mercoledì 14 marzo 2012

TREZZANO - Pedofilo arrestato: parla chi lo ha conosciuto

La prima denuncia dal nostro territorio è partita da Cesano Boscone, dalla Polisportiva San Giustino, dove Gianluca Mascherpa, il pedofilo arrestato venerdì scorso, allenava come volontario. “A settembre cercavamo un allenatore e ci hanno presentato Mascherpa che l’anno prima era all’Audax di Corsico”, racconta il presidente Gabriele Penna, diacono e insegnante.

Mascherpa ha cominciato a lavorare a Trezzano sul Naviglio e per qualche ora, senza retribuzione, per l’oratorio San Giustino: “Non seguiva una sua squadra ma affiancava altre allenatrici”. Nel primo periodo non ci sono stati problemi, ma dall’inizio di novembre alcuni episodi hanno insospettito Penna, che è corso immediatamente ai ripari: “Mi ha consegnato il suo tesserino provvisorio Fipav e c’erano dei dati diversi da quelli che mi aveva comunicato inizialmente, sia il nome che la data di nascita”, racconta Penna... 

Nei giorni successivi inoltre il presidente viene a sapere che Mascherpa si era presentato in una scuola primaria di Cesano, a nome della Polisportiva, per una comunicazione alle bambine: “Noi non lo avevamo autorizzato, anche perché ci rivolgiamo sempre ai genitori”. Una mamma inoltre si era accorta che l’allenatore aveva scritto sms alla figlia: “Era il 10 novembre, l’11 ho subito fatto un esposto ai carabinieri e ho chiamato il presidente del Trezzano che però fino ad allora non si era accorto di nulla”. 

Anche la famiglia dalla bambina che aveva ricevuto il messaggio si è poi rivolta ai carabinieri, “anche grazie alle altre mamme che l’hanno incoraggiata e sostenuta”.
“Quando arriva qualcuno non chiediamo il certificato penale, non potevamo sapere dei suoi precedenti”, conclude Penna. Per fortuna però mamme e personale sono stati attenti e sono intervenuti al primo segnale ambiguo.

Davanti al giudice Mascherpa ha chiesto di essere sottoposto a castrazione chimica, dichiarando inoltre di non aver mai abusato delle minorenni in quanto la sua eccitazione scatta solo nel virtuale. Già in cura per questo disturbo ha chiesto di essere trasferito al carcere di Bollate dove opera il medico di cui è paziente.

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