Due consiglieri lasciano la coalizione di governo. Domenico Anselmo punta il dito e pronuncia parole di fuoco, è il caso di dirlo, contro l’attuale amministrazione
Quello di lunedì 26 settembre è stato un Consiglio comunale destinato ad essere ricordato a lungo. Con l’uscita dalla maggioranza di due consiglieri della lista civica che ha appoggiato la candidatura di Massimo D’Avolio, si apre una fase di crisi politica probabilmente destinata a serie ripercussioni nell’immediato futuro...
Fin qui nulla di particolarmente anomalo nello scenario politico spesso travagliato degli Enti locali. Quel che è destinato a far rumore è la motivazione delle dimissioni legate a due incendi che hanno colpito le attività commerciali di Domenico Anselmo (Lista civica) e di un altro consigliere PD nel corso di questa estate. Anselmo punta il dito e pronuncia parole di fuoco, è il caso di dirlo, contro l’attuale amministrazione che accusa pubblicamente di: aver dichiarato il falso ai carabinieri, conoscere gli autori di un attentato da lui subito, aver fatto gestire non correttamente ad una pseudo associazione culturale (CST) la riscossione degli oneri per la gestione dei mercati arrecando un danno erariale al Comune per circa 1 ml di euro, aver agevolato la concessione di spazi pubblici (ex caserma dei vigili in via Monte Amiata) a privati al puro fine di lucro, aver agevolato insediamenti abusivi nelle case popolari dell'ALER.
Accuse pesantissime e che naturalmente dovranno essere comprovate da dati di fatto, in caso contrario ci troveremmo di fronte ad un mero attacco politico che intanto ha ridotto ad un solo consigliere la maggioranza di D’Avolio (16 contro 15) determinando una situazione di oggettiva instabilità. Anselmo ha anche fatto oscure allusioni secondo le quali gli attentati «Sono legati alla richiesta di una licenza per l'apertura di una sala giochi che non è stata esaudita».
Sulla vicenda si è subito buttata a capofitto l’ex rivale elettorale dell’attuale sindaco, Tiziana Maiolo che ha diffuso un comunicato nel quale dichiara con la consueta sobrietà di linguaggio che "Dopo il 'Sistema Sesto' arriva il 'Sistema Rozzano'. E si disvela in tutta la sua magnificenza nel peggiore dei modi. Due incendi dolosi, uno ad un negozio e l'altro ad un chiosco entrambi gestiti da consiglieri comunali, una denuncia alla magistratura antimafia ad opera di Domenico Anselmo, il consigliere proprietario del negozio, vittima di un sistema di potere, quello che governa la città, poco trasparente e affaristico... insomma un'altra 'parentopoli'. Nell'ultimo Consiglio Comunale, il Sig. Anselmo ha lasciato, insieme ad un collega, la sua stessa maggioranza, e ha fatto bene! Durissimo il suo intervento che dovrebbe far riflettere tutti noi".
"In questi due anni e mezzo, come giustamente ha infatti detto Anselmo - continua Maiolo - passati all’interno della maggioranza del Sindaco PD Massimo D’Avolio (di cui ricordiamo le numerose passeggiate tra le bancarelle e tra la gente sottobraccio al suo sostenitore in campagna elettorale, Filippo Penati) ho potuto vedere e constatare i metodi di governo della sinistra, il gioco di scatole cinesi con le società partecipate, il sistema di organizzazione 'scivoloso' dei mercati".
E anche qui siamo comunque nella sfera della denuncia politica, allusioni tante, prove nessuna (a meno che passeggiare con Penati non sia di per se stessa una prova di reato) o almeno in attesa di venire. Intanto con l’audizione del 29 settembre di Domenico Anselmo presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, le indagini sono ufficialmente avviate.
Da parte sua il sindaco ha dichiarato di essersi prontamente messo a disposizione degli investigatori per chiarire i due episodi e di non poter entrare maggiormente nel dettaglio essendoci indagini in corso. D’Avolio giudica molto gravi le affermazioni di Domenico Anselmo e si riserva di confutarle in sede giudiziaria.
E' ancora "Sistema Sesto" perché D'Avolio è sestese
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