giovedì 23 settembre 2010

Buccinasco - Alla patronale due giornalisti si raccontano

Domenica 19 settembre nell’ambito della Festa patronale si è tenuto in piazza della Chiesa vecchia in Buccinasco un incontro cha ha visto, come protagonisti il direttore di “Tempi” Paolo Amicone, e l’editorialista di “Avvenire” Marina Corradi; e come moderatore Paolo Quinzi.
Alla prima domanda che chiedeva se esistesse un popolo in Italia , Amicone (che ha vissuto tempo fa per 2 o 3 anni a Buccinasco), ha evitato una risposta di tipo politico-giuridico concentrandosi su un aspetto filosofico-antropologico:...
 

un popolo c’è già laddove vanga fatta distinzione tra realtà umana e realtà animale e inanimata; l’uomo è relazione, ed anche se esso si trova in casi di estrema solitudine ha in potenza la capacità di creare legami con altri uomini ed oggi purtroppo in nome di parole che andrebbero approfondite nel loro significato quali diritto, progresso, liberazione, si tende a cancellare l’aspetto associativo dell’uomo. L’uomo per realizzarsi ha bisogno della comunione con altri uomini e questo perché l’uomo, nel suo appartenere ad altro come tutta la realtà, è stato creato così.

Chiaramente il popolo non è  perfetto esso ha i limiti dell’uomo, e la vera politica, la realpolitik, è quella che sta dentro ed in diretto contatto con il popolo come faceva il defunto Pci e come fa ora la Lega con tutti i suoi pregi e difetti; l’idealpolitik non risolve nulla ma porta a regimi oppressivi destinati a cadere.

Dopo di che Marina Corradi ha raccontato il suo modo di vivere il giornalismo: dal suo ruolo di cronista di nera a “La Notte” ha imparato ad essere ammaestrata dalla realtà, a notare il bello anche nelle cose più degradate, a non cadere nel cinismo e nel nichilismo, a cogliere il valore simbolico della realtà e a vedere come le cose che ci circondano sono segni come si faceva nel medioevo.

Amicone ha poi sottolineato come l’attuale capitalismo che vede l’uomo come un business sia un male cha ha condotto l’Occidente al declino, svilendo la dignità umana. A detta di Amicone la Chiesa Cattolica si oppone fermamente a ciò.
L’essere cattolico di Amicone, dice il giornalista stesso, si è manifestato ad Haiti, quando si è trovato in mezzo a tanta miseria eppure era conscio che la situazione non poteva essere semplicemente descritta come se da un lato ci fossero gli aiutanti e dall’altro gli indigenti cui bisognava fare carità, ma si era tutti un solo popolo; riprendendo in questo modo un’importante lezione di don Giussani il quale voleva partire dall’uomo per arrivare al Cristo e farne vedere la concretezza.

Infine Corradi ha riportato la toccante esperienza da lei vissuta nella lettura del diario di Hetty Hillesum (ragazza ebrea deportata e morta ad Auschwitz) che riscopre in questi momenti di difficoltà la gioia di vivere nel sentimento religioso: noi abbiamo come un pozzo al nostro interno, coperto di sabbia e terra sta a noi dissotterrarlo arrivare alla pura acqua.
Ecco il sì di Maria che educa un popolo.

Andreas Massacra 

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