Se fino ad oggi ci siamo abituati a pensare al tesoro come ad un’entità evocativa di sogni e avventure, tra isole esotiche e scoperte di scrigni ricolmi di monete d’oro, oggi dobbiamo aggiungere al nostro immaginario il ben più concreto “tesoro” degli Enti locali, che poi è anche un po’ nostro, di noi cittadini e cittadine. E dobbiamo anche prepararci a salutarlo, perché i tanti tesori comunali si apprestano a lasciare le loro residenze per prendere il volo per Roma e lì fissare la propria residenza in un grande, enorme scrigno le cui chiavi saranno sottratte a sindaci e amministratori locali...
Con buona pace della valorizzazione del territorio e delle sue risorse e anche di quella ridicola barzelletta (perché tutti sapevano essere solo una fantasia per allodole) che ci ha fatto da colonna sonora negli ultimi decenni, il federalismo, su cui una forza politica ha costruito le proprie fortune elettorali mentre le altre facevano da coro e codazzo nel tentativo di non sembrare troppo centralisti e autoritari.
Tutto finito, spazzato via dal piglio decisionista del governo Monti. La trattativa tra Enti locali e governo è infatti saltata: la Tesoreria degli enti locali, almeno per il momento, sarà trasferita a Roma. Regioni, Province e Comuni, ma anche le Asl e le università, dovranno spostare il loro tesoretto di quasi 9miliardi di euro sul maxi conto corrente dello Stato, quello dove transitano tutti i pagamenti dell’amministrazione centrale. Serviranno per ridurre le emissioni di titoli di Stato, e gli enti locali dovranno accontentarsi di un tasso d’interesse dell’1%.
Misura temporanea si sostiene da parte del governo, quindi destinata a durare alcuni decenni, come le accise temporanee sulla benzina tra cui annoveriamo ancora quelle stabilite per le guerre coloniali della prima metà del ‘900. E ai sindaci non resterà che arrabattarsi e dar libero sfogo alla loro creatività per poter spendere i “loro” soldi e sempre, naturalmente, sotto la spada di Damocle del patto di stabilità. I primi cittadini naturalmente sono sul piede di guerra e chiedono il ricorso contro la tesoreria unica.
E' quanto spiega una nota dell'Anci. L'Anci - si legge in un comunicato – “nel sostenere tutte le iniziative di contrasto alla norma che prevede il ritorno alla tesoreria unica tradizionale, mette a disposizione dei Comuni, al fine di tutelare l'autonomia nella gestione finanziaria delle proprie risorse, sul proprio sito, lo schema di delibera di Giunta (già adottata dal Comune di Venezia) per intraprendere una azione legale, nei confronti del Governo, contro la norma, e lo schema della nota da trasmettere al tesoriere per chiedere la sospensione degli adempimenti in ragione dell'azione legale intrapresa dal Comune”.
E' questo il testo del telegramma che l'Anci sta inviando ai Comuni italiani per “promuovere un ricorso civile contro la norma, contenuta nel Decreto Liberalizzazioni, che obbliga Regioni, Province e Comuni a trasferire allo Stato il 50% delle risorse depositate presso le tesorerie locali alla data del 24 gennaio scorso”. “E' un fatto gravissimo - spiega il presidente dell'Anci, Graziano Delrio - che una norma con un impatto così 'devastante' sugli Enti locali non sia stata minimamente concertata con le rappresentanze delle Autonomie”.
“Oltre al telegramma inviato a tutti i Comuni - spiega Delrio - l'Anci ha inoltrato una lettera alle sue sezioni regionali affinchè si adoperino per promuovere il ricorso alla Consulta da parte delle Regioni”.
Fulvio Scova
cose da pazzi...
RispondiEliminaMonti fa benissimo a comportarsi così: perchè i comuni si lamentano?
RispondiEliminaCosa cambia se i soldi sono depositati in un luogo piuttosto che in un altro?
Sempre che siano liberi di prelevare i propri fondi quando ne hanno bisogno.
L'unica vera ingiustizia, è l'interesse dell'1%.
Siccome lo scopo è quello di diminuire l'emissione di titoli di stato, la mossa mi sembra addirittura geniale: questa enorme massa di denaro resta ferma per mesi ed anni sparpagliata in mille rivoli di banche e banchette sparse per l'Italia. Concentrata invece nella Cassa Depositi e Prestiti
giova all'Italia e non alle banche.
A meno che non mi sfugga qualcosa.