fa politica”. La gara d’appalto disertata è nata ai tempi dell’Amministrazione Argeri, porta la firma dello Studio Maffioletti ed era stata indetta da Infrastrutture Lombarde su indicazione della Regione. Dal sito del circolo cittadino di Forza Italia, il centrodestra ha chiarito il proprio punto di vista a riguardo: “Il fatto che le due gare siano andate deserte non ha fatto piacere all'Amministrazione Pinto, anzi, immediatamente si è cercato già nella prima gara andata deserta di dare un contributo necessario affinché il progetto trovasse il naturale avvio, un avvio che anche nella seconda gara ha trovato difficoltà economiche. La volontà e il sogno di ognuno di noi è quello di vedere partire e rinascere quel quartiere e l'Amministrazione Pinto sta spingendo in modo forte e deciso su gli Enti superiori, affinché trovino il giusto equilibrio economico, tenendo presente la crisi economica che il Paese sta attraversando”. 

La forte sensazione è infatti che il bando risenta del fatto di essere concepito in una congiuntura economica ben diversa da quella attuale, con parametri che oggi non possono risultare appetibili agli operatori. “In quel progetto – argomentano i forzisti pievesi - già allora venivano contestati alcuni punti, la sopraelevata, i 13mila mq di uffici, un centro commerciale previsto, che ospiterebbe forse un altro Discount. Queste furono le richieste avanzate dagli amici della sinistra d'allora, e questi sono oggi i problemi che probabili operatori interessati evidenziano: scarsa economicità dell'intera operazione, punti ai quali si sta lavorando per trovare la giusta soluzione e quindi l'avvio dei lavori”.

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