martedì 28 settembre 2010

Pieve Emanuele - Il “golpe fallito” ed i dolori del giovane Galdiero

“Io non torno indietro”


“Io ora ho compreso che è necessario un mio allontanamento da certe logiche di partito, di uomini e di potere. E’ necessario per un uomo che vuole mantenere ben salda la propria dignità” – così aveva tuonato. Il suo senso civico era esondato: “La mia scelta è consapevole. Io non voglio più essere parte di un partito che non mi rappresenta; io voglio semplicemente essere un vero consigliere comunale, che vota con coscienza il bene del suo paese, io voglio smettere di alzare la mano a comando perché lo ha detto il partito”. Parole irrevocabili, come una scelta che non ammetteva ripensamenti: “Chiedo a gran voce – la sua voce era risuonata ferma -, per cortesia a colleghi consiglieri, assessori e segretari di partito, di non aspettarmi sotto casa come successe la volta scorsa. Vi chiedo di mantenere salda la vostra dignità senza tentare di convincermi ancora una volta che le cose cambieranno, senza che il mio cellulare inizi a suonare freneticamente per sentirsi raccontare le solite mancate promesse. Vi prego di prendere atto della mia decisione e di non tormentarmi”. Un monito che era anche una solenne promessa: “Io non torno indietro”...


Non subito almeno. Giusto il tempo di vedere l’effetto che fa, un weekend lungo per provare i panni del dissidente e poi fare ritorno alla casa del padre (pardon, della libertà) come il figliol prodigo. E chissà, questo è quello che più o meno tutti si sono chiesti, quale è stato il prezzo del vitello grasso sacrificato all’altare della ritrovata fede di Giuseppe Galdiero nei confronti di quella maggioranza che aveva così rumorosamente abiurato lo scorso 14 settembre, eruttando le pesantissime accuse di cui sopra.

Stavamo solo scherzando…
Dietrologie maliziose e prive di fondamento per il giovane Galdiero, i cui… dolori sarebbero tutti da ascrivere ad un particolare sentire della res publica cittadina: tormentato per l’incerto destino di importanti opere (il Pru di via delle Rose, la piscina comunale), era al contempo del tutto ignaro degli eccellenti progetti che l’Amministrazione (di cui è consigliere eletto) aveva in serbo per esse. Questo, quantomeno, quello che impone il dare fede allo sgangherato discorso con cui, il 27 settembre, Galdiero ha definito come un “chiarimento” il clamoroso dietrofront rispetto a quanto proclamato due settimane prima: “Alcune scelte importanti non mi furono comunicate al meglio – ha mormorato -, su questioni che costituivano le fondamenta del mio disagio. Ero perplesso sul Pru di via delle Rose, ma negli ultimi tre mesi questa Amministrazione ha fatto ottime cose, per tempistica e contenuti, abolendo ad esempio il ponte su via dei Pini e facendo cadere ogni mia perplessità”. Anche sulla piscina non era proprio informatissimo: “Ho recentemente appreso che l’Amministrazione ne garantirà la sopravvivenza”. Squagliatasi come neve nel Sahara qualsiasi altra riserva, Galdiero si è abbandonato contrito all’abbraccio del centrodestra: “Forza Italia è il mio partito, quello con cui sono stato eletto. Rimango nella maggioranza. E con il sindaco, cui non ho mai fatto mancare la mia fiducia”. E la “scelta consapevole” di appena due settimane prima contro “certe logiche di partito, di uomini e di potere”? “Una provocazione, volevo garanzie, ma i punti su cui non ero contento sono stati messi a posto”. Per la verità, per ora si tratta solo di promesse, ad oggi indistinguibili da quelle dalle quali il volubile consigliere giurava che non si sarebbe più fatto blandire… 


San Giovanni Golpista

Qualche malcelato sorriso ironico è dunque inevitabilmente apparso qua e là mentre Galdiero proseguiva nella sua impervia arrampicata oratoria sugli specchi (merita almeno una citazione il suo paragone tra il proprio travaglio interiore ed il biblico smarrimento di San Giovanni Battista “urlante nel deserto”). Ma tutto questo due settimane fa non sembrava affatto così divertente. Anche perché – particolare non irrilevante – il suo annunciato passaggio a “Pieve che verrà” avrebbe fatto mancare i numeri alla maggioranza, ridotta a nove consiglieri più il sindaco su un totale di ventuno votanti. La sua boutade, insomma, poteva far cadere un’intera Giunta. Per questo la sua vertiginosa inversione a U (la prima a fare ritorno pare sia stata proprio la mano-che-si-alza-a-comando; la faccia, temiamo per lui, ci metterà un po’ di più a ritrovare la bussola) è stata accolta con reazioni piuttosto intense. Giubilante la ritrovata maggioranza, che ha dato alle stampe un instant-manifesto affisso in tutto il paese intitolato “Fallito il golpe”: per Pdl, Udc e Coraggio, cambiamo!, Galdiero si sarebbe fatto suggestionare da Roberto Zappia e Maurizio Obino di “Pieve che verrà”, ormai alleati con gli ex-acerrimi nemici del Pd nel comune obiettivo di mandare a casa Pinto. Golpe fallito per il ripensamento provvidenziale di Galdiero. Che ha incassato la piena solidarietà, oltre che del sindaco, anche di Orlando Germano, un altro che si era fatto un giro su “Pieve che verrà” prima di far ritorno in Forza Italia: “Quando fui eletto nel marzo del 2009 ero influenzabile e pensai di fare il bene del paese passando con Zappia. Ma capii presto che mi sbagliavo”. Prestissimo: il suo viaggio di andata e ritorno durò appena poche ore, recupero bagagli incluso. 


Avanti il prossimo!

Al curaro le parole di Paola Battaglia e Marica Andreotti, Pd. Così la prima: “Galdiero è un consigliere inutile e dannoso”. “Provo imbarazzo, vergogna e disprezzo per Galdiero – ha rincarato la seconda -: e la sua giovane età non c’entra nulla con ciò che ha fatto, che è invece ben premeditato e risponde ad una forma mentis di sfruttamento a fini personali della cosa pubblica”.
Divertita e disincantata la ricostruzione di Zappia: “Io glielo avevo detto a Galdiero di non venire con noi, che non gli conveniva. Si era fatto avanti già prima dell’estate e io gli avevo consigliato di pensarci bene. Poi, a settembre ha insistito ma confesso che non ci contavo molto sulla sua permanenza nel nostro schieramento. E infatti. Di certo noi la campagna acquisti non l’abbiamo fatta, a farla è stato chi si è ripreso Galdiero, cui auguro comunque ogni bene perché mi sembra una persona simpatica. Mi spiace solo che oggi questo ragazzo avrà imparato dal sindaco che la politica è ricatto”. Quindi, una battuta sullo strano destino di “Pieve che verrà”: “Siamo come una porta girevole, da cui passano le persone che vogliono far pesare il loro ruolo. Insomma, se qualcun altro ha bisogno… eccoci!”.
Una considerazione tra il serio ed il faceto che porta dritti alla vera morale di questa poco edificante parabola: con una maggioranza così risicata, ogni consigliere è un potenziale Galdiero, ogni mano alzata è “quella decisiva” per avere i numeri e andare avanti. E l’esempio, forse persino in parte involontario, del giovane azzurro è lì per tutti a testimoniare quali effetti possa avere decidere di far notare la cosa. Con il relativo prezzo, politico e non, che se ne può far venire fuori. Se riuscirà a condurre in porto la nave, per Rocco Pinto questo ultimo anno e mezzo di navigazione rischia di passare lentissimamente.

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