“La legalità è più conveniente, occorre mobilitare i cittadini su questo e la città di Corsico ha dato un contributo importante per cambiare i comportamenti sviluppati a Milano e in Lombardia”: sono le parole di Nando Dalla Chiesa, ospite della sindaca Maria Ferrucci nella serata conclusiva della giornata di studio sulla legalità...
Sul palco del Teatro Verdi c’erano anche Andrea Campinoti e don Marcello Cozzi, rispettivamente il presidente di Avviso Pubblico, associazione di enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie (di cui fa parte anche Corsico) e il responsabile regionale di Libera Basilicata.
Legalità, antimafia, ascolto, prossimità, testimonianze, esempio. Parole chiave di una serata che non ha concluso un evento, ma ha completato l’inizio di un percorso che il Comune di Corsico intende portare avanti. Per vincere la sua battaglia contro l’illegalità, individuando chi non rispetta le regole e froda lo stato e insistendo sulla cultura e su quelle energie positive presenti nel nostro territorio.
Perché nonostante la criminalità diffusa, certe leggi che favoriscono mafie ed evasione anziché combatterle e i tagli dello stato agli enti (tanto da ridurne la capacità di essere protagonisti e minando la coesione sociale), nonostante tutto questo “l’Italia è fatta di tanto positivo e dal riconoscimento dei cittadini onesti e responsabili si può ricostruire: la legalità non è una scelta moralistica ma l’unica condizione per il futuro”, ha detto Andrea Campinoti. Mentre si è soffermato sulla potenza (e i rischi) delle parole don Marcello Cozzi, che ha ricordato che spesso gli stessi mafiosi usino termini come giustizia ed etica svuotandoli del loro vero significato: non dobbiamo farci rubare anche questo, ma anzi condurre una battaglia culturale per difenderle.
“E la battaglia”, ha concluso Dalla Chiesa, “si vince dimostrando che loro perdono e vengono puniti”. E rispettando fino in fondo la Costituzione.
La conoscenza come strumento di contrasto al crimine
L’incontro con Nando Dalla Chiesa al Teatro Verdi è stato solo il punto di approdo di un’intera giornata dedicata al tema della legalità, a sua volta capitolo finale, ma non certo conclusivo, di quella sorta di laboratorio che è stato avviato a Corsico da circa un anno e mezzo. Con un’idea forza, ben precisa sottesa al lavoro fin qui svolto: l’illegalità si combatte da una parte costruendo una cultura nuova del convivere civile e dall’altra con la conoscenza, con un bagaglio di saperi in grado di fare luce sugli intricati meccanismi all’interno dei quali si nascondono, si coprono e operano i sistemi criminali.
Senza questo che vorremmo definire approccio scientifico, ogni azione di contrasto potrebbe essere vanificata. Nella consapevolezza appunto che la criminalità organizzata non è più quella ruspante per quanto violenta di un tempo, ma ha saputo adeguarsi ai tempi, alla tecnologia, financo alle pieghe e alla scappatoie di un insieme di leggi complesso e articolato ma pur sempre aggirabile in molti casi.
Ecco dunque i quattro gruppi di lavoro che hanno cercato di mettere insieme, e in larga parte ci sono riusciti, un bagaglio di conoscenze in grado di tradursi dal piano teorico a quello pragmatico e operativo, sfociati a loro volta in una seduta pomeridiana svoltasi alla Sala La Pianta, una plenaria destinata a presentare a cittadini e operatori professionisti i risultati conseguiti.
Dal “Gruppo sicurezza”, guidato da Piera Gismondi, che ha sottolineato l’esigenza di una stretta collaborazione tra le forze dell’ordine e anche tra i vari livelli istituzionali, collaborazione fatta principalmente di scambio di informazioni e accesso a dati sensibili al Gruppo appalti, incentrato sulla trasparenza delle procedure; di tracciabilità e di monitoraggio delle situazioni definite “a rischio” si è a sua volta occupato il Gruppo Banche Dati, settore sensibile e probabilmente decisivo per avere un quadro chiaro delle diverse situazioni e soprattutto di comportamenti anomali che senza un’adeguata monitorizzazione e conseguente raffronto e intreccio di dati sono destinati a sfuggire e a privare organi di polizia e magistratura di strumenti indispensabili per le indagini.
Le linee guida per una “cultura della legalità” sono state invece presentate da Marco Papa moderatore del gruppo di lavoro. Condivisione di conoscenze e saperi adeguati: questi gli strumenti principali per fronteggiare un fenomeno che si è dotato esso stesso di nuove capacità e nuove modalità.
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