martedì 13 marzo 2012

Col passo del gambero... La spesa delle famiglie torna indietro di 30 anni


Saranno anche magnifiche le nostre sorti ma certo non sono progressive. Sarà anche l’unico e il migliore dei sistemi economici possibili quello in cui viviamo, almeno secondo il pensiero unico dominante, ma certo che cammina con l’andatura di un gambero. La spesa delle famiglie italiane infatti è tornata a 30 anni fa e senza nemmeno la necessità di una fantascientifica “macchina del tempo”... 


I consumi di prodotti alimentari, bevande e tabacchi nel 2011 mostrano un calo dell’1,5% a prezzi costanti. In termini di spesa procapite, si è appunto tornati indietro di quasi 30 anni. A dirlo è un rapporto di Intesa Sanpaolo, per il quale “si deve tornare ai primi anni ’80 per scendere al di sotto dei 2.400 euro annui destinati al comparto agro-alimentare”. La tendenza è in parte strutturale, legata ad esempio al minore consumi di alcune voci quali il tabacco, ma “segnala anche le evidenti difficoltà del consumatore italiano che, a fronte delle tensioni sul mercato del lavoro e sul reddito disponibile, riduce ulteriormente gli sprechi e modera gli acquisti anche in un comparto dei bisogni poco comprimibili come l’agroalimentare”.

La tendenza alla riduzione degli acquisti anche per l’alimentare viene riconosciuta ormai da più parti e monitorata dalle associazioni dei consumatori. Per Federconsumatori e Adusbef, “i dati diffusi da Intesa Sanpaolo sulla spesa delle famiglie confermano il quadro drammatico sul disagio degli italiani”. Secondo le due associazioni, la contrazione dei consumi nel settore alimentare è ormai pari a 6,3 miliardi di euro nel mercato, con una minor spesa di 264 euro annui a famiglia. “Come denunciamo da tempo, si tratta di una situazione gravissima: quando la crisi arriva ad intaccare persino i consumi alimentari vuol dire che il potere di acquisto delle famiglie ha raggiunto livelli davvero allarmanti”.

E a conforto dell’indagine arrivano anche i dati ISTAT in base ai quali l’inflazione segna un aumento del 3,3% rispetto a febbraio 2011 e dello 0,4% in un solo mese. A preoccupare sono soprattutto i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza, dagli alimentari ai carburanti, che rincarano dello 0,7% in un mese e del 4,5% in un anno,in aumento rispetto al 4,2% di gennaio.

Sono i dati che arrivano dalle odierne stime preliminari dell’Istat sui prezzi al consumo. In un anno, i maggiori aumenti sono quelli che interessano i Trasporti (+7,5%), l’Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+7,2%) e le Bevande alcoliche e tabacchi (+6,1%). Nei singoli settori, spicca fra gli alimentari l’aumento congiunturale del prezzo dei vegetali freschi (più 8,6% in un mese) mentre aumenti mensili più moderati ci sono per i prezzi della Frutta fresca (+1,5%), in flessione su base tendenziale (-2,3%), per i prezzi del Pesce fresco di mare di pescata (+2,1%, +5,9% in termini tendenziali) e del Pesce fresco di mare di allevamento (+0,9%, +8,8% su base annua). Nello stesso comparto si segnala, inoltre, l’aumento congiunturale dello 0,4% della Carne bovina, in crescita in termini tendenziali del 2,7%. Aumenta, rispetto a gennaio, il prezzo della pasta (+0,4%), che cresce su base annua del 2,3%. Infine, continua ad aumentare il prezzo del caffè, a +0,7% sul mese e a più14,7% rispetto a febbraio 2011.

La benzina segna un aumento mensile del 2,1%, che diventa più 18,7% rispetto a febbraio 2011Il gasolio registra un rialzo congiunturale dell’1,3% e cresce su base tendenziale del 25,4%. È in aumento anche il prezzo del Gasolio per riscaldamento, pari all’1,1% rispetto a gennaio e a più 14,4% in un anno. Fra i servizi,gli aumenti mensili più consistenti riguardano il trasporto aereo (più 6,4%) che su base annua segna ormai rincari dell’11,3%. Il trasporto ferroviario aumenta dello 0,9% rispetto a gennaio 2012, mentre su base annua l’aumento si attesta al 6,5% (in diminuzione dal 7,4% di gennaio).


1981COME ERAVAMO
Ma come eravamo nel 1981? Forse vale la pena ricordare quell’anno a cui siamo tornati. L’inflazione mostrava numeri da Terzo mondo: 17,60% e il tasso di sconto raggiunge la quota record del 19%. Il 7 luglio i titoli in borsa crollano del 20%.

Ma non è tutto il 1981 è anche l’anno dell’attentato a Giovanni Paolo II, il 13 maggio in piazza San Pietro. E’ l’anno della P2 con il sequestro dei famosi elenchi degli iscritti a Licio Gelli, dell’assassinio del presidente egiziano Sadat durante una parata militare e dell’annessione da parte di Israele delle alture del Golan. E’ anche l’anno della tragica morte di Alfredino Rampi a Vermicino, con la diretta televisiva è anche l’atto di nascita della famigerata “TV del dolore”.
A Roma il cantautore Rino Gaetano muore in un incidente stradale.

Al governo c’è il repubblicano Giovanni Spadolini, un referendum respinge l’abrogazione della legge sull’aborto, al Quirinale è il terzo anno della presidenza Pertini, alla Casa Bianca  c’è Ronald Reagan, a Varsavia il generale Jaruzelski proclama lo stato di guerra.

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