Capita sempre più spesso di avere l’impressione che le parole vengano utilizzate senza andare troppo per il sottile riguardo al loro significato specifico (caso limite l’uso inflazionistico del termine “straordinario” attribuito ormai a qualunque personaggio venga alla ribalta per un qualsiasi motivo: siamo in compagnia di milioni di straordinari a quanto pare, mentre a me a ben guardare di persone straordinarie pare di averne conosciute non più di quattro o cinque in tutta la vita). Succede così che si mascherino dietro terminologie tecnico-legali anche i progetti più determinati come quello della Lega Nord che ci scrive spiegandoci con puntuta argomentazione giuridica i motivi per cui il campo Sinti di Buccinasco dovrebbe essere fatto oggetto di un’operazione che si può definire in un solo modo: sgombero forzato...
Perché questo significherebbe abbattere le case in legno che vi sono state costruite e significherebbe anche porre fine ad una delle poche esperienze di integrazione sociale riuscite in materia. Detto in poche parole, anzi una sola, e senza scomodare termini come razzismo che a quanto pare e chissà perchè offendono soprattutto chi se ne fa portavoce e interprete, ci troviamo di fronte a un caso che trova una sola definizione sul vocabolario: intolleranza.
Non la meritano i Sinti, non la merita Buccinasco, non la merita tutta la Grande Città.
C’è infine un singolare risvolto “locale”, l’attuale esponente leghista Claudio Cardilli, non faceva parte della maggioranza guidata dal sindaco Lanati che approvò l’assegnazione dell’area?
E non faceva parte della lista civica “Insieme per Buccinasco” che sostenne il sindaco Cereda che ha proseguito nella politica di integrazione?
Il consigliere Cardilli è dotato di un pensiero suo o le sue opinioni sono solo una variabile funzionale alle varie collocazioni politiche che di volta in volta, disinteressatamente ovvio, adotta?
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