giovedì 20 ottobre 2011

BUCCINASCO - Mascherpa: niente fondi niente inglese


Sei classi, circa 140 bambini, senza l’insegnante di inglese, una materia obbligatoria, curriculare, eppure “tagliata”, come i fondi statali alle scuole.
Succede a Buccinasco, nella scuola primaria di via Mascherpa: i genitori di alcune terze, quarte e quinte – in cui sarebbero previste tre ore di lingua alla settimana – hanno ricevuto una brutta sorpresa dal dirigente scolastico Vittorio Ciocca che ha inviato una lettera aperta spiegando la situazione, con una “operazione verità”, ci ha spiegato. Il dirigente ha voluto condividere con le famiglie il dramma di una scuola senza fondi e senza opportunità.

Il provveditorato quest’anno ha assegnato alla scuola Mascherpa diciotto ore in meno per l’insegnamento dell’inglese e il numero dei docenti specialisti o specializzati già presenti nel circolo non è sufficiente... 


Nonostante le proteste del dirigente in Provveditorato, le ore non saranno autorizzate: “Ho criticato con forza questa situazione, ma l’ufficio mi ha e si è sollevato dalle responsabilità dicendomi che non sono arrivati i fondi dallo stato”.
Anche la formazione dei docenti va a rilento, infatti solo due insegnanti potranno quest’anno seguire il corso di specializzazione, anche se le richieste al Provveditorato agli studi sono state più di dieci.

“Partiamo da una risorsa in meno, ma dobbiamo trovare una soluzione, perché la lingua inglese non è superflua”, ha comunque assicurato il dirigente che ora insieme al Consiglio di circolo e al Collegio dei docenti sta vagliando varie ipotesi per poter ripristinare la lingua inglese nelle sei classi che hanno già perso un mese.

Questa sera, dalle 18, anche i genitori potranno assistere ad un Consiglio organizzato in una sala più ampia proprio per consentire un’ampia partecipazione. Verranno discusse quattro ipotesi per garantire agli alunni della 3D, 4E, 4F, 4G, 5E e 5F le stesse opportunità degli altri compagni: una riduzione degli orari in tutte le classi (in qualche fascia è consentito del 20% sul monte ore annuo), l’assegnazione di una stessa insegnante per più classi (anche se spezzerebbe la continuità della presenza in aula), l’inserimento dell’inglese tra i progetti di ampliamento dell’offerta formativa (a discapito però di altre iniziative), la possibilità di attingere al fondo di istituto.

L’inglese insomma tornerà in aula, grazie alla creatività e ai sacrifici di insegnanti e alunni che dovranno comunque rinunciare a qualcosa, un pezzetto di formazione in meno nel loro percorso di crescita. 

Un fallimento per uno Stato che anche in un periodo di crisi non dovrebbe rinunciare ad investire sul futuro dei propri figli.


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