Per tre gemelli anche 1800 euro mensili. “È vero, le rette sono aumentate”, ammette l’assessora Di Giuseppe, “ma occorre sottolineare bene che abbiamo adottato un criterio di perequazione
È ormai noto come i drastici tagli ai trasferimenti statali abbiano colpito pesantemente gli Enti locali, tanto che gli amministratori sono costretti a ripensare i servizi, inventare nuove soluzioni, aumentare tariffe e coinvolgere il mondo del volontariato e del privato sociale per sopperire ad offerte che un tempo i Comuni potevano permettersi...
E mentre i bisogni dei cittadini aumentano – il numero di chi si rivolge ai servizi sociali è salito in modo esponenziale con i nuovi poveri, figli della crisi degli ultimi anni – il sostegno alle famiglie non può che diminuire. Anche perché sono proprio i servizi sociali ad aver subito i tagli maggiori.
Comuni come Corsico e Cesano faticano a mantenere per esempio il trasporto diurno dei disabili, dai giovani da accompagnare a scuola a coloro che hanno bisogno di terapie. Un servizio, va detto, di competenza della Provincia ma fino ad oggi sostenuto dalle Amministrazioni locali. A Corsico, dopo le proteste di molti genitori, il servizio è stato riorganizzato con il volontariato e la disponibilità dei dipendenti comunali. Mentre l’assessora ai Servizi sociali di Cesano Lilia Di Giuseppe, insieme ad alcune famiglie, nei giorni scorsi ha tenuto un primo incontro con l’assessore provinciale ai trasporti De Nicola e pensa di coinvolgere anche il Comune di Milano.
Salti mortali, insomma, che non sempre hanno esiti positivi. Ne sanno qualcosa le famiglie con bambini da 0 a 3 anni: a Corsico un nido comunale è stato addirittura chiuso (ma era poco frequentato, fa sapere il Comune, perché in una zona poco centrale ed evidentemente poco amata dai corsichesi, il bel parco Cabassina al quartiere Lavagna).
Mentre a Cesano molti hanno dovuto rinunciare all’iscrizione dei figli al nido comunale a causa dell’aumento delle rette.
C’è chi ha preferito rivolgersi a nidi privati, paradossalmente meno costosi dei comunali. Chi ha “dovuto scegliere” di lasciare il lavoro per occuparsi dei figli. Chi lascerà i bimbi ai nonni, pur avendo presentato la domanda la scorsa primavera. È il caso di Manuela e Luca Merli, genitori di tre gemelli: con l’aumento delle tariffe avrebbero dovuto pagare una retta mensile di oltre 1800 euro. Una cifra troppo alta. E soprattutto inaspettata. Gli aumenti, infatti, sono stati stabiliti solo a fine giugno (con l’approvazione del bilancio di previsione) e comunicati alle famiglie tra luglio e agosto. In alcuni casi troppo tardi per trovare altre soluzioni.
In Comune però fanno sapere che in realtà le rinunce non sono più degli altri anni, come ci conferma l’assessora Di Giuseppe: “Due anni fa al momento della presentazione delle domande avevamo 48 bambini in lista d’attesa e poi sono stati tutti assorbiti, così i 70 dell’anno scorso”, spiega: “Quest’anno erano 77 e sono stati assorbiti”.
“È vero, le rette sono aumentate”, ammette l’assessora, “ma occorre sottolineare bene che abbiamo adottato un criterio di perequazione, oggi non è più possibile accedere gratis al servizio e sono state eliminate le (poche) fasce di reddito”. L’unico criterio è esclusivamente l’ISEE.
Per chi paga la retta massima, l’aumento mensile rispetto allo scorso anno è di 150 euro, da 520 a 680: “Ma il costo reale del servizio è molto più alto”, spiega l’assessora, “il 50% ammonterebbe ad oltre 800 euro e noi chiediamo meno. E sono certa che nessuno arriverà a pagare la cifra massima, perché la frequenza dei bimbi al nido non è mai assidua”.
“Va anche detto che molti di coloro che pagheranno la retta massima, non hanno presentato l’ISEE: perché?”. Sono circa il 30-40% delle famiglie a non aver presentato il modello, di conseguenza hanno accettato di pagare la cifra massima.
Già nel mese di luglio però alcune mamme avevano scritto al nostro giornale rilevando la preoccupazione per una politica di aumenti che, secondo loro, avrebbe lo scopo “di promuovere la domanda verso il tempo parziale (con successivo risparmio in termini di maestre da stipendiare) o addirittura di spingere l’utenza a cercare soluzioni alternative a quelle comunali in modo da ridurre le domande di iscrizione e non aver più la necessità di costruire un nuovo nido e poter vendere il Nido Garibaldi”.
“Non chiuderemo nessun nido”, la risposta della vice sindaco, “né spingiamo verso i privati, tanto che per chi non può permettersi questo servizio, abbiamo studiato altre soluzioni come lo Spazio Bimbi che amplia l’offerta di Oltre il Nido, dando la possibilità alle mamme di lasciare i figli per qualche ora alla cura di educatrici esperte, oltre a spazi di confronto e la frequenza bi-settimanale della coppia bambino-adulto”.
Dopo anni di assenza, nel mese di ottobre verrà ricostituito il “Gruppo di genitori referenti degli asili nido”, un organo collegiale composto da tre rappresentanti di mamme e papà per ciascuna sede dei due nidi comunali cesanesi. Ad esso si affiancherà il Collegio del personale educativo, una funzionaria e l’Amministrazione: “Si tratta di un comitato di indirizzo”, spiega Lilia Di Giuseppe, “bisogna inevitabilmente ripensare i servizi ed è giusto farlo con un percorso partecipato: uno dei primi esami sarà la verifica delle tariffe su base storica”.
Come recita la Carta dei Servizi la funzione di tale organismo è di partecipare costruttivamente alla vita del nido con il fine di contribuire al mantenimento della qualità del servizio.
Si chiama “MG”, Mobilità Gratuita, il nuovo progetto per il trasporto gratuito di disabili e anziani, lanciato nei giorni scorsi a Cesano. Ad occuparsene sarà la società Europa Servizi srl che per quattro anni fornirà al Comune un Fiat Doblò, finanziandone il mantenimento e l’assicurazione. Per finanziare il progetto, la società chiederà un contributo a commercianti e imprese cesanesi che potranno così pubblicizzare la loro attività esponendo il proprio marchio sul pulmino. Il progetto è stato presentato martedì 27 settembre dai rappresentanti dell’azienda Roberto Rozzi e Mario Merra, insieme al sindaco Vincenzo D’Avanzo e l’assessora ai Servizi Sociali Lilia Di Giuseppe.
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