Reintegro: la parola più attesa ha ricevuto finalmente, e quasi inaspettatamente dato il protrarsi di un ostinato muro di gomma, semaforo verde. Il consorzio Gemal ha infatti capitolato in Prefettura accogliendo le istanze dei sessantaquattro lavoratori del polo logistico di Pieve Emanuele. Per i quali i cancelli dovrebbero tornare ad aprirsi ai primi giorni di ottobre. Ai primi di giugno i magazzinieri furono posti davanti ad un bivio da parte del consorzio: o accettavano di essere “travasati” in un gioco di scatole cinesi da una cooperativa ad un'altra con condizioni contrattuali peggiorative, oppure sarebbero stati rimpiazzati all'istante da altra manodopera...
I lavoratori, appoggiati dal sindacato Filt-Cgil, rifiutarono l'aut aut e iniziarono ad inscenare eclatanti forme di protesta, dapprima davanti all'ingresso della sede del polo, quindi presso i centri commerciali del gruppo Gs-Carrefour per il quale la cooperativa ha l'appalto sullo smistamento merci. La lotta sindacale, paragonata ad una nuova Melfi, ha avuto risonanza nazionale, ancor più quando il consorzio ha sospeso uno dei sindacalisti che avevano promosso la protesta. Sia su quest'ultimo caso che sulla vicenda più in generale, si era quindi espresso in estate anche il Tribunale del lavoro di Milano, imponendo il reintegro dei lavoratori. Ma nulla si era concretizzato e le proteste dei magazzinieri presso i centri commerciali di Milano ed Assago erano proseguite aumentando di intensità.
A quel punto anche Carrefour non ha potuto rimanere in disparte in attesa che si risolvesse una questione che, pur non vedendo coinvolti propri dipendenti diretti, pure rischiava di avere ricadute non positive sull'immagine del gruppo. La voce della catena francese si è alzata forte sia nei confronti dei sindacati, invitati a non strumentalizzare il logo di Carrefour per attirare la pubblica opinione, sia nei confronti del consorzio, con una minaccia di adire alle vie legali per il mancato rispetto della sentenza del Tribunale. E così l'ultimo incontro in Prefettura tra le parti ha visto un'inversione di tendenza, con il sospirato annuncio del reintegro dei lavoratori, comprensivo del pagamento di alcune mensilità e della cassa integrazione per il periodo in cui sono stati lasciati fuori dai cancelli del polo pievese.
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